La bagarre nata dalle parole di Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d’Italia, alla Camera contro il Partito democratico non accennano a placarsi, anzi. Se prima sono stati solo i dem a puntare il dito contro l’intervento, sul caso di Alfredo Cospito, del meloniano di ferro, alla ripresa della seduta dell’Aula ci si sono messi anche i parlamentari del MoVimento 5 stelle e quelli del terzo polo ad andare contro le esternazioni del vicepresidente del Copasir, tanto che, almeno su quello, si è dovuto giustificare.
Nel mirino non ci sarebbero tanto le parole contro Debora Serracchiani, Andrea Orlando, Silvio Lai e Walter Verini, ma alcuni passaggi che, per le opposizioni, Donzelli sa in qualità di vicepresidente del Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica. Per lui, però, non è così: degli incontri di Cospito, in carcere a Sassari, sa perché sono pubblici e depositati al ministero della Giustizia.
Se l’intervento di Giovanni Donzelli di oggi alla Camera doveva essere un modo per attirare nuovi consensi a Fratelli d’Italia, il partito della presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, un po’ in calo negli ultimi sondaggi, non sappiamo se avrà l’effetto desiderato, sicuramente, però, gli è tornato indietro come un boomerang. E ha sollevato non poche polemiche.
Nella lista degli “haters”, infatti, non ci sono più solo i deputati e i parlamentari del Partito democratico che sono stati accusati quasi di fare affari con la mafia perché sono andati a trovare Alfredo Cospito, l’anarchico in regime di 41 bis che da cento giorni è in sciopero della fame per convincere le istituzione a revocarglielo, ma ci si possono iscrivere anche quelli del MoVimento 5 stelle e del terzo polo, tra l’altro molto difficili nel mettersi d’accordo di questi tempi.
Alla ripresa della seduta, a puntare il dito contro le fonti del deputato meloniano ci hanno pensato anche Federico Cafiero De Raho e Maria Elena Boschi, che hanno ritenuto che tutti i passaggi di cui ha parlato, soprattutto gli incontri che in carcere, a Sassari, ha avuto il 55enne pescarese, siano di sua conoscenza in quanto vicepresidente del Copasir.
“Alla rilettura dei resoconti emerge qualcosa di particolarmente grave. Donzelli ha raccontato di colloqui tra anarchici e ‘ndranghetisti. Parliamo di qualcosa che è stato riferito al Copasir e sarebbe dovuto restare nella cassaforte del pensiero e delle conoscenze di ciascun componente del Copasir“, ha detto il deputato pentastellato chiedendo che il numero uno del Comitato per la Sicurezza della Repubblica, il dem Lorenzo Guerini, si presenti in aula per chiarire cosa è successo.
L’ex ministra per i Rapporti con il Parlamento, invece, ha chiesto le scuse del suo collega di FdI e anche le dimissioni dal ruolo che ricopre nel Copasir: “È inaccettabile quello che l’onorevole Donzelli ha detto questa mattina ed è ancor più grave quello che ha detto rispetto a documenti che avrebbe visionati“.
Dello stesso avviso di Boschi è anche il co portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, che nel suo intervento a Montecitorio ha detto che Donzelli “è chiamato a non violare il segreto di Stato. Da questo punto di vista sia fatta chiarezza sui documenti cui ha fatto riferimento, come ne è venuto a conoscenza, attraverso quale modalità, se gli è partita la frizione e non è riuscito a mantenere il segreto. Scriveremo formalmente al ministro di Grazia e Giustizia e al presidente del Copasir perché se Donzelli ha violato il segreto non può più fare il vice presidente del Copasir“. Come la deputata del terzo polo, anche lui ha chiesto al responsabile nazionale di chiedere scusa e di dimettersi.
La parola, poi, è passata a Donzelli, che già in precedenza, e ai microfoni dei cronisti, aveva chiarito che le informazioni date nel precedente intervento non era dovute alla sua posizione nel Copasir. “Non è possibile che abbia avuto quelle informazioni” sugli incontri in carcere di Cospito “dal Copasir, semplicemente perché per i documenti che possono essere consultati dal Copasir fuori dalle sedute c’è un registro apposito e si va a firmare per poterli consultare e il sottoscritto al momento non ha mai consultato alcun documento nell’archivio del Copasir. Quindi non avendone consultato nessuno non ho potuto prendere notizie riservate dal Copasir“, si è giustificato, stavolta, il deputato di Fratelli d’Italia.
Piuttosto, ha precisato, i documenti li ha avuti dal ministero della Giustizia, perché è là che sono depositati ed è la che qualsiasi parlamentare può consultarli perché “non sono coperti da alcun segreto e sono stati inviati al ministero della Giustizia dal Dipartimento penitenziario. Qualsiasi deputato avrebbe potuto chiedere al ministero della Giustizia di consultare questi documenti“. In ultima battuta, Donzelli ha detto che se mai avesse “utilizzato il Copasir per questo scopo violando il segreto, giustamente avrei dovuto dare le dimissioni da presidente del Copasir e seguire le conseguenze penali“.
Quanto all’intervento in sé e per sé, il meloniano ha spiegato che prima di farlo non ha consultato la premier: “Non ci ho parlato. Non è che chiedo a lei ogni volta che parlo. Non trascinerei il capo del governo in un dibattito parlamentare. Ha parlato il capogruppo, ho parlato io, che sono il capo dell’organizzazione, magari qualche iscritto non sarà d’accordo, quindi direi che questa mia è la posizione del partito“, ha detto in Transatlantico.
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