Nel 2023, alcune donne che hanno raggiunto dei requisiti contributivi, potranno andare in pensione anticipata. Vediamo i dettagli di seguito.
Ci saranno anche degli importanti contributi per la pensione che andranno ad avvantaggiare alcune categorie di pensionati.
Soltanto chi ha i contributi necessari può avere accesso alla pensione che, in alcuni casi, potrebbe essere anche anticipata. Senza il giusto numero di anni di lavoro, infatti, e di contributi maturati, è difficile pensare di poter avere accesso alla pensione.
Sono proprio gli anni di contributi che incidono sul calcolo degli importi dei cedolini pensionistici. Per ciascun anno lavorato, infatti, dovrebbe essere riconosciuta una quota specifica della pensione.
Di solito, i contributi maturano durante la vita lavorativa, ma esistono altre tipologie di contributi, come quelli figurativi, che vengono riconosciuti anche in momenti eccezionali, come quando non si lavora. Nel corso degli anni, chi si è trovato a legiferare ha individuato anche dei bonus contributi che riguardano degli anni extra che il lavoratore potrà riscattare, se interessato, per andare in pensione.
Si tratta di sconti o contributi extra che consentono di accedere più facilmente o anticipatamente alla pensione, indipendentemente dall’età del soggetto. Si tratta di uno strumento, quello dei bonus, molto importante anche per il 2023 e che permetterà, ad esempio, ad alcune donne, di andare in pensione con solo 28 anni di contributi. Vediamo di chi si tratta.
Per l’anno in corso è previsto il pensionamento anticipato grazie all’Anticipo Pensionistico ovvero una misura che consente, ad alcune categorie di persone, di poter smettere di lavorare senza aver raggiunto l’anzianità necessaria, ovvero a 63 anni.
Rientrano in questa categoria i disoccupati per lungo periodo, chi ha una percentuale di invalidità pari al 74% (o più), i caregiver e chi ha un lavoro usurante. Infatti, nel periodo che li separa dalla pensione effettiva, tali soggetti possono avere accesso, ad un’indennità sostitutiva, un bonus, finanziato dallo Stato.
Per poter avere accesso all’APE sociale sono necessari 30 anni di contributi (36 per chi ha un lavoro usurante, 32 per chi lavora nell’edilizia).
La particolarità, però, risiede nel fatto che le donne possono accedere all’Ape sociale anche con una quantità inferiore di contributi rispetto a quella richiesta di solito. Lo sconto di contributi, infatti, viene calcolata considerando 12 mesi in meno per ogni figlio (massimo 24 mesi). In pratica, se una donna è disoccupata e ha due figli, con 28 anni di contributi potrà richiedere la pensione anticipata. Ciò è vero soltanto se ha compiuto i 63 anni di età.
Insomma, se si hanno i requisiti, la pensione non è sempre un miraggio. Con l’APE, per le donne, potrebbe essere sempre più vicina. Vedremo nel corso degli anni del Governo Meloni se ci saranno ulteriori benefit.
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