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Cultura

Domenica al Museo: Pompei batte il Colosseo

L’iniziativa “Domenica al Museo”, promossa dal ministero della Cultura, ha visto Pompei battere di gran lunga il Colosseo.

Rovine a Pompei – Nanopress.it

Il 6 agosto era la prima domenica del mese, quando l’ingresso era gratuito nei musei e nei parchi archeologici statali. Solitamente è proprio il grande monumento simbolo della Capitale a registrare il boom di visite fra residenti e turisti italiani e provenienti dall’estero, invece quest’anno il parco di Pompei ha superato i 25mila visitatori, contro i 19.800 dell’Anfiteatro Flavio.

Boom di visite a Pompei

L’iniziativa “Domenica al Museo” promossa dal ministero della Cultura viene sempre accolta con grande entusiasmo da chi vuole approfittare di questa giornata per visitare gratis i musei e i parchi nazionali italiani. In occasione dell’ultima, che si è svolta il 6 agosto, sono stati studiati come sempre i dati e il risultato dimostra che il sito più scelto da turisti italiani e stranieri è stato il parco archeologico di Pompei.

È un po’ una novità perché sebbene le visite in questo luogo siano sempre considerevoli, solitamente a fare il pienone è il Colosseo di Roma, invece questo mese è stato staccato di un bel po’: 19.800 visitatori contro i 25.315 della città campana nota per l’eruzione del 79 d.C. che ha sepolto le vecchie strutture, oggi visibili in un parco dedicato.

La Campania ha conquistato anche il terzo posto della classifica dei luoghi più visitati in questa speciale domenica di agosto, infatti più di 12mila visitatori hanno ammirato la maestosa Reggia di Caserta. Poi, nella top ten c’è anche il Castel Sant’Elmo e Museo del Novecento, il Museo Archeologico Nazionale e a seguire il paro archeologico di Ercolano e altri siti campani. La regione ha registrato il boom di visite ma in generale l’iniziativa ha riscosso ancora una volta un largo consenso contribuendo a popolare le città semi abbandonate a causa del periodo vacanziero per cui tanti residenti partono.

Le prime parole di commento sono arrivate dal ministro Gennaro Sangiuliano: “La numerose presenze nei nostri siti culturali dimostrano il forte legame dei visitatori con il patrimonio italiano. Anche in pieno agosto, l’iniziativa rappresenta una bella occasione per rendere accessibile la cultura a tutti, incoraggiando le persone a scoprire le ricchezze italiane. Continuare con queste iniziative è fondamentale per salvaguardare le nostre bellezze e stimolare interesse e consapevolezza sull’identità culturale. Ringrazio il personale impegnato in queste ore per il lavoro svolto”.

Scavi a Pompei – Nanopress.it

C’era grande attenzione sui dati di agosto perché i mesi estivi sono sempre un po’ particolari e le persone preferiscono altre mete per rigenerare corpo e mente, invece i numeri hanno dimostrato che c’è una grande sete di cultura e conoscenza. Giornate come queste, che avvengono con cadenza mensile, vengono sempre accolte con entusiasmo da visitatori di ogni fascia d’età.

Un bel vanto per un Paese che ha tantissimo da offrire sotto questo punto di vista. A luglio l’affluenza registrata è stata di un totale di 230.433 persone. Sono tanti i siti da visitare nel nostro Paese e sul sito ufficiale del ministero della Cultura è possibile avere una panoramica completa, magari per organizzare la visita della prossima prima domenica del mese, intanto ci addentriamo più approfonditamente all’interno del parco archeologico che si è classificato al primo posto.

Pompei

Pompei è una città campana nota per la sua antenata sepolta nel 79 d.C. dall’eruzione vulcanica del Vesuvio che ormai è nota a tutti. Le rovine sono protette in un parco archeologico che è possibile visitare in ogni periodo dell’anno ma che appunto ogni prima domenica del mese diventa a ingresso gratuito come tanti siti italiani.

Fra queste c’è la Villa dei Misteri con affreschi e l’anfiteatro romano. Vari musei della parte nuova della città propongono stampe storiche per capire come si viveva un tempo a Pompei prima che il vulcano la seppellisse e oggi è bellissimo camminare in un luogo che purtroppo sappiamo essere di morte ma che comunque grazie alla cenere che lo ha ricoperto, è arrivato ai giorni nostri in un perfetto stato di conservazione, tanto che appunto in alcune zone è possibile ancora ammirare affreschi e incisioni antiche.

Sempre nei musei vengono esposte rocce vulcaniche dell’epoca. Il parco archeologico è un museo a cielo aperto diviso in diverse zone in cui ci sono ville, necropoli, le terme cittadine, l’anfiteatro romano e molti altri punti di interesse, circondati da una cinta muraria. Alcuni punti ancora non sono accessibili perché in fase di esplorazione, i visitatori hanno comunque a disposizione un’area di quasi 660.000 metri quadrati da esplorare lasciandosi trasportare indietro nel passato. Vivevano 20mila pompeiani nell’antica città fondata nel IX secolo a.C. e grazie alle guide è possibile capire usi e costumi di questa gente ma anche abitudini ormai perse nel tempo.

Ceneri e lapilli distrussero la città, la cui riscoperta e relativi scavi iniziarono nel 1748, riportando alla luce il sito che nel 1997 è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. È il secondo monumento italiano per visite dopo il Colosseo ma come abbiamo visto nei dati del 6 agosto scorso, lo ha superato.

Le prime testimonianze di vita nel territorio di Pompei sono molto antiche e risalgono appunto al IX secolo a.C., poi la città ha attraversato diverse epoche, come quella romana che ha portato alla costruzione di un anfiteatro ancora oggi visibile nell’estremo quadrante orientale.

Prima della terribile eruzione del 79, nel 62 c’era stato un terremoto che provocò numerosi danni e alcuni affreschi all’interno delle ville della vecchia Pompei ritraggono proprio le conseguenze di quel violento sisma. Anche prima dell’eruzione del Vesuvio – stimata dagli esperti nella data del 24 agosto del 79 – c’erano state delle scosse di terremoto fino a quando il tappo solidificato di magma viene rotto e dal cratere fuoriesce una letale pioggia di ceneri e lapilli che si abbatte sulla città.

Affreschi a Pompei – Nanopress.it

Furono 1.150 le vittime accertate, molte delle quali trovate sotto gli strati di lapilli. Hanno perso la vita all’interno delle ville crollate, altri mentre tentavano la fuga. Tramite tecniche avanzate, gli archeologi che negli anni hanno lavorato sulle rovine e sui corpi ritrovati, sono riusciti a ricostruire i momenti precedenti alla morte.

Dopo il violento evento la città non venne più ricostruita, anzi al suo posto iniziò a insediarsi la vegetazione, che ne determina la definitiva scomparsa fino appunto ai lavori che verranno avviati secoli dopo. Tutta questa storia è solo una parte di quello che c’è da sapere su Pompei e speriamo di aver stimolato la curiosità e la voglia di visitare questo particolare luogo di morte ma allo stesso tempo di grande fascino perché proprio lo strato che ha sepolto l’antica città, le ha permesso di arrivare a noi quasi perfettamente intatta.

Claudia Marcotulli

Diplomata in grafica pubblicitaria, amo l'arte, la natura, gli animali, la grafica, la fotografia e la scrittura.

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