Dolore muscolo-scheletrico: per combatterlo serve anche più consapevolezza e uno stile di vita sano

dolori muscolari

In Italia oltre 9 persone su 10 soffrono di dolore muscolo-scheletrico, addirittura 6 persone su 10 che ne soffrono ogni settimana. I sintomi più frequenti sono mal di schiena, dolore lombare e cervicale, ma nonostante la diffusione così ampia, ad oggi il problema resta sottovalutato. Ridurre l’impatto delle conseguenze dei dolori muscolari nel mondo nei prossimi 5 anni è l’obiettivo di una piattaforma d’azione globale lanciata da Gsk Consumer Healthcare, società del gruppo farmaceutico britannico GlaxoSmithKline dedicata all’automedicazione.

Il punto di partenza di questa strategia sono i risultati dell’indagine Global Pain Index, promossa dall’azienda su oltre 19 mila persone in 32 Paesi. “La prima conclusione – osserva il general manager Cristián Dufeu – è che il problema del dolore muscolo-scheletrico è sottovalutato”, con un pesante impatto sociale ed economico che ogni anno significa per il nostro Paese “un costo di 8 miliardi di euro e per ogni persona 3 giorni di malattia”, di assenza dal lavoro. “Aumentare la consapevolezza dei cittadini è il primo passo” per migliorare le condizioni di tutti.

L’iniziativa si avvale della collaborazione di “partner scientifici e istituzionali”, medici di medicina generale e farmacisti, che più di altri sono esperti di cosa realmente accade nei vari territori. “Rivolgersi a questi esperti e adottare uno stile di vita salutare” è la prima mossa, è convinto Dufeu. Se grazie all’informazione la consapevolezza del problema aumenterà – è il senso della campagna ‘Fermi mai! Via libera al movimento’ già attiva online e nelle principali farmacie – i pazienti sapranno interagire meglio con i professionisti della sanità, ottenere le risposte giuste e metterle in pratica.

“Creare sensibilità sul dolore muscolo-scheletrico e migliorare l’interazione fra paziente e professionisti sanitari sono le due priorità fondamentali” anche dal punto di vista di Claudio Jommi, presidente dell’Associazione italiana di economia sanitaria, professore di Economia aziendale-Dipartimento di Scienze del farmaco all’università del Piemonte Orientale e responsabile scientifico dell’Osservatorio farmaci del Cergas Sda Bocconi di Milano, che commenta così l’iniziativa: “Credo quindi che un punto di partenza ci sia stato: da un lato circoscrivere il fenomeno per avere una reale dimensione del suo impatto; dall’altro, in termini proattivi, migliorare l’informazione e la relazione con gli esperti, affinché il paziente sia in grado di gestire in modo appropriato il proprio dolore”.

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