Ai neo-papà è riconosciuta la tutela del diritto al lavoro, che implica l’impedimento al datore di lavoro di recedere dal contratto per motivi legati alla nascita del figlio, e ciò vale per l’intero arco temporale del primo anno di vita del neonato. In altre parole, durante questo periodo, i padri possono lavorare con la tranquillità di sapere che non potranno essere licenziati in nessun caso.
Fino ad oggi questa era una regola in vigore solo per le mamme, ma adesso, a seguito di una circolare dell’Inps anche i padri verranno tutelati.
La circolare dell’Inps
È stata emanata una recente direttiva da parte dell’Inps che stabilisce come le disposizioni a lungo in vigore per le donne in maternità siano estese anche ai padri che prendono il congedo obbligatorio. Inoltre, ai padri è garantito il diritto di ottenere la NASpI in caso di dimissioni volontarie e improvvise. Queste nuove disposizioni sono state introdotte a seguito del decreto legislativo 107/2022 del governo Draghi.
Secondo la circolare 32 del 20 marzo 2023 dell’Inps, i padri che diventano genitori godono di una serie di diritti e protezioni sul posto di lavoro. In particolare, durante i primi 12 mesi di vita del bambino, un padre non può essere licenziato, proprio come le madri.
Inoltre, nel medesimo periodo di tempo, il padre ha la facoltà di dimettersi dal lavoro senza perdere il diritto alla NASpI. Inoltre sembra che non dovrà adempiere ai tempi di preavviso tradizionalmente richiesti. Queste misure offrono una protezione significativa ai nuovi padri e permettono loro di concentrarsi sulla cura del loro figlio. Questo ora potrà essere più semplice in quant non rischieranno più di perdere il lavoro o di dover rispettare le formalità di dimissioni.
I diritti dei i neo-papà
L’ultima circolare dell’Inps ha spiegato che il divieto di dimissione per i padri è stato aggiunto al nuovo congedo che sarà obbligatorio. Ciò era stato introdotto dal governo precedente con l’obiettivo di migliorare l’unione tra il lavoro e la vita familiare per i genitori.
Inoltre, la riforma Draghi ha esteso al papà anche la norma che consente alla madre, dalla gravidanza fino al 1° anno di vita del bambino, di mantenere il diritto alla NASpI. Ciò varrà anche in caso di dimissioni volontarie senza preavviso. È bene sottolineare che questa norma era in precedenza applicabile solo ai padri in caso di congedo alternativo.
Nonostante la norma non conferma esplicitamente l’ampliamento di questa norma al congedo di paternità obbligatorio, l’Inps ha precisato nella nota. Sembra che il richiamo generico alla “paternità” si riferisce sia ai congedi alternativi che a quelli obbligatori. Queste precisazioni dell’ente si ricollegano ai casi di rifiuto delle dimissioni che si sono verificati tra l’entrata in vigore della riforma e la circolare.
Pertanto, la circolare ha evidenziato che tutte queste vicende possono essere sottoposti a riesame presso la sede dell’Inps territorialmente competente.