Dopo l’esito del referendum in Venezuela voluto dagli oppositori di Nicolas Maduro, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha già fatto sapere di essere pronto a stabilire sanzioni economiche ”forti e immediate” contro la Repubblica Bolivariana nel caso in cui il ”regime di Maduro imponesse la sua Assemblea Costituente il 30 luglio”. Nella nota diffusa prontamente dalla Casa Bianca, il presidente Trump ha tenuto a precisare che non resterà a guardare mentre il ”Venezuela va sgretolandosi”.
Citando il referendum indetto dall’opposizione in cui oltre sette milioni di venezuelani hanno votato contro il piano di Maduro di riscrivere la Costituzione, Trump ha ricordato: ”Il popolo venezuelano ha nuovamente messo in chiaro che è per la democrazia, la libertà, lo stato di diritto. Eppure le loro azioni forti e coraggiose continuano ad essere ignorate da un pessimo leader che sogna di diventare un dittatore”, si legge nel comunicato del presidente Trump.
Il presidente degli Stati Uniti ha poi ribadito il suo appello affinché vengano indette ”elezioni libere e giuste” e ha espresso il suo sostegno al popolo venezuelano ”nel tentativo di ristabilire una democrazia piena e prospera nel loro paese”.
Nel mese di giugno, il segretario di Stato Rex Tillerson aveva già annunciato che il governo di Trump stava lavorando su un “elenco completo” di sanzioni per contrastare le violazioni dei diritti umani in Venezuela. Secondo i media, gli Stati Uniti ritengono giusto estendere queste sanzioni anche al settore energetico.
Il presidente Maduro ha reagito alla minaccia di sanzioni da Washington, parlando contro l’imperialismo americano, e ribadendo che in Venezuela comandano i venezuelani e nessuno riuscirà a bloccare il Paese che ”è un paese libero e sovrano” e non si lascerà ”scoraggiare da nessuna minaccia al mondo”.