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Prima di uccidere la moglie Imma Villani davanti alla scuola di Terzigno e uccidersi a sua volta con la stessa arma, Pasquale Vitiello ha scritto una ventina di lettere indirizzate a se stesso, a un amico, e alla figlia. Lettere in cui esprime il dolore e la rabbia di una separazione dalla moglie che non riusciva ad accettare in alcun modo. Alla bambina di nove anni che è ora rimasta orfana di entrambi i genitori, e che dovrà convivere con l’idea che è stato proprio il padre a portarle via la mamma, l’uomo scrive: ‘Un giorno capirai, quando ti farai grande’.
Terzigno è ancora scossa dall’ennesimo episodio di femminicidio che ha portato alla morte una moglie e mamma di una bambina di 9 anni. Il killer, il marito della donna, che poi si è suicidato, ha scritto una serie di lettere che ora sono in mano agli inquirenti. Dentro ci sono frasi di dolore e rabbia per una storia che finisce.
“La separazione fa stare male, non va più bene”, scrive Pasquale rivolgendosi a se stesso: “Purtroppo – si legge ancora – siamo arrivati a questo punto senza sapere neanche come, la separazione è una cosa che mi fa soffrire, che non si può accettare”. Mentre alla figlia scrive : “Vivo una profonda ingiustizia e questo mi fa stare male perché voglio molto bene a tua madre. Ho subito un torto, l’unica cosa è farsi giustizia da soli. Un giorno capirai quello che succede, quando ti farai grande”.
Si è tolto la vita Pasquale Vitiello, il marito della donna uccisa davanti a una scuola a Terzigno, in provincia di Napoli. La vittima, Immacolata Villani, 31 anni, aveva appena lasciato la figlia all’istituto, sito nel quartiere di Boccia al Mauro, quando lui le ha sparato un colpo solo, freddandola sul colpo. Le ricerche dell’uomo erano andate avanti per tutta la giornata fino alla scoperta dei Carabinieri: il suo corpo è stato trovato a poca distanza dalla scuola, in un rudere ricoperto dalla vegetazione. L’arma usata per il suicidio è la stessa con cui ha fatto fuoco contro la moglie. I due si stavano separando e lei lo aveva denunciato pochi giorni prima per violenze e maltrattamenti in famiglia.
L’omicidio di Terzigno è dunque l’ennesimo femminicidio registrato in Italia. Gli inquirenti avevano individuato nel killer il marito della vittima: la coppia si stava separando e, secondo il legale della famiglia Vitiello intervistato da Rainews 24, erano entrambi d’accoro per una separazione consensuale. Pochi giorni prima però la donna aveva sporto denuncia per maltrattamenti e violenze in famiglia ed era tornata a vivere dai genitori, portando con sé la bambina.
Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri grazie anche alle testimonianze raccolte sul luogo, Immacolata aveva appena lasciato la figlia di 9 anni a scuola quando si era fermata a parlare con un uomo a bordo di uno scooter, poi identificato nel marito.
A un certo punto, lui ha estratto una pistola e ha fatto fuoco, uccidendola sul colpo. In seguito si è dato alla fuga ma non per molto: trovato un posto isolato a poca distanza dalla scuola, si è suicidato sparandosi con la stessa pistola.
Secondo il sindaco di Terzigno, Francesco Ranieri, l’uomo avrebbe lasciato un biglietto in cui spiegherebbe le motivazioni della sua violenza assassina. Al momento sono in corso le ricerche dell’uomo.
L’omicidio è avvenuto intorno alle 8:20 del mattino davanti alla scuola Domenico Savio, del quartiere di Boccia al Mauro, al confine con Boscoreale, di Terzigno: ad assistere ci sarebbero stati anche dei genitori che, come la vittima, avevano appena accompagnato i figli a scuola.
Testi a cura di Lorena Cacace e Kati Irrente
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