Donald Trump ce l’ha fatta: è lui il 45esimo Presidente degli Stati Uniti. Il candidato fuori dagli schemi, sessista e misogino, dai toni aggressivi con chiunque, specie con le minoranze e gli immigrati, che ha incassato l’appoggio dei gruppi suprematisti bianchi prima di quello del suo stesso partito, succede a Barack Obama. Dopo il primo presidente afroamericano, gli USA avranno il primo miliardario senza alcuna esperienza politica alla Casa Bianca. In molti sono terrorizzati, anche perché il biglietto da visita di Trump non è stato dei migliori, con una campagna elettorale in cui se l’è presa con tutti, persino con i disabili. Eppure gli americani lo hanno votato con convinzione e hanno deciso che sarà lui il loro Commander in Chief. Cosa succederà ora? Potremmo affidarci agli unici in grado di predire la sua elezione ben 16 anni fa, cioè I Simpson, e provare a immaginare il mondo di Donald Trump presidente.
A differenza di tutti i sondaggi e dei media di mezzo mondo che davano la vittoria della Clinton come certa, i soli ad aver indovinato il futuro di Trump sono stati i personaggi di Matt Groening, nell’epidosio “Bart to the future”, mandato in onda nel 2000. Ora, cerchiamo di mettere in ordine le idee.
La chiave del successo di Trump
Prima di tutto proviamo a inquadrare Donald Trump e i motivi del suo successo. Di lui sappiamo molto, dalla sua vita professionale a quella privata. Diretto ai limiti dell’insulto nei confronti degli avversari, pronto ad attaccare chiunque pur di difendere la sua idea di America, persino il Papa: tutto questo è già noto.
Quello che forse sfugge è la sua capacità di parlare agli americani del dopo-crisi. Le sue competenze mediatiche, l’aver costruito la perfetta immagine dell’americano che si è fatto da solo, hanno avvicinato il miliardario spocchioso, arrogante, maschilista e xenofobo alla middle class americana, uscita con le ossa rotte dalla crisi economica. Trump non parla solo ai ricchi, si rivolge alla pancia dell’America che teme di aver perso il ruolo di guida nel mondo. “Make America Great Again”, ossia “rendere l’America ancora grande” come recita il suo slogan elettorale, è stata la carta vincente. Proviamo ora a immaginare come sarebbero gli Stati Uniti di Donald Trump, Simpson permettendo.
L’America dell’era Trump
Clandestini addio, via i musulmani, più armi per tutti, welfare azzerato, protezionismo e libero mercato a braccetto. L’America di Trump sarebbe più o meno così.
Al confine con il Messico un bel muro alto dodici metri, pattugliato 24 ore su 24, rende impossibile entrare nel Paese. Quelli che vivono già negli Stati Uniti senza permesso di soggiorno sono stati deportati. Circa 12 milioni di persone hanno lasciato il Paese: i giardinieri, gli uomini che puliscono le piscine, quelli che cucinano nei fast food, che guidano i taxi di notte, che lavano i piatti nei ristoranti, che puliscono gli hotel e le case, che badano ai bambini, che svolgono i lavori più umili per stipendi da fame (e pagati in nero). Risultato? Piscine sporche, niente più baby-sitter a 8 dollari l’ora per andare in palestra, meno Big Mac per tutti, addio a tacos, tortillas e tequila, mai più hot dog per le strade a tutte le ore del giorno e tutti a piedi a Manhattan.
Sei milioni di musulmani americani hanno avuto il foglio di via, compreso Kareem Abdul-Jabbar: i Lakers hanno rimesso la maglia n.33, lui allena la nazionale del Canada e ha già battuto il White Dream Team americano alle ultime Olimpiadi.
Vista la sua passione per le armi, ogni adolescente ne riceverà una per il 14esimo compleanno, prima ancora di poter guidare. Orde di ragazzini in piena crisi ormonale girano armati per le strade, ma è per la loro sicurezza, anche perché i veri uomini risolvono i problemi con una bella pistolettata in stile Far West. A proposito: Clint Eastwood è stato imbalsamato ed esposto allo Smithsonian museum come fulgido esempio dell’unica star di Hollywood ad aver appoggiato l’amato Presidente.
Pagarsi una visita medica o la pensione è impossibile per metà degli americani, visto che tutto è in mano ai privati. Eccole allora le code chilometriche al confine col Messico ma per entrare: lì i dottori magari ti danno la tequila come anestetico ma almeno ti curano.
Le donne americane hanno diritto a una chirurgia plastica come regalo dei 18 anni: bisogna essere perfette per aspettare il marito a casa ora che lavoro e potere sono prerogative degli uomini. E poi, senza l’aborto, le case degli americani sono tornate a riempirsi di bambini. In più, mica vorranno essere dei “pigs” (maiali) o peggio ancora “nasty” (cattive)?
Il mondo dell’era Trump
L’America è barricata nei suoi confini.
Il Canada ha dovuto costruire il muro al confine per fermare l’esodo degli americani e il Messico ha iniziato di sua iniziativa a realizzare il suo nella speranza di bloccare il flusso di rientro degli ex migranti e degli americani in cerca di cure o di un tacos di contrabbando.
Nell’intenzione di colpire l’Isis, Trump ha bombardato l’Iran (non riesce proprio a distinguerli Iraq e Iran), scatenando una reazione a catena. L’Arabia, per la prima volta nella storia, è scesa al fianco dello storico nemico e tutti i Paesi del Golfo hanno minacciato di scendere in guerra, se mai Trump uscirà dai confini americani.
Israele ha costruito la più grande bomba nucleare mai ideata dall’uomo e minaccia di far esplodere mezzo mondo ora che è rimasto solo contro tutti nel bel mezzo del Medio Oriente.
La Siria non esiste più: dopo l’accordo con Vladimir Putin, le truppe americane sono sbarcata a Damasco e hanno fatto piazza pulita di tutto e tutti, donne e bambini compresi, creando il nuovo staterello di Assharria, in onore di Bashar al-Assad. Anche perché, ammettiamo, ci avevano un po’ stressato tutte quelle immagini strappalacrime dei profughi, e poi sono sempre musulmani no?
Anche la Cina ha ordinato a Trump di non mettere mai più piede fuori dagli States. Dopo averli additati come la causa di tutti i mali, i fondi cinesi hanno ritirato tutti gli investimenti negli Stati Uniti (che infatti sono ripiombati in un incubo economico-finanziario senza precedenti), Trump ha ordinato il boicottaggio di tutti i prodotti made in China. Ora gli americani pagano 500 dollari per un involtino primavera di contrabbando.
E in Europa? Noi in Italia, abbiamo sperato di bloccare l’afflusso di americani senza riuscirci, con l’UE che si è lavata le mani perché gli immigrati sono immigrati. Così, ci troviamo invasi da ex bovari e dobbiamo insegnare proprio tutto a queste persone, da come usare il bidet a come fare il sugo, prima di mangiare anche noi spaghetti col ketchup.