Sembra che proprio questi pensionati nel mese di febbraio avranno molti soldi in meno: vediamo chi saranno gli sfortunati. I dettagli
Uno sgradevole colpo di scena per quanto concerne le pensioni del mese di febbraio. Non ci saranno aumenti come previsto, anzi molti pensionati a febbraio troveranno meno soldi.Gli aumenti che erano previsti per le pensioni di questo mese sono stati rinviati. Comportando quindi un duro colpo per i tanti pensionati che speravano di trovare un importo superiore, già nella pensione del mese di febbraio.
Brutta sorpresa per i pensionati: ecco per quale motivo
Quando si parla di pensione e assegno, c’è molta attesa, perchè i pensionati non aspettano altro che andare a ritirare il loro assegno, senza però ricevere una doccia fredda.
Spesso però ci sono delle sorprese che possono lasciare a bocca aperta, cosa che per esempio sta succedendo ad alcuni pensionati e per determinati motivi.
Sul sito dell’Inps è infatti giunto il cedolino inerente la pensione del mese di febbraio. Una volta consultato molti pensionati sono rimasti letteralmente con la bocca amara, considerando che speravano in un incremento che invece non c’è stato.
Difatti il cedolino in questione ha confermato ciò che è stato annunciato inizialmente: nessun aumento nelle pensioni del mese di febbraio. Ma per quale motivo?
Gli aumenti inerenti la rivalutazione non sono stati applicati, almeno per il momento, per tutti coloro che dispongono di un assegno superiore a quattro volte il trattamento nella versione minima. Ovvero in questo caso si fa riferimento a una cifra equivalente a poco più di 2.100 euro.
Ecco in pratica cosa si è verificato, che ha causato il rinvio degli aumenti nelle pensioni.
La questione rivalutazione: cosa è successo
Con la legge di Bilancio dell’anno 2023, il Governo Meloni ha deciso di rivedere la rivalutazione, tenendo le regole intatte e invariate soltanto per determinati individui. In riferimento a questi ultimi, si parla di quelle persone che dispongono di un assegno minore della cifra di 2.100 euro.
Questo è accaduto perché per loro l’adeguamento è stato pari al 100%, per quanto riguarda il tasso rilevato equivalente al provvisorio del 7,3%.
Su questo determinato importo la rivalutazione è stata dunque rivista, basandosi su percentuali tanto più basse quanto più risulta maggiore l’importo della pensione.
Le tempistiche erano eccessivamente ristrette, per consentire all’Inps di effettuare un adeguamento correlato al calcolo della rivalutazione già per le pensioni del mese di gennaio. Inoltre si sconsigliava pure di applicare le vecchie norme.
In questo caso i pensionati avrebbero usufruito di un aumento superiore, rispetto a quello che era previsto dalla normativa vigente.
Tra l’altro in tale circostanza l’Inps avrebbe dovuto svolgere in un secondo momento una forma di trattenuta dalla pensione.
Il programma dell’Inps: cosa prevedeva e cosa prevede
Pertanto per evitare le situazioni sgradevoli elencate poc’anzi, l’Inps ha preferito congelare gli incrementi della rivalutazione, andandoli a riconoscere al momento unicamente a quelle persone a cui l’assegno è stato rivalutato con una percentuale del 100%.
Mentre per quanto concerne tutti gli altri, tramite un comunicato stampa reso pubblico sul portale dell’Inps il giorno 27 gennaio, si annuncia che la rivalutazione si andrà a versare sulla prima rata utile al momento dell’approvazione della legge.
Inizialmente si era ipotizzato che tale prima data utile corrispondesse al mese di febbraio. Invece attenendosi a ciò che è stato riferito dai pensionati che hanno provveduto col controllo dell’importo riportato sull’ultimo cedolino pensione pubblicato in forma online, bisognerà ancora attendere per l’aumento.
Infatti per prima data utile, l’Inps non faceva riferimento a quella del mese di febbraio.
Pertanto ora le speranze da parte dei pensionati sono rivolte al mese di marzo, quando si dovrebbero riconoscere pure gli arretrati associati ai due mesi precedenti.
In ogni caso, va ribadito che l’Inps aveva comunque poco tempo per l’effettuazione della nuova rivalutazione già nel mese di febbraio. Pertanto non c’entra assolutamente il Governo Meloni, poiché si tratta di rallentamenti di tipo burocratico che possono tranquillamente rientrare nella normalità.
Problemi che si dovrebbero risolvere in tempo, per poter così riconoscere gli incrementi della rivalutazione nel cedolino previsto per il primo marzo 2023.
Come saranno calcolate le pensioni di febbraio?
Sulla base di quanto è stato detto sin’ora, anche se si pensava che la data utile in tal senso fosse quella di Febbraio, bisogna prendere atto che così non sarà. Infatti i pensionati che in queste ore stanno controllando l’importo del loro assegno ne sono testimoni.
Una vera doccia fredda dunque per questi pensionati che dovranno quindi aspettare il mese di Marzo affichè siano riconosciuti gli arretrati che riguardano i mesi precedenti.
Come detto l’inps non ha avuto il tempo per poter attuare un’altra rivalutazione nel mese di Febbraio e infatti il tutto è stato fatto i primi di Gennaio. Ecco che in questo caso non c’è alcuna responsabilità da dare al Governo Meloni e questo deve essere chiaro ai pensionati.
O meglio a quei pensionati che credono il contrario e lamentano il contrario.
La verità è che si tratta di fatti meramente burocratici che si dovrebbero risolvere quanto prima affinchè si possano riconoscere gli incrementi della rivalutazione al prossimo assegno che dovrebbe essere il primo marzo 2023. Dunque è solo questione di attendere un altro poco e il proprio aumento così tanto atteso arriverà anche per questi individui.
Una volta compreso il meccanismo che è alla base di questo congelamento, forse l’attesa sarà meno amara del previsto.