Donald Trump cita Benito Mussolini e finisce di nuovo nell’occhio del ciclone. Il tycoon, in lotta per la candidatura repubblicana alla Casa Bianca è caduto nel tranello teso dal profilo @ilduce2016, creato dal blog newyorkese di gossip Gakwer e ha ritwittato una delle frasi più celebri del ventennio fascista. “Meglio vivere un giorno da leone che 100 anni da pecora”: è questa la frase incriminata. La polemica ha preso immediatamente fuoco negli States, anche perché nei giorni scorsi, Trump ha ritwittato messaggi di suprematisti bianchi e ha avuto l’appoggio di David Duke, ex leader del Ku Klux Klan.
Tra fascismo e razzismo, con le sue dichiarazioni choc e gli insulti continui Trump si sta costruendo un’immagine che sta spaventando sempre più gli americani, ma non tutti, viste le recenti vittorie alle primarie. La frase, attribuita a Mussolini, ha messo in allarme più di un commentatore. Intervistato dalla Msnbc, il miliardario non ha disconosciuto l’affermazione e anzi, se ne è appropriato. “È una citazione interessante; che differenza fa se è di Mussolini o di un altro?”, ha risposto al giornalista che gli chiedeva spiegazioni. Non ha paura di essere associato al dittatore italiano, spiega, perché vuole “essere associato a belle citazioni”.
C’è da dire che la frase in questione è erroneamente attribuita a Mussolini. In realtà fu coniata da Ignazio Pisciotta, bersagliere della Prima Guerra Mondiale ed eroe di guerra. Fu lui a idearla nel corso del conflitto, durante la seconda battaglia del Piave, quando creò anche la frase, “Tutti eroi! O il Piave o tutti accoppati!”. La più celebre rimane senza dubbio “Meglio vivere un giorno da leone che cent’anni da pecora” che scrisse sui muri nelle zone teatro di guerra. Mussolini ne fu colpito e iniziò a usarla per creare l’immagine dell’Italia fascista: il successo su tale che, ancora oggi, si crede sia sua.
Quello che conta, nel caso di Trump, è che è caduto nel tranello teso da Gawker. Il blog ha creato questo profilo con la foto di Mussolini che indossa una parrucca bionda come quella di Trump. L’intento era di sottolineare la pericolosità delle sue affermazioni, citando frasi del dittatore fascista in linea con la sua politica. Il trucco ha funzionato e il miliardario si è dovuto difendere, anche perché non è la prima volta che usa affermazione di stampo razzista. Il fatto che l’ex numero uno del KKK lo abbia appoggiato con chiarezza (“Non votare Trump sarebbe tradimento“, ha dichiarato Duke), rende il quadro ancora più fosco.
Aggiungiamo anche un altro tassello, l’intervista che Vanity Fair fece all’ex moglie Ivana Trump nel 1990, in cui rivelò che il marito teneva sul comodino il libro My New Order, raccolta dei discorsi di Adolf Hitler. Come spiegherà agli americani, che hanno combattuto il nazifascismo liberando l’Italia dallo stesso Mussolini da lui citato, queste sue ‘passioni’?
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