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L’incontro fra Donald Trump e Kim Jong-un alla fine c’è stato. Lo storico faccia a faccia fra i due leader è durato 40 minuti e si è svolto alle 9 del mattino (le 3 in Italia) nell’hotel Capella sull’isola di Sentosa (Singapore).
Mentre da una parte Trump rompe i ponti con gli alleati storici degli Stati Uniti, in primis con il Canada di Justin Trudeau definito “debole” e “disonesto” per via della guerra dei dazi, dall’altra parte apre a qualcuno che forse gli somiglia di più, se non altro nei modi netti e sbrigativi: il dittatore nordcoreano Kim Jong-un.
Quello di oggi è stato solo un colloquio preliminare a quelli che dovranno essere i veri accordi. Sul tavolo c’è l’operazione di denuclearizzazione della Corea del Nord, una potenza atomica che conta 10.000 esperti, circa 55 testate atomiche, nonché un arsenale di altri missili dalla potenza devastante. Gli USA dunque puntano alla fine della minaccia atomica nordcoreana e Kim Jong-un punta a portare benefici economici al suo paese ridotto alla fame. I quattro attori che guardano con maggiore interesse agli eventi sono la Russia di Putin da sempre attenta allo spostamento degli equilibri di potere che coinvolgono i rivali Stati Uniti, la Cina di Xi Jinping che punta a far cessare la minaccia atomica nordcoreana ma che al tempo stesso non vuole perdere le commesse di un importante partner commerciale, e poi infine Giappone e Corea del Sud, nazioni da sempre minacciate dai deliri atomici di Kim Jong-un.
Torniamo a Donald Trump e Kim Jong-un: i due solo poche settimane fa si minacciavano a colpi di tweet, con Trump che replicava alle minacce nordcoreane annunciando l’arrivo di missili “nuovi, belli e intelligenti”. Uno dei mediatori del vertice è stato Xi Jinping, il presidente (leggi “monarca assoluto” ndr) della Repubblica popolare cinese, intenzionato a stemperare le tensioni nell’area.
Una nota a margine: nonostante le pacche sulle spalle e i sorrisi e nonostante le battute di entrambi (“Fate buone foto che ci facciano apparire gradevoli, belli e magri”) prima di firmare lo storico accordo Kim Jong-un ha imposto ad un suo agente della sicurezza dotato di guanti in lattice di controllare la penna poggiata sul tavolo. Amichevoli sì, amici mai. D’altra parte non troppo tempo fa Kim Jong-un ha fatto uccidere il fratellastro con una tecnica degna di un film di James Bond.
Speriamo che le parole di distensione con le quali si è chiuso il vertice portino a qualcosa di positivo: “Abbiamo fatto un sacco di progressi, l’incontro è andato meglio di quanto chiunque potesse aspettarsi”, ha dichiarato Trump. “Ci saranno sfide davanti ma lavoreremo con Trump. Supereremo tutti i tipi di scetticismo e le speculazioni su questo summit e credo che questo sarà un bene per la pace”, ha aggiunto invece Kim.
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