L’Iran è nuovamente attraversato da proteste accese che, nonostante si fossero affievolite rispetto alla rivoluzione dei mesi scorsi, non sono mai scemate del tutto. La questione degli avvelenamenti nei confronti delle studentesse che ha generato tensione è stata poi caricata anche dalle recenti affermazioni del leader supremo Alì Khamenei, che ha introdotto nuove norme riguardo il velo appoggiate, poi, anche dalla magistratura e si preannuncia un quadro complicato che preoccupa le autorità internazionali dato che le donne senza velo verranno considerate come spie delle organizzazioni occidentali.
La popolazione iraniana ha deciso di manifestare il proprio dissenso contro il regime islamico autoritario iraniano che, prende di mira le donne. L’uccisione di Mahsa Amini, avvenuta il 16 settembre a causa delle percosse ricevute dalla polizia morale mentre si trovava in custodia presso la stazione di polizia per aver indossato male il velo, ha generato un movimento di protesta che si è formato per chiedere diritti femminili e rispetto e si è trasformato, poi, in rivoluzione vera e propria che ha ricevuto una durissima repressione da parte del regime iraniano che ha portato alla morte di oltre 500 manifestanti e migliaia di arresti.
Le violazioni dei diritti umani sono state contestate da numerose associazioni internazionali, che hanno denunciato abusi, soprusi, minacce e confessioni estorte che hanno portato anche a impiccagioni utilizzate come monito verso i rivoluzionari iraniani ma anche verso le autorità internazionali. Le nazioni occidentali hanno manifestato il malcontento e si sono scagliate contro le autorità iraniane con decisione. Raisi ha deciso di attuare una sorta di allontanamento dalle nazioni occidentali per stringere alleanze con Russia e Cina e, grazie alla mediazione di Pechino, ha riallacciato i rapporti con l’Arabia Saudita con la quale la diplomazia era interrotta da sette anni.
La popolazione iraniana è tornata a protestare, dopo che le norme sull’uso del velo sono state nuovamente rafforzate, anche se il metodo per avvertire le donne della violazione sono cambiate e saranno utilizzate telecamere che verranno posizionati nei luoghi pubblici per verificare le violazioni. Nonostante non sarà più presente la polizia morale per le strade a fare rispettare il codice di abbigliamento e le leggi di castità e velo non sarà attuata nessuna inversione di rotta e il regime in Iran è sempre più duro nel imporre la propria autorità.
La Guida Suprema dell’Iran Khamenei ha dichiarato che le proteste scaturite a causa dell’utilizzo del velo sono da attribuire alla mano occidentale che, secondo il leader, fomenta la popolazione iraniana e la incita a manifestare.
Khamenei ha attribuito la colpa ai nemici all’estero e ha precisato che l’organizzazione straniera ha intenzione di prendere di mira le autorità iraniane “indebolendo la modestia delle donne”.
In un raduno avvenuto mercoledì 5 aprile, la Guida Suprema ha espresso la sua opinione in merito, senza però fare riferimento alla protesta direttamente, e ha precisato che è necessario obbligare alla disobbedienza civile le donne contro i nemici “occidentali.”
Khamenei ha dichiarato: “non hanno alcuna pietà [genuina] per le donne iraniane né hanno alcun rispetto per i loro diritti. Piuttosto, nutrono rancore nei confronti delle donne iraniane e si presentano falsamente come sostenitrici della libertà e dei diritti delle donne”.
Ha continuato spiegando che: “l’Occidente non è affatto degno di essere quello che parla di diritti umani” affermando che “In questo momento, le donne nei paesi occidentali hanno i problemi più complicati; [anche] più di altri paesi”.
Durante le manifestazioni recenti le donne hanno bruciato per le strade foulard e hanno tagliato i loro capelli in segno di protesta contro le imposizioni del regime iraniano. Questo è stato visto come pilotato.
La Guida Suprema ritiene i paesi stranieri colpevoli e ha sollecitato i funzionari della magistratura a collegare pubblicamente e in maniera decisa i nemici occidentali alla rivoluzione e tutto ciò causato dall’idea fuorviante che è stata inculcata dall’odio contro la Repubblica Islamica Iraniana.
Le autorità governative in Iran hanno un’idea molto chiara in merito alla posizione sociale che deve avere la donna e per loro la funzione deve essere quella di “moglie e faccende domestiche” e qualsiasi obiezione in merito non è concessa.
Il leader ha anche precisato che a suo avviso chi violare l’hijab è “Religiosamente e politicamente haram” ha causato un maggiore rigore tra i funzionari che hanno deciso di adottare una maggiore repressione in merito all’applicazione delle norme che regolano l’uso del velo.
Le donne quindi che verranno accusate per il mal utilizzo dell’hijab verranno considerate come spie legate alle organizzazioni nemiche.
La magistratura iraniana ha deciso di seguire la linea indicata da Khamenei e ha rilasciato una seconda dichiarazione in meno di una settimana sull’uso del velo.
Il ministero dell’Interno ha precisato che opporsi al velo equivale a seguire un complotto condotto dai nemici stranieri e dai servizi di intelligence, che utilizzando il web vogliono “creare profonde divisioni sociali e una divisione tra le persone e il governo“.
Due giorni dopo l’affermazione di Khamenei, il presidente della Corte Suprema iraniana Mohseni-Ejei ha affermato che le donne che: “non sono disposte ad adeguarsi alle norme obbligatorie del codice sull’abbigliamento dettato dall’islam e continueranno ad apparire in pubblico senza hijab saranno “collegate a agenzie di spionaggio straniere”.
Ha poi aggiunto senza fornire nulla a supporto che potesse provare la questione che: “Oggi i nemici stanno portando avanti le loro cospirazioni in vari modi e pianificano di alimentare la devianza nella nostra società”.
Ha poi rivolto minacce a chi si scontra con la tradizione del velo spiegando che: “i nemici stanno cercando di legare la questione dell’hijab alla politica“. All’inizio di aprile ha avvisato di nuove severe punizioni per le donne che violano le regole dell’hijab.
Mossadegh, il primo vice capo della magistratura, ha riferito che la magistratura “si occuperà seriamente dei nemici e dei trasgressori che cooperano con i servizi di spionaggio nel promuovere lo svelamento in Iran”.
La portavoce dell’ufficio di Khamenei ha sostenuto che: “Dobbiamo fare un cambiamento nei nostri insegnamenti religiosi, questa situazione non è più tollerabile quando vediamo questa quantità di avversione religiosa nella società”. Ma ha previsto anche che la religione è ancora presente e che “le persone non si sono ribellate alla religione”.
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