Il Milan saluterà Imbrahimovic al termine della gara contro il Verona. San Siro si prepara all’addio al suo idolo: “Grazie per questi anni magnifici”.
Zlatan Ibrahimovic saluterà il Milan nella serata di domani, al termine della gara tra i rossoneri e il Verona, valevole per l’ultima giornata del Campionato di Serie A. L’addio del campione svedese dopo le voci delle ultime ore su un suo possibile rinnovo.
Il Milan ha comunicato che domani sera, dopo la gara tra Milan e Verona in programma alle 20:45, San Siro dirà addio a Zlatan Ibrahimovic. Le strade dello svedese – con il contratto in scadenza il 30 giugno 2023 – si separeranno definitivamente.
Lo ha reso noto il club con una nota: “Domani sera, al termine dell’ultima gara di campionato prevista alle 21 a San Siro, il Milan saluterà Zlatan Ibrahimovic con una breve cerimonia che coinvolgerà tutto il pubblico. AC Milan intende così ringraziare Zlatan per questi magnifici anni vissuti insieme”. I tifosi preparano i fazzoletti, con un San Siro che potrà rendere omaggio al suo idolo.
Ibra dunque come ampiamente previsto non rinnoverà per un altro anno il contratto. La sua stagione in effetti è stata molto complicata. Solo 4 le presenze, 1 gol, tanti infortuni. Le voci sul suo rinnovo erano circolate per tutta la settimana, senza smentite e conferme ufficiali.
Nella giornata di ieri poi l’intervista dello svedese sulla Gazzetta dello Sport, dove aveva risposto alle domande sul rinnovo alla sua maniera: “Non so nulla del contratto, ha fatto tutto Maldini, io ho firmato. Non so cosa c’era scritto“. Il campione ha sviato, poi è stato il turno di Pioli oggi in conferenza pre-match. Il tecnico ha detto di aver parlato con il calciatore molte volte di recente, e che la conversazione era giusto rimanesse privata. Le battute di Zlatan sul suo futuro hanno toccato poi anche Adriano Galliani: “Mi scrive ogni giorno da tre anni, mi dice di venire al Monza che è una città bella con tanta natura, e che il contratto è già pronto“.
Ibra non vuole lasciare il calcio, e la strada di un ritorno dal “condor” potrebbe essere oltre che la più suggestiva la più coerente. Riabbracciare il dirigente che lo aveva così fortemente voluto al Milan nell’estate del 2010, dopo l’anno difficile a Barcellona, sarebbe la chiusura di un cerchio per lo svedese che rimarrebbe a due passi dal Duomo e nel calcio europeo che conta.
Ibrahimovic lascia il Milan per la seconda volta. Rispetto all’estate del 2012 però, stavolta cambia il mondo. Imbrahimovic, dopo una carriera caratterizzata dal cambio di casacca e dai trasferimenti onerosi, arriva al Milan a 29 anni nell’agosto del 2010 per riportare il tricolore al diavolo e sfidare un’Inter fresca di triplete.
La piena maturità e la strapotenza di Ibra pagano, con i rossoneri che ritornano Campioni d’Italia subito nel segno dello svedese. Ma stavolta non è il solito Imbrahimovic, quello del veni, vidi, vinci. Il calciatore al Milan trova la sua stabilità, la sua famiglia. Eppure nel 2012, dopo uno scudetto perso ai danni della primissima Juventus di Conte, il sogno di rimanere in rossonero a vita per Zlatan si infrange, a causa dei conti dell’ultimo Milan berlusconiano che iniziano a scricchiolare.
Lo scrive lo stesso Ibra nel suo libro. Galliani sarà costretto a venderlo al Psg insieme a Thiago Silva, per la disperazione del tifo e la promessa infranta del dottor Galliani di non vederlo mai. Ibrahimovic volò a Parigi, rimanendo in collera per anni con l’allora a.d. rossonero. Ma il destino e un Milan in difficoltà hanno ridato nel 2019 la possibilità al gigante di Malmo di chiudere la carriera – o quasi – in rossonero. Dopo la parentesi MLS infatti, Ibra ritorna al Milan portandolo per mano dalla metà destra della classifica al clamoroso e quasi insperato trionfo dello scorso anno.
Lo aveva detto subito Ibrahimovic, durante la sua seconda parentesi: “Se giocavo da inizio stagione, lottavamo per lo scudetto“. Deriso, poi celebrato. Da lì è nato il Milan di Pioli, quello che post Covid ha totalizzato la media quasi di 2 punti a partita, arrivando secondo nella stagione 2020-2021, primo in quella 2021-2022, e ancora in Champions quest’anno, ma senza il suo totem.
Ibrahimovic domani darà il suo secondo addio ai rossoneri, rinati grazie anche alla leggenda come piace auto definirsi, ma stavolta – come cantava Pino Daniele – sarà tutta ‘nata storia.
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