Dl Lavoro: il governo sta ragionando sulle modifiche da apportare al provvedimento, ma l’ostacolo principale sono le risorse. Ecco le ipotesi allo studio.
La maggioranza ragiona sulle revisioni da apportare al Dl Lavoro all’esame della commissione Affari Sociali di Palazzo Madama. Il principale vincolo è il reperimento delle risorse necessarie per poter estendere il livello di detassazione. Allo studio del governo c’è l’ipotesi di riconoscere il fringe benefit base di 1.000 euro per tutti. Oltre a ciò, anche la proroga del lavoro in smart working oltre il 30 giugno 2023 per i genitori con figli under 14 e per i lavoratori fragili. Sono tante le ipotesi allo studio da parte della maggioranza, ma quali sono quelle realmente concretizzabili? Le coperture sembrano non essere adeguate, ma la maggioranza sta studiando e valutando diverse ipotesi allo studio. Ecco quali sono.
Il governo punta ad estendere la platea dei beneficiari della detassazione della forma di retribuzione non in denaro (fringe benefit). Nella prima bozza la soglia esentasse è stata innalzata da 258 euro a tremila euro per i lavoratori dipendenti con i figli a carico. L’esecutivo starebbe studiando l’ipotesi di ridurre la soglia a 1000 euro per tutti i lavoratori, compresi quelli senza figli a carico.
Con la nuova ipotesi allo studio i lavoratori senza figli potrebbero beneficiare di una soglia stabile pari a mille euro. Un lavoratore con tre figli a carico potrebbe beneficiare di una soglia pari a circa tremila euro, come ipotizzato nella prima bozza del provvedimento. Il principale ostacolo all’approvazione dell’ipotesi allo studio è la mancanza di risorse finanziarie. L’estensione della platea di potenziali beneficiari del fringe benefit avrebbe un costo di oltre 250 milioni di euro contro i 140 milioni previsti con la prima bozza del Dl Lavoro.
Altra ipotesi allo studio riguarda il rifinanziamento del lavoro in smart working oltre il 30 giugno 2023 per i lavoratori che hanno figli under 14 e per i fragili. Anche in questo caso la modifica al Decreto Lavoro richiede maggiori coperture finanziarie. Il Tesoro sta valutando la possibilità di rifinanziare il lavoro in smart working oltre il 30 giugno.
Nel caso in cui il lavoratore eserciti una mansione che non può essere svolta in smart working, è necessario che il lavoratore possa svolgere altre mansioni senza che lo stesso debba recarsi presso il luogo di lavoro. Nel caso in cui non ci siano ulteriori proroghe, sarà il datore di lavoro a scegliere se concedere o meno lo smart working ai lavoratori fragili o ai lavoratori con figli under 14.
I due emendamenti sopra riportati al momento sono stati accantonati per mancanza di coperture finanziarie. La maggioranza starebbe valutando il provvedimento in vista dell’approdo in aula al Senato fissato per la prossima settimana. Secondo il senatore Francesco Zaffini si dovrebbe
“contribuire a migliorare un po’ il provvedimento”.
Il Dl Lavoro verrà votato a Palazzo Madama il 13 giugno.
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