Italia leader in Europa per numero di donazioni di organi e tessuti, seconda solo alla Spagna. Aumentano anche gli interventi di trapianto.
I reni quelli maggiormente trapiantati. Tre casi di trapianto anche di utero.
Aumentano le donazioni
L’Italia virtuosa nella solidarietà, è in cima alla classifica europea quando si tratta di donazione di organi e tessuti. Nel Vecchio Continente solo la Spagna ha fatto meglio di noi nel 2022. A dirlo è un report preliminare del Centro nazionale trapianti, presentato oggi dal Ministro della Salute Orazio Schillaci insieme al direttore del Centro trapianti Massimo Cardillo e al presidente dell’ISS Silvio Brusaferro.
Da noi non era mai successo, infatti, che il numero di donazioni di organi solidi superasse la quota di 1.800 in un solo anno, ovvero quello passato. In totale sono state 1.830, in aumento del 3.7%. Le donazioni sono avvenute in 1.461 casi da donatori deceduti e in 369 da persone vive. Il risultato è stato possibile perché c’è stato un aumento delle donazioni potenziali in rianimazione. Queste avevano infatti subito una contrazione durante il periodo pandemico.
Nel 2020 il tasso nazionale di donazione di organi per milione di popolazione aveva raggiunto il minimo, attestandosi a 20,5. Nei due anni a seguire, invece, la rotta si è invertita fino a toccare il massimo storico di 24,7. L’Italia è così al secondo posto a pari merito con la Francia e subito dietro solamente alla Spagna.
Le regioni più virtuose
La regione più virtuosa in questo senso è ancora una volta la Toscana con 49,3 donatori per milione di popolazione. Bene anche l’Emilia Romagna (46) in crescita del 8,8 rispetto al 2021 e poi il Veneto (36,3 a +6,2). Mentre le regioni del Centro e del Sud restano indietro, da segnalare una lieve crescita in Lazio, Campania e Calabria. A crescere sono anche le opposizioni in rianimazione.
In aumento poi le donazioni a cuore fermo: +60% che ha comportato un aumento dei trapianti di organi prelevati del 35.6%.
Più trapianti
L’aumento nel numero delle donazioni di organi comporta anche e soprattutto la possibilità per i sanitari di poter effettuare più trapianti lì dove necessario e infatti è quello che si è verificato. Nel 2022 sono stati effettuati 3.887 trapianti, ossia quasi 100 in più del 2021. Nel complesso in Italia si tratta del secondo miglior risultato di sempre. In testa c’è la Lombardia che è la regione dove si effettuano più interventi. Seguono Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Lazio.
Nello specifico, l’organo maggiormente trapiantato è il rene con 2.038 interventi, quattro in meno del 2021. Stabile il trapianto che riguarda il cuore con 254 interventi, in linea con l’anno precedente e invece in aumento il trapianto di fegato (1.474 pari a +5,6%) che raggiunge una quota mai toccata prima. In aumento anche i trapianti di polmone (138, +17,9%) mentre scendono da 54 a 38 i trapianti di pancreas.
L’anno scorso, inoltre, è stato anche quello in cui in Italia si è effettuato il secondo trapianto di utero a Catania. Solo pochi giorni fa, il 12 gennaio, l’intervento è stato eseguito per la terza volta. La prima volta che fu effettuato sul suo italiano era il 2020 e da quell’intervento è nata una bambina.
Midollo osseo e tessuti
Oltre agli organi, bene anche le donazioni di tessuti. Nel 2022 sono stati effettuati 11.031 prelievi (+10.4%). In aumento quelli relativi a cornee e tessuto muscolo-scheletrico. Tuttavia i trapianti di tessuti sono in diminuzione di 2.5% (20.459).
Le donazioni di midollo osseo e staminali hanno vissuto un momento molto felice perché in aumento del 9.7%. Sono state 329, mai così tante, per 961 trapianti. Questo in virtù dei tanti nuovi iscritti al registro dei donatori di midollo osseo. In un solo anno sono stati 28.813 (+18.9%). Anche se nel 2019 erano stati oltre 40mila.
Sono state 14 milioni e mezzo le dichiarazioni di volontà alla donazione alla fine del 2022, registrate nel sistema informativo trapianti. Di queste il 72% è di consenso mentre il 28% è di opposizione. Mentre quelle registrate in un anno dai Comuni attraverso la carta di identità elettronica sono state 2.7 milioni, di cui il 31.8% è per il no. Il 55,5% dei cittadini che ha richiesto il documento si è espresso sul tema, mentre gli altri non hanno fornito alcuna indicazione.
Le opposizioni si trovano spesso al Sud e nella fascia 18-30 anni, così come in quella degli over 60. In questo caso c’è una erronea convinzione che le donazioni non possano essere fatte per motivi anagrafici ma non è così. Anche a 101 anni si può donare il fegato, come è successo a una donna in Toscana che è diventata la donatrice più longeva al mondo.