Il Senato non trova l’accordo sul Dl Aiuti bis, il decreto legge contenete sostegni contro il caro energia, e rinvia la discussione nella speranza di un’intesa tra i partiti sugli emendamenti.
Dopo il nulla di fatto di ieri, la verifica ed approvazione del testo è rinviata a martedì 13 settembre con l’auspicio che le frizioni tra partiti si siano appianate, a cominciare dalle ritrosie M5S.
Il governo dimissionario di Mario Draghi sta tentando di far approvare il decreto legge denominato Aiuti bis con il quale intervenire a sostegno di famiglie ed imprese in difficoltà a causa del caro energia.
Ad ostacolare il percorso legislativo vi sono le diatribe tra partiti, condizione che ha prodotto i circa 400 emendamenti che attualmente ingolfano il cammino di avvallo parlamentare. Draghi si trova più che mai nella posizione di dover mediare tra le parti soprattutto perché privato, dopo la sfiducia del 20 luglio, della possibilità di poter porre la fiducia sull’atto in discussione.
Quindi unica mossa possibile nelle mani del presidente del Consiglio è la scrematura degli interventi di modifica nell’aspirazione di giungere a martedì con un solo emendamento presentato da ciascun partito politico.
In particolare vi è da superare l’opposizione del Movimento 5 Stelle, il quale si mostra irremovibile sul tema del Superbonus edilizio. Il gruppo guidato da Giuseppe Conte dissente sulla norma legata alla responsabilità in solido per la cessazione del credito inserita nel Dl dall’ex banchiere BCE.
Critici gli altri partiti, che imputano al solo M5S un’impasse in verità costruito dalle congiunte e contrapposte barricate tra formazioni.
Per Simona Malpezzi, del Partito Democratico, la ritrosia grillina mal cela il solito tentativo di rendere qualsiasi atto politico-parlamentare un pezzo appetibile per la campagna elettorale. Questa però, ricorda la Dem, viene condotta sulle spalle di imprese e famiglie in difficoltà, che attendono i 17 miliardi che il Dl Aiuti bis finanzia proprio per questo tipo di platea.
Di responsabilità di fronte ai bisogni impellenti del Paese parla anche Davide Faraone, senatore di Italia Viva. Questi definisce “scandaloso” l’ostruzionismo pentastellato visto soprattutto il contesto coevo di inflazione e vertiginoso aumento delle bollette energetiche.
Vincenzo Presutto, di Impegno Civico, attacca il partito di Conte con argomenti che, oltre a ricalcare quelli finora pronunciati dalle altre forze politiche, puntano sulla responsabilità più generale dell’M5S riguardo allo stallo legislativo.
Difatti Conte e i suoi, assieme a Lega e Forza Italia, hanno depotenziato l’azione del governo sfiduciando Mario Draghi, cosa che impedisce ora al presidente del Consiglio di agire con la solerzia dei mesi passati, magari superando la situazione specifica con un voto di fiducia, impossibile da adoperare nella condizione di premier dimissionario.
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