Cambia l’orchestra ma la musica è sempre la stessa: stonata. Le domeniche a piedi sono uno dei provvedimenti in assoluto più inutili che esistano. Servono solo, una volta di più, a punire gli automobilisti per ragioni ideologiche. Non c’è nemmeno la scusa degli alti livelli di polveri sottili nell’aria, perché vengono programmati ed eseguiti a prescindere da quanto inquinamento ci sia nell’aria. Si fanno anche se pioggia o vento spazzano via le sostanze nocive.
E’ la solita perversa visione delle lobby ambientaliste: l’automobile è il problema dei problemi e va distrutta. Purtroppo queste lobby, cioè gruppi organizzati di pressione politica, hanno sempre l’attenzione di chi occupa le poltrone importanti. Nel caso di Roma, dobbiamo constatare che il Movimento 5 stelle e il sindaco Virginia Raggi non si stanno mostrando molto diversi da chi li ha preceduti. Riecco dunque le domeniche a piedi. Ben quattro giornate, una al mese, per ora. Quattro giornate in cui gli automobilisti romani saranno prigionieri nella città dove pagano tasse non certo basse, in cambio di servizi non certo all’altezza.
Questo è il calendario: 11 dicembre 2016; 22 gennaio, 26 febbraio e 26 marzo 2017. In quelle giornate sarà vietata la circolazione dentro la fascia verde di tutti i veicoli provvisti di motore a combustione, dalle 7.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 20.40. Il paradiso di quelli che vogliono camminare in mezzo alla strada. Perché venire investiti da un’auto elettrica non fa male. Dopo queste domeniche l’aria di Roma diventerà pulitissima. Nella propaganda, certamente.