La Russia ha sferrato un nuovo attacco missilistico notturno contro il porto di Odessa sul Mar Nero nelle prime ore di domenica. Il bilancio è di almeno un civile ucciso e 19 feriti, tra cui 4 bambini, oltre a danni alle infrastrutture residenziali e religiose. Putin dopo gli attacchi ha incontrato Lukashenko e si sono mostrati affiatati in mezzo alla folla.
Il governatore della regione Oleh Kiper ha dichiarato ufficialmente in merito: “Odessa: un altro attacco notturno da parte dei mostri”. L’offensiva russa sulla città portuale strategica non si ferma ma anzi si contrappone a quella ucraina che sembra avere una battuta d’arresto, nonostante gli sforzi.
Intanto domenica il presidente Putin avrà modo di confrontarsi con il leader bielorusso Lukashenko a San Pietroburgo. Appuntamento che arriva dopo l’avvertimento di Mosca alla Polonia che spiegava che eventuali aggressioni contro la Bielorussia saranno considerate alla stregua di un attacco alla Russia. Varsavia ha minacciato di inviare truppe a est per la presenza di mercenari russi.
La Russia ha attaccato Odessa e i suoi porti con numerosi missili
La Russia ha rilasciato commenti ufficiali sugli attacchi missilistici contro il porto ucraino, avvenuti nelle prime ore di domenica e ha specificato che non era sua intenzione colpire la cattedrale ortodossa.
Odessa è stata bombardata più volte dall’inizio dell’invasione ma ora che è saltato l’accordo del grano a causa di Mosca, la zona, che comprende i porti utilizzati per il trasporto del grano, è oggetto di accanimento. Lo scorso gennaio l’UNESCO ha inserito il centro storico della città nella lista dei siti patrimonio dell’umanità in pericolo.
Secondo Mosca, gli attacchi sarebbero una rappresaglia per la distruzione da parte ucraina di un ponte russo verso la Crimea.
Dopo l’ennesimo bombardamento, il capo di gabinetto di Zelensky, Yermak ha ribadito la richiesta a Kiev di nuovi sistemi missilistici e difensivi.
Odessa è di nuovo nel mirino da quando la Russia si è sfilata dall’accordo sul grano come menzionato poc’anzi l’Ucraina accusa Mosca di voler colpire le forniture alimentari e le infrastrutture vitali per l’intesa sul Mar Nero.
Secondo quanto riferito dall’aeronautica militare ucraina, la Russia ha colpito Odessa dopo la mezzanotte di domenica utilizzando missili da crociera Kalibr e missili cruise Onyx ad alta precisione.
Oltre all’uccisione di un civile e al ferimento di oltre venti persone, tra cui 4 bambini, il governatore Kiper ha riportato ingenti danni alle infrastrutture civili e religiose.
In particolare, stando all’agenzia RBC-Ucraina, sarebbe stata gravemente danneggiata la cattedrale ortodossa Spaso-Preobrazhenskyi, il più grande luogo di culto della città, risalente al 1809.
I video sui social mostrano le rovine all’interno di una struttura simile a una chiesa in fiamme. Immagini che testimoniano la violenza degli attacchi russi contro obiettivi anche culturali e religiosi della città portuale.
Secondo quanto riferito dalle forze armate ucraine, la Russia ha colpito Odessa utilizzando missili Onyx ad alta precisione e Kalibr da crociera provocando un inferno nella zona.
La vicenda che ha visto feriti tre giornalisti e un quarto collega colpito ha purtroppo perso la vita nell’attacco che Mosca rivendica di Kiev con l’utilizzo di munizioni a grappolo ha scatenato rabbia e rancore al Cremlino. L’ISW ha inoltre rivelato ulteriori dettagli sull’arresto dell’ex comandante Girkin per estremismo e lo spostamento degli equilibri di potere al Cremlino e all’interno dell’FSB russo, dove Girkin aveva prestato servizio, hanno sollevato dubbi e timori in merito a una possibile trasformazione dell’offensiva russa.
I sostenitori di Girkin stanno cercando di presentarlo come figura anti-establishment, ma la sua incarcerazione non ha generato un’ondata di indignazione nell’ambiente ultranazionalista russo come in precedenza e ciò non fa che alimentare ipotesi e teoria, che però rimangono tali e come tali vanno recepite.
Ciò suggerisce una crescente frammentazione nello spazio informativo russo. L’ISW ha dichiay che l’arresto non è l’inizio di una repressione generalizzata, ma è anzi mirata a colpire una specifica frangia ostile al Cremlino all’interno della comunità ultranazionalista.
Secondo l’ISW, l’intensità degli attacchi russi con missili e droni contro obiettivi navali e agricoli nel sud dell’Ucraina è in costante diminuzione dal 19 luglio.
Lo stato maggiore ucraino ha riferito che il 22 luglio la Russia ha lanciato solo 5 droni Shahed, tutti intercettati. In confronto, il 21 luglio i russi avevano lanciato 19 Shahed, 4 Iskander e 3 Kalibr.
Il 20 luglio la Russia aveva colpito con 7 Onyx, 4 Kh-22, 3 Kalibr navali, 5 Iskander e 19 Shahed iraniani. Numeri ancora maggiori il 18 e 19 luglio secondo l’ISW.
Questa apparente riduzione nell’intensità degli attacchi nel sud dell’Ucraina potrebbe indicare una pausa temporanea nella campagna russa, secondo gli analisti americani.
Putin e Lukashenko si sono mostrati insieme
L’arcidiacono Andrii Palchuk ha descritto come “enorme” la distruzione della cattedrale, colpita direttamente da un missile russo. Metà dell’edificio è ora privo di tetto e i danni sono ingenti.
Gli addetti stanno portando via documenti e oggetti di valore, con il pavimento allagato dall’acqua usata per spegnere l’incendio. Il danno arriva fino al seminterrato. Due persone sono rimaste ferite durante l’attacco.
La cattedrale appartiene alla chiesa ortodossa ucraina ed è sotto tutela Unesco, essendo nel centro storico dichiarato Patrimonio dell’Umanità quest’anno.
Il luogo di culto è stato realizza nel XVIII secolo, fu ricostruita dopo il crollo sovietico e consacrata dal patriarca Kirill.
Nonostante i gravi danni, l’arcidiacono ha annunciato di essere fiducioso che con l’aiuto di Dio la cattedrale potrà essere restaurata.
Nel corso di un incontro con il presidente bielorusso Lukashenko, Putin ha affermato che la controffensiva ucraina per respingere le forze russe è “fallita”.
Lukashenko ha dichiarato, durante il suo colloquio con il presidente russo, che “Non c’è nessuna controffensiva” ma Putin lo ha interrotto e ha affermato: “C’è, ma è fallita”.
Il presidente bielorusso si trova attualmente in Russia per una visita di lavoro.
Le parole di Putin sembrano voler minimizzare l’impatto dell’offensiva ucraina, nonostante le notizie di progressi sul campo da parte delle forze di Kiev. Un tentativo di salvare la faccia di fronte al principale alleato, dipingendo come fallimentare la reazione ucraina all’invasione russa.
Il ministero russo ha affermato che gli attacchi missilistici contro Odessa avevano come obiettivo siti dove si stavano preparando “atti terroristici contro la Federazione Russa”.
Secondo il comunicato, gli attacchi sono stati effettuati con armi ad alta precisione a lungo raggio e aeree. Il ministero sostiene inoltre che nei siti colpiti erano presenti “mercenari stranieri”.
Una posizione che cerca di giustificare il bombardamento della città portuale ucraina, descrivendolo come un’operazione preventiva contro presunti atti terroristici pianificati con l’aiuto di mercenari dall’estero.
Mosca non fornisce però prove a sostegno di tali gravi accuse rivolte alle forze e ai combattenti ucraini presenti a Odessa.
Il presidente bielorusso Lukashenko ha affermato che Minsk sta “controllando” i combattenti del gruppo Wagner presenti nel Paese, limitandoli a rimanere nella zona centrale come concordato.
La Bielorussia ospita i mercenari Wagner dopo aver mediato un accordo per porre fine alla loro marcia su Mosca. La loro presenza preoccupa la Polonia, che ha rafforzato i confini.
Lukashenko sostiene che i mercenari chiedono di andare verso ovest e Varsavia, ma lui glielo impedisce. Accusa la Polonia di voler “strappare” parti dell’Ucraina occidentale e di aver portato mercenari al confine. Ha dichiarato di avere mappe dei movimenti militari polacchi.
Il leader bielorusso sembra voler rassicurare Mosca sul controllo di Wagner nel Paese, mentre accusa Varsavia di aggressioni verso Ucraina e Bielorussia. Putin e Lukashenko hanno oggi denunciato le “ambizioni territoriali” polacche.
Negli ultimi mesi non ci sono state discussioni sostanziali tra funzionari americani sulla possibile fornitura di missili ATACMS all’Ucraina. In passato, gli Stati Uniti hanno espresso preoccupazione che l’Ucraina potesse utilizzare questi missili, con una gittata di 300 km e un costo di 1,5 milioni di dollari l’uno, per colpire obiettivi in territorio russo, intensificando il conflitto.
Da parte sua, l’Ucraina spinge per ottenere i missili ATACMS per colpire basi logistiche russe oltre le linee del fronte. Anche se il Congresso USA preme per una fornitura immediata, il sottosegretario della Difesa Kahl fa notare che la sfida maggiore per Kiev non è colpire obiettivi profondi, cosa che già avviene, ma superare le difese russe nell’immediato fronte di battaglia.
Putin e Lukashenko hanno dato un segnale di ritrovata intesa incontrando i cittadini a Kronstadt, in Russia, nonostante le regole di quarantena Covid ancora in vigore nel Paese.
Il loro incontro va a ricordare al mondo, nuovamente, la profonda alleanza tra Russia e Bielorussia, che a seguito della mediazione con Prigozhin ha assunto ancora più valore.
Un gesto simbolico che è arrivato ad un mese dalla mediazione di Lukashenko, che ha posto fine all’ammutinamento del gruppo Wagner, creando attriti tra i due leader.
Durante l’incontro con la folla, documentato in un video del giornale Kommersant, Putin ha affermato che “le persone sono più importanti della quarantena”, minimizzando le precauzioni pandemiche per mostrare vicinanza alla popolazione insieme al presidente bielorusso.
Un episodio che sembra voler suggellare il ripristino dei rapporti tra Mosca e Minsk dopo le recenti tensioni.