Domenico Maurantonio, il ragazzo precipitato dal quinto piano di un albergo di Milano durante una gita nel maggio 2015, non sarebbe caduto accidentalmente né si sarebbe suicidato. Nella morte dello studente del liceo scientifico Nievo di Padova, “hanno avuto un ruolo anche altre persone”, è l’ipotesi del legale, Eraldo Stefani sulla base della perizia di parte dell’avvocato della famiglia.
Se da un lato la perizia dei tecnici nominati dalla procura hanno evidenziato la non partecipazione di altre persone alla morte di Domenico, quella svolta su richiesta dell’avvocato sembra invece dimostrare il contrario. “Le analisi fatte sul corpo e sul luogo della morte dimostrano che Domenico fu tenuto da qualcuno per le gambe, e rimase sospeso a testa in giù nel vuoto prima di precipitare”, ha affermato Eraldo Stefano. Dubbi anche sul ritrovamento del cadavere: “Il corpo, dopo la caduta, non poteva trovarsi nella posizione in cui è poi stato scoperto la mattina dal personale dell’albergo. Qualcuno deve quindi averlo spostato, nel tentativo di rianimare il giovane o più probabilmente di nascondere il cadavere o depistare in qualche modo le indagini” ha aggiunto il legale della famiglia Murantonio.
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