Il Senato ha approvato il dl caldo, con 86 voti a favore 47 contrari e 4 astenuti. Adesso l’esame della Camera.
Il decreto legge sull’emergenza caldo dopo l’approvazione del consiglio dei ministri ha ricevuto anche l’ok da parte del Senato. Adesso la palla passa alla Camera. A votare a favore de dl caldo 86 senatori, 47 i contrari e solo 4 gli astenuti. Si mira a tutelare i lavoratori in caso di emergenza climatica.
Il Senato ha approvato il dl caldo, 86 i sì
Le misure “urgenti” (a breve arriverà la pausa parlamentare) del provvedimento puntano a tutelare i lavoratori nei periodi di caldo estremo, di emergenza climatica anche tramite la sospensione dei lavori e l’inserimento della cig per motivi climatici.
Il decreto legge è stato approvato dal Senato con 86 sì, 47 invece i voti contrari e 4 astenuti. A rafforzarsi saranno le politiche del ministero del lavoro e delle politiche sociali, oltre ai contribuiti temporanei. Adesso si attende l’ok anche della Camera, dopo che il consiglio dei ministri lo scorso 26 luglio.
La volontà del ministro Marina Calderone è quello di un intervento strutturale però, nella prossima legge di bilancio.
Cosa chiedono i sindacati: la soglia dei 35 gradi e le linee guida nazionali
Dal provvedimento però rimarranno comunque esclusi alcuni lavoratori come gli stagionali nei campi (una delle categorie più a rischio e meno tutelate) e su questo i sindacati stanno spingendo. Anche i rider chiedono maggiori tutele, ed estensioni anche alla loro categoria.
Il decreto legge che adesso attende la revisione della Camera e la definitiva approvazione dovrà andare in contro ad ulteriori richieste da parte delle associazioni sindacali. In particolare per contrastare l’emergenza caldo che quest’anno ha piegato migliaia e migliaia di lavoratori in tutta Italia, si andrà a intervenire sul blocco delle attività anche qualora necessario e a rivedere il livello minimo di temperatura per fare scattare la cassa integrazione. La circolare Inps al momento fa riferimento per il ricorso alla cig a 35 gradi, ma si dovrà valutare anche un altro fattore, quello della temperatura percepita. Ci sono deroghe infatti a tale indicazione, perché anche sotto la soglia dei 35 le condizioni di lavoro possono essere insostenibili.
Questa vicenda ha aperto il colloquio – non ancora terminato – tra sindacati e governo. Si partirà da un livello nazionale, poi sul territorio andranno fatte delle analisi per emanare le linee guida. Su questo continuano le discussioni tra Ministero della Salute, Ministero del Lavoro e sindacati.