È dal 2009, con Valentino Rossi ovviamente, che un italiano non vince un Mondiale di Moto Gp. Certo, ci si può consolare con i due titoli di fila della Ducati nella categoria costruttori, ma non è proprio la stessa cosa. Perché, a differenza della Formula 1, in cui gli italiani (quasi tutti) fanno il tifo per la Ferrari, tra le “motociclette” si tende più a tenere per il pilota che per la scuderia.
Promessa doverosa a parte, Francesco “Pecco” Bagnaia già la prossima settimana, nel circuito di Sepang in Malesia (quello in cui è morto Marco Simoncelli), potrebbe mettere fine a questo digiuno che dura da 13 anni. Al momento ha 14 punti di vantaggio su Fabio Quartararo, francese di origini siciliane, ma deve guardarsi le spalle anche da Aleix Espargarò, pilota dell’Aprilia. Tutte le combinazioni per vedere di nuovo un italiano trionfare nella Moto Gp.
Il Mondiale di Moto Gp è iniziato il 6 marzo nel circuito di Losail in Qatar e finirà (ufficialmente) il 6 novembre, esattamente sette mesi dopo, a Valencia, nel circuito Ricardo Tormo. Di cose ne sono successe parecchie, specialmente per Francesco “Pecco” Bagnaia, il pilota torinese della Ducati che aspira a diventare (o lo è già diventato?) il successore di Valentino Rossi.
Ecco sì, a proposito del nove volte campione del mondo, questo di quest’anno è stato il primo Mondiale in cui, dopo 25 anni di onorata carriera, “The Doctor” ha deciso di non esserci. E forse è un caso o forse semplicemente un segno del destino, ma a 13 anni dall’ultima volta in cui era stato proprio lui a trionfare, un altro italiano potrebbe aggiudicarsi il titolo iridato.
E dire che non era proprio iniziata nel migliore dei modi l’avventura di Pecco. Al decimo Gran Premio, pur avendo vinto al Mugello, a casa sua, Bagnaia aveva 91 punti di distanza da Fabio Quartararo, il francese della Yamaha campione in carica. In Olanda, poi, ad Assen, è partita la rimonta: con quattro Gp vinti dal 26 giugno (e un secondo posto ad Aragona) ha riacquistato terreno di molto – e ha anche compiuto un’impresa che non si vedeva da anni nelle moto.
Ieri poi, in Australia, nel circuito di Philipp Island, ha sorpassato il diretto sfidante e si è portato addirittura a 14 punti di vantaggio da lui e addirittura a 27 da Aleix Espargarò. E quindi già dalla Malesia, nel circuito di Sepang – che a noi italiani ricorda soprattutto (e purtroppo) Marco Simoncelli –, domenica prossima, potrebbe riportare a casa un Mondiale di Moto Gp.
Ma vediamo come potrebbe riuscire Bagnaia a conquistare il titolo un Gp prima del previsto. Allora, se dovesse arrivare primo e Quartararo dalla quarta posizione in poi, il torinese si laureerà campione del mondo, e questo indipendentemente da come andranno le cose per lo spagnolo dell’Aprilia.
Se, invece, dovesse arrivare secondo, conquistando solo 20 punti, tra lui e l’italo-francese dovrebbero esserci almeno sette piloti. Chiaramente Espargarò, però, non dovrebbe vincere al posto di Pecco, ecco. Qualora, ancora, dovesse arrivare terzo, il pilota Yamaha dovrebbe scivolare dall’undicesima posizione a scendere e lo spagnolo non dovrebbe arrivare né primo, né secondo.
Dalla quarta posizione in poi, la faccenda si fa un po’ più complicata. In quel caso, infatti, il campione del mondo in carica dovrebbe conquistare al massimo due punti e quindi arrivare 14esimo e il pilota Aprilia dovrebbe tenersi fuori dal podio, esattamente come Bagnaia. Se tutto andasse male e arrivasse solo quinto, l’italo-francese non dovrebbe proprio andare a punti, mentre per Espargarò dovrebbe andare come sopra.
Il sesto posto, invece, rimanderebbe tutto a Valencia, a prescindere da come andranno le cose. Oddio no, perché una vittoria di “El Diablo” ribalterebbe di nuovo le gerarchie e lo vedrebbe avanti di un solo punto. Uno scenario, però, che non preoccupa neanche Giacomo Agostini, il pilota più titolato di sempre, che guarda a caso è anche italiano.
“Pecco ha superato in classifica il povero Quartararo, ma mi sa che non lo ferma più nessuno”, ha detto “Ago” in un’intervista alla Repubblica. Certo, tutto può succedere anche perché, ha continuato, “il francese è bravo, però oggi la Ducati è la Ducati. Con Pecco, la moto forma un binomio eccezionale, una cosa bellissima sbocciata in maniera prepotente“.
Bagnaia “viaggia su di un’autostrada libera: gli basta finire primo ancora una volta — ci può riuscire benissimo, quella malese è una pista favorevole – e praticamente è fatta. In sella si trova alla perfezione, come gli altri ducatisti: Bezzecchi ha già vinto il titolo di migliore esordiente dell’anno, non è un caso“, ha spiegato ancora.
Quanto alla scelta di non spingere troppo in Australia, Agostini l’ha appoggiata in pieno perché “è stato prudente e intelligente“: “Pensa – ha concluso – se per seguire l’istinto e cercare a tutti i costi di vincere, fosse finito in terra“. Sia mai, piuttosto meglio godersi il primo posto nella classifica generale, che fino a metà giugno, in pratica era un sogno a occhi aperti. Il feeling ritrovato con la Ducati e nuove consapevolezze hanno fatto il resto, e ora non resta che attendere e incrociare le dita.
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