Una volta formato il Governo, la decisione sulla proroga del divieto di spostamento tra Regioni sarà priorità assoluta per il neo presidente Mario Draghi e i futuri ministri e sottosegretari. Il divieto di spostamento tra Regioni dovrebbe cadere il prossimo 15 febbraio, ma non si esclude un eventuale slittamento, a ridosso del giuramento del nuovo esecutivo, previsto in settimana.
Il divieto di spostamento e la riapertura delle piste da sci
“Siamo sulla lama di un rasoio che potrebbe farci precipitare nel peggio, bisogna assolutamente prorogare il blocco degli spostamenti tra Regioni“. Lo ha detto il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario Irccs Istituto ortopedico Galeazzi di Milano, che boccia la riapertura degli impianti sciistici. Infatti, nei prossimi giorni, dal 17 o 18 febbraio, dovrebbero riaprire anche le piste da sci, o almeno questo è quanto si prevede in Valle d’Aosta, nonostante le incognite sulle decisione definitiva da parte del Governo.
La riapertura degli impianti condizionerà dunque gli spostamenti tra regioni gialle: infatti, se il mondo dello sci avrà il via libera, dovrà gestire la capienza massima consentita, in modo da predisporre la vendita degli skipass e capire se c’è la possibilità o meno di accogliere i turisti provenienti da fuori regione.
Tutti a favore di aperture graduali
“Sì a ristoranti la sera e a cinema e teatri, pensare a palestre, ma rimandare gli spostamenti tra Regioni“, scrive il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri. “Nonostante io sia un aperturista, perché favorevole all’allentamento di alcune misure di contenimento attualmente in vigore, in questo momento andrei per gradi, non sappiamo ancora se sarà un compito affidato al nuovo Governo o a quello uscente, ma ciò che conta – sottolinea il viceministro – è che gli italiani non verranno lasciati senza un provvedimento che garantisca la loro protezione“.
Preoccupazione per le varianti
Per quanto riguarda la riapertura di bar, ristoranti, palestre, teatri, cinema e musei, sembrano tutti d’accordo sul riprendere le attività gradualmente, senza incorrere nel rischio di una nuova ondata di contagi. Intanto la comunità scientifica non nasconde la sua preoccupazione in vista delle prossime riaperture e delle varianti del virus che iniziano a diffondersi in modo sempre più veloce e aggressivo, in particolare la variante brasiliana.
“Serve un sistema di valutazione, cosiddetto ‘sentinella’, che in modo efficiente intercetta delle mutazioni rispetto sia al focolaio, quando però il problema si è già creato, ma meglio prima che si crei il focolaio, facendo una mappatura costante“, commenta Massimo Galli, direttore di malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano. Tra gli scenari possibili avanza una possibile proroga, dal momento che la campagna vaccinale è solo in fase iniziale, fondamentale per scongiurare ondate successive.