È giallo sul movente dell’omicidio di una donna accoltellata a morte per strada nel Ragusano. Poche ore dopo il delitto, consumato a Vittoria, gli inquirenti avrebbero fermato un uomo sospettato. Al momento non sarebbe emerso alcun legame tra la vittima e il presunto assassino.
Brunilda Halla, 37 anni, è stata accoltellata e uccisa per strada a Vittoria, in provincia di Ragusa, poche ore fa. Un delitto efferato consumato senza un preciso movente, almeno stando a quanto finora ricostruito in sede investigativa.
Un uomo, riporta Ansa, sarebbe stato fermato nella notte in merito all’omicidio della 37enne di origine albanese Brunilda Halla, avvenuto poche ore fa nel Ragusano.
A fornire un prezioso impulso alle indagini sul delitto sarebbero state le immagini di alcune telecamere di videosorveglianza della zona, che avrebbero immortalato il presunto assassino muoversi per strada con un coltello.
Il caso si presenterebbe piuttosto complesso anche alla luce dell’apparente assenza di un movente, finora non individuato dagli inquirenti. Secondo quanto trapelato sulla dinamica dell’aggressione, l’omicidio sarebbe stato compiuto nel contesto di un “gesto estemporaneo e immotivato”.
A rendere ancora più nebuloso il tessuto della vicenda sarebbe anche il fatto che, stando a quanto si apprende in queste ore, tra la vittima e il suo presunto killer non ci sarebbe alcun legame né una conoscenza pregressa.
In un punto stampa sulle indagini in corso, il procuratore di Ragusa, Fabio D’Anna, riporta ancora Ansa, ha dichiarato che allo stato attuale non sono emersi contatti tra la 37enne e l’uomo fermato, un 28enne del Ragusano.
Gli investigatori non escluderebbero l’ipotesi che possa essersi trattato di un delitto commesso in modo “casuale”, senza pregressi rapporti tra vittima e assassino. L’indagato, condotto in caserma per essere sottoposto al primo interrogatorio, avrebbe inizialmente rigettato ogni addebito ma nella notte avrebbe reso dichiarazioni di responsabilità in merito alla morte della donna.
Stando a quanto finora emerso, davanti agli inquirenti l’uomo avrebbe fornito una piena confessione dell’omicidio e avrebbe portato i carabinieri sul luogo in cui avrebbe gettato l’arma del delitto e una maglietta indossata al momento dell’accoltellamento. Elementi che sarebbero stati effettivamente rinvenuti dai militari.
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