Il caso della nuova positività al doping di Alex Schwazer entra di diritto in una casistica per fortuna non così numerosa di atleti recidivi ossia che sono cascati più volte nella rete della truffa sportiva, assumendo prodotti per migliorare in modo illecito le proprie prestazioni. Il marciatore altoatesino è, suo malgrado e pure nostro, protagonista della copertina dato che era stato già pizzicato non negativo all’EPO prima delle Olimpiadi di Londra 2012. Rientrato dalla squalifica lo scorso maggio, era stato seguito da vicino dal coach Sandro Donati, per un ritorno all’agonismo all’insegna della trasparenza. Purtroppo, però, è arrivata la notizia del controllo fallito a gennaio con presenza di anabolizzanti in una provetta che inizialmente era stata trovata non positiva. In attesa della conferenza stampa di oggi ore 15:00 ripercorriamo la storia dei recidivi.
Diego Armando Maradona
Che sia o meno il giocatore più forte di sempre, è di sicuro quello più dopato dei più talentuosi. In realtà, i suoi casi di non negatività non erano legati al miglioramento delle prestazioni, quanto a una vera e propria dipendenza dalle sostanze. Il primo caso fu nel 1991 per cocaina e nel 1994 ai Mondiali per efedrina. In seguito, numerosi ricoveri per disintossicazione.
Danilo Di Luca
Nato come corridore da corse di un giorno, Danilo Di Luca ha stupito tutti (o meglio, molti) diventando specialista delle grandi corse a tappe. Il primo caso fu nel 2007 quando fu fermato per tre mesi nell’ambito dell’inchiesta Oil for Drugs dopo aver vinto il Giro 2007, durante il quale fallì un controllo al termine della frazione con arrivo sullo Zoncolan. La seconda positività arrivò al termine del Giro 2009 terminato in seconda posizione. Motivo: presenza di EPO Cera. La terza arrivò al Giro 2013 pochi giorni dopo essere ri-ritornato, ancora per EPO. È stato radiato.
Ben Johnson
Il velocista canadese fu trovato positivo agli steroidi alle Olimpiadi di Seoul 1988 dopo aver vinto 100 e 200 metri con record del mondo dei primi fissato a 9”79. La sostanza fu trovata nelle urine. Ritornò senza successo alle gare e nel 1993 cascò nuovamente nella rete, venendo radiato a vita.
Riccardo Riccò
Riccardo Riccò ha sempre avuto un rapporto molto stretto col doping sin da prima di diventare professionista (da ragazzo era già chiamato “Il piccolo chimico” e “cariccò”. Tutti i sospetti sul suo conto divennero realtà nel 2008 quando, dopo aver fatto secondo al Giro, fu fermato al Tour de France per doppia positività all’EPO Cera. Squalificato, è tornato alle corse e nel 2011 l’episodio del malore a seguito di una autoemotrasfusione praticata in modo amatoriale, scellerato e pericolosissimo. È squalificato fino al 2024.
Lance Armstrong
In realtà il suo è un caso di recidività scoperto tutto insieme visto che l’intera carriera del texano era improntata su un programma di doping sistematico e costante. Scoperto in modo definitivo nel 2012, gli furono tolti tutti i successi dal 1998 in poi, compresi i sette Tour de France consecutivi.