Secondo i sondaggi del NYT il candidato alle presidenziali Donald Trump sarebbe il preferito dai repubblicani: 54% di preferenze.
Donald Trump, secondo un recente sondaggio del New York Times, sarebbe avanti di 37 punti rispetto al repubblicano DeSantis, per quanto riguarda le preferenze interne al partito. L’ex presidente Usa è ancora il più amato tra i conservatori, i moderati, tutte le fasce dell’elettorato, e il governatore della Florida non riesce ancora ad emergere. Per le presidenziali 2024 intanto si prospettano fuochi d’artificio. Gli attacchi di Trump a Biden: “Non è in grado di mettere due parole in fila”
Un misero 17% per Ron DeSantis, l’uomo che avrebbe – a detta dei repubblicani – dovuto sostituire Donal Trump. Ma le politiche del governatore della Florida apprezzate anche da parte dei democratici non hanno convinto pare l’elettorato. Lo dicono i numeri riportati dal New York Times, che tramite un recente sondaggio ha fatto emergere come gli elettori repubblicani siano ancora attaccati al magnate ex presidente, e questo nonostante i guai giudiziari e le sue bizzarre opinioni su guerra e attualità.
E in effetti Trump sembra non avere degni rivali in casa, eccezion fatta per DeSantis che però quando ha avuto la possibilità di prendere le distanze e portare avanti una nuova linea politica ha deciso – nel momento clou – di prendere le parti di Trump una volta incriminato.
Una scelta che solo le elezioni potranno dirci se ha di fatto giovato al partito repubblicano, anche se il presente ci dice che questo allineamento ha portato il governatore della Florida ad essere un riflesso di quello che adesso sarebbe l’ariete dei repubblicani per il 2024. Ancora peggio hanno fatto l’ex governatrice del South Carolina Nikki Haley, e il senatore Tim Scott, che hanno racimolato solo un 3%. Trump sarebbe secondo il NYT in vantaggio in ogni gruppo e area demografica.
Scendendo nel dettaglio del confronto tra DeSantis e Trump, emergono a sostegno della tesi che vedeva il governatore della Florida avanti in alcuni ambienti dati piuttosto eloquenti. Trump è avanti infatti tra coloro i quali si definiscono “molto conservatori”, fa notare il quotidiano newyorkese, che propendono per lui con il 65% contro il 15% di DeSantis. Solo 13% dei repubblicani laureati sceglie DeSantis, famoso per la sua politica anti-woke, ma la percentuale scende ancora al 9% tra i votanti over 65. La particolarità del confronto viene messa in luce da un più che singolare dettagli: il New York Times ha fatto notare come la maggior parte degli intervistati ha detto di avere simpatia per DeSantis, ma di essere innamorati di Trump.
No, a quanto pare l’elettorato non ha perso fiducia in Donald Trump dopo i suoi guai con la legge. Del resto l’ex presidente non ha certo fidelizzato i votanti repubblicani con il rispetto dei codici etici, con la credibilità e con il savoir faire (basti pensare che tra i militanti conservatori la lotta al politically correct è una delle più feroci).
Il consenso ha raggiunto semmai picchi dopo le accuse federali, tra i documenti ritrovati nella sua villa di Mar-a-Lago, e quelle riguardanti altri scandali. Donne, giovani, laureati e non, anziani, moderati, abitanti dei sobborghi e delle aree metropolitane, fino alle rurali. Al momento non vi è fascia che ha perso fiducia nel miliardario ex coinquilino della Casa Bianca, che nella corsa alle presidenziali del 2024 si dice anche avanti a Biden.
La leva della sindrome da accerchiamento pare funzionare, e insieme a quella continua di pari passo a crescere il consenso. Senza nessuna sorpresa, Trump ha di recente affermato che l’ultimo scandalo, ossia l’annuncio dell’indagine a suo carico per quanto success il 6 gennaio a Capitol Hill, sarebbe un ulteriore mossa per attaccarlo in quanto avanti a Biden. Per l’attuale presidente non mancano certo gli attacchi personali: “Ogni volta che i sondaggi mi danno in vantaggio su Joe Biden, la giustizia mi attacca. Non è mai successo nella storia degli Usa. Biden non è in grado di mettere due parole in fila, dobbiamo ritornare grandi di nuovo” ha detto Trump durante un incontro con i suoi sostenitori in Iowa.
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