Donne in pensione a 60 anni, cambiano i requisiti: chi può fare domanda

Donne in pensione a 60 anni: se fai parte di queste categorie e sei in possesso di determinati requisiti, puoi ritirarti prima dal mercato occupazionale.

pensione
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Al centro del dibattito del Governo guidato da Giorgia Meloni c’è il Dossier sulle Pensioni. Con la Manovra 2023 l’Esecutivo guidato dal Centro-Destra ha confermato e prorogato la misura di anticipo pensionistico Opzione Donna, ma con un’attenta revisione dei requisiti necessari. Infatti, il Governo guidato dalla Leader di Fratelli d’Italia ha prorogato la misura previdenziale Opzione Donna, ma sono stati cambiati i requisiti dello strumento, che consente il prepensionamento alle donne che lavorano e hanno almeno trentacinque anni di contributi versati regolarmente. Inoltre, è necessario rispettare il requisito anagrafico pari a 59 anni per le lavoratrici autonome e pari cinquantotto anni per le lavoratrici assunte con contratto di lavoro dipendente.

Opzione Donna: la misura che prevede l’anticipo pensionistico per le donne lavoratrici

La legge n. 243 dell’anno 2004 ha proposto ed introdotto un’interessante sperimentazione, che consente di concedere un anticipo previdenziale alle lavoratrici donne che hanno maturato almeno 35 anni di contributi previdenziali versati regolarmente e che hanno compiuto i cinquantasette anni di età.

Per optare per questa misura previdenziale è necessario optare per il sistema contributivo, che prevede l’erogazione di un assegno pensionistico di importo inferiore rispetto a quello computato con il sistema retributivo.

pensione a 60 anni
donne in pensione a 60 anni – Nanopress.it

Rinunciando ad un assegno previdenziale più sostanzioso è possibile anticipare l’uscita dal mercato occupazionale. La normativa vigente prevede che Opzione Donna fosse prorogata fino all’anno 2015 in modo tale che l’Esecutivo verificasse i risultati. La misura di anticipo previdenziale Opzione Donna si è rivelata molto interessante per molte lavoratrici.

Opzione Donna: la prima proposta del Governo Meloni

La prima proposta dell’Esecutivo Meloni sembrava prorogare l’Opzione Donna a tutte le donne con i figli. Il requisito rimaneva immutato a trentacinque anni di contributi previdenziali, ma veniva proposto l’accesso alla misura pensionistica a 58 anni per quelle con più figli o di sessanta anni per quelle senza figli o di 59 anni per le lavoratrici con un bambino/a.

La proposta è stata accolta con tante proteste ed il Governo Meloni ha fatto dietrofront.

opzione donna
opzione donna 2023 – Nanopress.it

Opzione Donna 2023: requisiti necessari e cambiamenti

La misura previdenziale Opzione Donna 2023 consente alle donne lavoratrici del settore privato e del settore pubblico di andare in pensione in anticipo senza attendere il compimento dei 67 anni d’età. È necessario aver versato almeno 35 anni di contributi ed aver compiuto i cinquantotto o 59 anni di età. Inoltre, l’assegno previdenziale deve essere computato con il sistema contributivo.

Coloro che maturano i requisiti entro la fine dell’anno 2022 possono andare in pensione a 59 anni se hanno un figlio, a sessanta anni senza prole e a 58 anni se hanno due o più figli.

Opzione Donna 2023: chi è svantaggiato?

Con la proroga della misura previdenziale Opzione Donna 2023 sono svantaggiate le lavoratrici donne assunte con contratto di lavoro subordinato, che fino a questo momento potevano ritirarsi dal mercato occupazionale a cinquantotto anni.

Le lavoratrici autonome sono avvantaggiate, le quali possono andare in pensione a 58 anni di età, nel caso abbiano avuto almeno due figli.

Opzione donna a 60 anni per queste lavoratrici

Le donne che abbiano compiuto 60 anni di età, senza figli e che abbiano versato 35 anni di contributi possono andare in pensione accedendo alla misura Opzione Donna 2023. Con questa misura di anticipo previdenziale, l’Esecutivo Meloni mira a valorizzare il lavoro di cura e di assistenza familiare.

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opzione donna governo meloni – Nanopress.it
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