L’incontro tra i ministri degli Esteri di Arabia Saudita e Iran rappresenta un momento di grande importanza per la regione del Medio Oriente, ma anche per la diplomazia internazionale. Una lunga disputa ha tenuto le autorità di Ryadh e Teheran distaccate e senza relazioni bilaterali per oltre sette anni.
La riappacificazione tra i due Paesi è da attribuire alla Cina, dato che Pechino ha deciso di imporsi sulla scena diplomatica globale per riconquistare il terreno perduto e affermarsi come mediatrice nelle dispute tra Nazioni in contrasto e ha mediato anche in questo preciso caso. Nessuno prima era riuscito in questa impresa e il presidente Xi Jinping si è detto molto soddisfatto di questa operazione.
Il ministro degli Esteri saudita ha inoltre annunciato che avrebbe avuto un incontro anche con il presidente iraniano Ebrahim Raisi, che ha appena concluso un tour in America Latina. Questo incontro rappresenta un’ulteriore opportunità per i due Paesi di discutere della possibilità di ristabilire al meglio i rapporti bilaterali fino ad ora in fase di stallo e di promuovere la stabilità nella regione.
La presenza delle autorità saudite alla Farnesina è un chiaro segnale di apertura e di volontà reciproca di sistemare il contrasto e sopratutto da parte del regno saudita, che ha espresso la volontà di lavorare insieme all’Iran per promuovere la stabilità e la prosperità nella regione.
In un’importante conferenza stampa che si è tenuta dopo l’incontro tra i ministri degli Esteri di Arabia Saudita e Iran, è stato annunciato il saluto alla ripresa delle relazioni diplomatiche tra Iran e Arabia Saudita. Secondo i diplomatici, questa mossa rappresenta un passo cruciale per migliorare la sicurezza in tutta la regione del Medio Oriente.
Il ministro degli Esteri iraniano Amir-Abdollahian ha sottolineato l’importanza di considerare la sicurezza come un concetto globale, che include dimensioni politiche, economiche, culturali, commerciali e sociali tra tutti i Paesi della regione. Questo segnale di apertura e di volontà di dialogo da parte dell’Iran rappresenta un’opportunità per promuovere la cooperazione e la stabilità nella regione, ma preoccupa anche per le possibili ripercussioni future dato che il regime iraniano.
Durante l’incontro i due ministri hanno discusso anche di una vasta gamma di questioni, tra cui legami commerciali e investimenti congiunti. Il regime iraniano ha espresso la disponibilità dell’Iran ad accogliere turisti e pellegrini sauditi che potrebbero essere interessati a visitare il Paese, segno di una maggiore apertura tra le due Nazioni.
L’incontro rappresenta un passo importante nonostante la tempistica ha sollevato timori, dato che l’Arabia Saudita ha deciso distaccarsi dall’alleanza marittima capitata dagli Stati Uniti segnando un, seppure leggero, distanziamento da Washington.
Le alleanze geopolitiche e regionali stanno plasmando a seguito del conflitto tra Russia e Ucraina, che ha cambiato priorità e linea di condotta di molti Stati segnando un cambiamento profondo che ha generato un distacco importante tra oriente e occidente.
Da parte sua, il ministro saudita ha affermato che: “il rispetto reciproco, la non interferenza negli affari interni dei due paesi e l’impegno nei confronti della Carta delle Nazioni Unite costituiranno i pilastri delle relazioni bilaterali future.” Ha precisato inoltre che il focus principale sarà quello di garantire gli interessi di entrambe le nazioni con lo scopo di favorire la stabilità e la pace nella regione del Medio Oriente.
Iran e Arabia Saudita hanno discusso, anche, di cooperazione per poter garantire la sicurezza marittima ma anche di ridurre la proliferazione delle armi di distruzione di massa. Questo rappresenta un importante passo avanti nella promozione della stabilità nella regione, ma il cambiamento repentino potrebbe anche avere effetti indesiderati.
L’incontro tra il ministro degli Esteri iraniano e il suo omologo saudita rappresenta un momento storico nella normalizzazione delle relazioni tra i due paesi. L’impegno reciproco a favore della pace e della stabilità nella regione costituisce un segnale positivo per il futuro, aprendo la strada a una maggiore collaborazione e dialogo tra le due nazioni.
Amir Abdollahian e bin Farhan si sono incontrati per la prima volta dopo l’incontro dei BRICS all’inizio di giugno, quando si sono riuniti in Sudafrica. Ma questo incontro a Teheran è stato il primo della serie di incontri che i due ministri hanno concordato di tenere per normalizzare le relazioni tra i due paesi.
Questa è la prima visita di un funzionario saudita in Iran dal 2016, quando le relazioni diplomatiche si interruppero a causa degli attacchi alle missioni diplomatiche saudite a Teheran e Mashhad, dopo l’esecuzione di un leader religioso sciita in Arabia Saudita.
Questo evento ha segnato il deterioramento nella diplomazia tra Iran e Arabia Saudita, che hanno interrotto ogni forma di comunicazione e di confronto. L’ accordo mediato dalla Cina firmato a Pechino, a marzo, riportava che le ambasciate sarebbero state riaperte entro due mesi, ma le questioni logistiche e organizzative hanno portato a un ritardo nella riapertura degli edifici.
Ma nonostante questo piccolo intoppo organizzativo, i rapporti diplomatici sono stati ripristinate e questo apre la strada per una maggiore cooperazione tra i due paesi.
Ciò che emerge da questo incontro è l’impegno verso la normalizzazione delle relazioni tra Iran e Arabia Saudita, e la volontà di collaborare per risolvere le questioni pendenti.
Anche gli Stati Uniti hanno tentato un riavvicinamento con le autorità di Teheran, nonostante le idee divergenti, cercando così di ristabilire un minimo di equilibrio. L’ultima mossa che ha attuato l’amministrazione Biden è stata quella di consegnare un’ingente somma di denaro all’Iraq per poter saldare i debiti nei confronti di Teheran.
Il principe Faisal si è detto entusiasta degli sviluppi positivi avvenuti tra Teheran e Ryadh e ha sottolineato che si tratta di un cambiamento mirato alla stabilità della regione e che verrà fatto tutto ciò che sarà necessario per proteggerla.
È stato recentemente confermato che l’Iraq ha avuto la possibilità di ripagare la considerevole somma di 2,7 miliardi di dollari dei debiti verso l’Iran, che sono scaturiti dall’approvigionamento di gas naturale. Questo pagamento è stato possibile soltanto perché gli Stati Uniti hanno deciso di revocare il blocco dei fondi attuato in precedenza. Il denaro è stato congelato a causa delle sanzioni che sono state imposte al regime in Iran dopo il ritiro dell’ex presidente Usa Trump dall’accordo nucleare del 2015.
Washington ha voluto però specificare che i soldi possono essere utilizzati unicamente per “transazioni umanitarie e altre transazioni non sanzionabili“. In altre parole, gli Stati Uniti hanno consentito che i fondi fossero utilizzati solo per scopi non legati alle attività sanzionate.
Questo evento potrebbe rappresentare un passo avanti per migliorare le relazioni tra l’Iran e l’Iraq, nonché tra l’Iran e gli Stati Uniti. Rappresenta anche la delicata situazione diplomatiche che mostra chiaramente le esigenze statali ed economiche in contrasto con le ideologie politiche e sociali, ma si evince che per il bene comune e soprattutto per far si che non si arresti la crescita globale, si cercano soluzioni che riescano a soddisfare le parti per fare fronte alla crisi internazionale in atto.
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