Twitter ha rimosso per sempre l’account dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. A definire il ban definitivo del tycoon è stato Ned Segal, CEO del popolare social network.
“Se vieni rimosso dalla piattaforma, vieni rimossa dalla piattaforma. Ricordatevi che la nostra politica ha come principio quello di garantire che non venga permesso l’incitamento alla violenza” ha detto il CEO di Twitter durante un’intervista con la CNBC.
L’account di Donald Trump, prima della cancellazione, contava 88 milioni di follower. Con l’arrivo definitivo del ban l’ex presidente americano non potrà così più tornare sul noto social network, nemmeno in caso di una nuova candidatura.
I fatti di Capitol Hill e il ban definitivo di Donald Trump
Nel corso degli anni Trump ha più volte utilizzato il suo account Twitter per pubblicare fake news e insulti agli avversari. A maggio dello scorso anno era stato proprio Twitter ad iniziare a segnalare i suoi tweet e il 9 gennaio scorso è arrivata la sospensione. Il popolare social network aveva deciso di bannare Trump “a causa del rischio di ulteriore incitamento alla violenza”. Un rimando agli scontri a Capitol Hill, durante il quale hanno perso la vita 5 persone.
“Queste sono le cose che succedono quando un’elezione sacra, vinta a valanga, viene così brutalmente portata via dalle mani dei grandi patrioti che sono stati trattati male ingiustamente così a lungo”. Questo è solo uno dei tweet pubblicati da Donald Trump dopo l’assalto di Capitol Hill dello scorso 6 gennaio.
Ma non solo. L’ex presidente USA ha anche scritto: “A tutti quelli che me l’hanno chiesto, non andrò all’inaugurazione del 20 gennaio”. Questo tweet in particolare faceva riferimento alla cerimonia d’insediamento del 46esimo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.
Anche altri social network hanno deciso di bannare, al momento in via temporanea, Donald Trump. Infatti, a seguito dei fatti di Capitol Hill, il tycoon è stato bloccato anche da Facebook e da Instagram.