I sì per l’approvazione del Dl Aiuti in Senato sono stati 172, i no 39, nessun astenuto. I pentastellati non hanno partecipato al voto, risultando assenti in entrambe le convocazioni.
il segretario del Pd, Enrico Letta, ha spiegato che la decisione del M5s potrebbe cambiare lo scenario politico, provocando uno strappo non più risanabile con il governo Draghi.
Dl Aiuti approvato in Senato: 172 voti a favore
L’Aula del Senato ha confermato la fiducia al governo sul dl Aiuti. Con 172 voti a favore, 39 No e nessun astenuto il decreto legge è stato approvato in Senato.
Come già annunciato, il Movimento 5 Stelle non ha partecipato al voto, risultando assente in entrambe le chiame.
#DLAiuti. Con 172 sì e 39 no, rinnovata fiducia a Governo su approvazione, in testo Camera, ddl n. 2668, di conversione decreto-legge n. 50/2022. #OpenSenato pic.twitter.com/vpthQ4tBgM
— Senato Repubblica (@SenatoStampa) July 14, 2022
Le parole dei leader di partito
Nell’Aula del Senato i vari leader politici hanno poi espresso le loro rimostranze. Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha rivolto un appello al presidente del consiglio per evitare una caduta del governo.
Simona Malpezzi del partito democratico ha chiesto “responsabilità da parte di tutti”, mentre per Vasco Errani di Liberi e Uguali occorre “verificare se un ultimo colpo di reni sia possibile”.
L’attuale presidente del Partito democratico, Enrico Letta, ha confermato la volontà di far proseguire il governo Draghi, ma se le condizioni perché questo accada verranno meno, “la parola passerà agli italiani”.
“Noi saremo pronti ad andare di fronte agli italiani con il nostro progetto per il futuro dell’Italia. Una maggioranza senza il M5s a me sembra un’ipotesi totalmente improbabile. Dopodiché il Parlamento è sovrano, quindi ascolteremo tutti”
ha spiegato il leader democratico.
L’ex presidente del consiglio, Giuseppe Conte, aveva annunciato l’astensione dei pentastellati al voto per il Dl Aiuti già nella giornata di ieri, all’apertura dell’assemblea congiunta dei parlamentari pentastellati.
A nulla sono servite le promesse di un nuovo patto sociale e nuove misure per garantire il salario minimo.
“O ci sono risposte vere, strutturali e importanti oppure nessuno può avere i nostri voti”
ha sentenziato Conte.
La decisione del Movimento 5 Stelle potrebbe portare a una nuova rottura nel partito, già minato dai recenti abbandoni, e uno strappo definitivo con il governo Draghi.
Già questa mattina la senatrice Cinzia Leone ha abbandonato il partito dei pentastellati, aderendo al gruppo recentemente creato da Luigi Di Maio, ‘Insieme per il futuro’.