Donald Trump è stato indagato anche per l’assalto a Capital Hill

L’ex presidente degli Stati Uniti è stato indagato anche per l’assalto al Campidoglio del gennaio 2021: Donald Trump ha 4 giorni per costituirsi.

Donald Trump
Donald Trump – Nanopress.it

La comunicazione è arrivata ancora dal procuratore Jack Smith. Adesso Donald Trump è indagato anche, come si era pienamente pronosticato nei mesi scorsi, per l’assalto di Capital Hill del 6 gennaio 2021, quando centinaia di sostenitori dell’ex presidente degli Stati Uniti diedero vita a un disgustoso assalto al Campidoglio creando il pandemonio, ferendo delle persone e mettendo a soqquadro gli edifici. Un anno nero per l’ex presidente, che nel 2023 ha dovuto far fronte a diverse grane dal punto di vista giudiziario. Dal caso Stormy Daniels a quello dei documenti ritrovati nella sua villa in Florida di Mar a Lago: la sindrome da accerchiato (falsa) e la narrazione di una persecuzione in piena campagna elettorale.

Donald Trump, indagato anche per l’assalto di Capital Hill

L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in carica durante i disordini di Capital Hill, è stato indagato dal procuratore distrettuale. La comunicazione è arrivata ancora da Jack Smith, il quale ha fatto sapere che è in corso un’indagine a suo carico sull’assalto della folla al Campidoglio avvenuto in data 6 gennaio 2021. Trump ha adesso 4 giorni, scrivono i media americani, pre costituirsi.

Lo ha rivelato in seguito lo stesso imprenditore ex inquilino della Casa Bianca, il quale è intervenuto sul suo social di fiducia, Truth. A proposito di social, una delle prime accuse lanciate contro Trump era stata quella di aver aizzato la folla e fomentato le allora suscettibili masse in piena pandemia, tramite post su Twitter. Ma dal gruppo Meta a quello guidato adesso da Elon Musk Trump non ha ricevuto che strada sbarrate negli ultimi anni, cancellazioni di post e di account per le divulgazioni e il potenziale esplosivo rappresentato dai suoi contenuti. Tornando al post su Truth, l’ex presidente repubblicano ha voluto ancora puntare il dito su Smith e Biden. L’attuale leader dei dem al capo del governo degli States infatti è stato individuato da Trump come colpevole di quella che lui stesso definisce una perquisizione nei suoi confronti: “Jack Smith il folle, procuratore del dipartimento di Giustizia di Joe Biden, mi ha inviato una lettera (di nuovo, era domenica notte!) affermando che io sarei oggetto di un’inchiesta da parte del grand jury del 6 gennaio. Mi vengono dati solo 4 giorni per costituirmi al grand jury, cosa che quasi sempre significa arresto ed incriminazione”.

Ma nel post non mancano gli attacchi anche ad altri esponenti del governo americano, come quello al ministro della Giustizia, accusato di strumentalizzazione e interferenza politica. Su Merrick Garland Trump scrive: “Vuole eliminare il numero uno, il loro avversario”. Una “caccia alle streghe” secondo il miliardario imprenditore, che vede come una interferenza elettorale.

Trump infatti ha da mesi fatto sapere che si candiderà con i repubblicani per le elezioni del 2024, così come Joe Biden: “Un’interferenza elettorale ed un uso completo e totale delle forze dell’ordine come arma politica. Niente del genere è mai successo nel nostro Paese” si legge ancora nel post.

Trump, ancora un’indagine a carico dell’ex presidente

Si tratta questo dell’ennesimo caso giudiziario che ha coinvolto Donald Trump negli ultimi mesi. Il 2023 è stato nero per il magnate finito al centro di diversi scandali a partire dal sex Gate e del caso Stormy Daniels. L’ex presidente era stato infatti accusato dopo una relazione del 2006 con la porno attrice, di averla pagata 130mila dollari per tacere sull’affaire avuto quasi 20 anni fa. La donna aveva 27 anni, mentre Trump 60 e la moglie Melania aveva appena partorito. Un caso lunghissimo questo, partito nel 2011 e tornato in voga dopo l’elezione di Trump nel 2016. Proprio nel 2011 infatti l’ex attrice aveva raccontato la sua relazione con Trump alla CBS, ma il programma non venne mai mandato in onda a causa delle avvisaglie di Michael Choen, avvocato allora del Tycoon. Dopo la denuncia di Daniels, Trump viene invitato a testimoniare davanti al gran giurì ma declina e il 30 marzo viene incriminato.

Ma non è questa l’unica grana, visto che oltre agli attacchi di Capital Hill ben noti e relativamente recenti, c’è stato un altro scandalo che ha coinvolto l’ex presidente Usa, ossia  quello riguardante dei documenti top secret.

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Donald Trump – Nanopress.it

All’ex numero uno della Casa Bianca infatti è stato notificato negli scorsi mesi di essere stato sottoposto a indagine penale – che precede l’incriminazione – per i documenti segreti trovati a Mar a Lago, nella sua abitazione

All’ex presidente americano Donald Trump è stato notificato di essere sottoposto ad un’indagine penale (passo che precede un’incriminazione) nell’ambito della gestione dei documenti segreti ritrovati nella sua abitazione a Mar a Lago, villa di Palm Beach in Florida.

Seconda ai tempi, adesso terza incriminazione in pochi mesi per reati federali, per un ex presidente Usa, un episodio senza precedenti. Anche in quel caso Trump non aveva certo risparmiato i vittimismi, scrivendo duramente sui social di non aver fatto nulla di male e che sarebbe stato da anni nel mirino del ministero della Giustizia e dell’FBI. La solita narrazione da accerchiamento e da caccia alle streghe, proprio come accaduto oggi. Così come lo stesso attacco era stato sferrato sempre al procuratore Jack Smith nominato in quel caso dal ministro della Giustizia Merrick Garland, due figure che insieme a Biden sono viste da Trump come i suoi acerrimi nemici.

Ma Trump ha sempre ostentato sicurezza, facendosi forza e trovando nei nemici capri espiatori su cui potersi sfogare e sui quali attirare le attenzioni della folla. Uno dei mantra ricorrenti infatti di Donald Trump è stato quello, negli ultimi anni, della persecuzione nei suoi confronti e queste indagini non fanno altro per le logiche dei suoi seguaci che confermare quelle discutibili tesi.

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