La situazione diplomatica attuale tra Iran e Stati Uniti è piuttosto tesa, con un aumento sostanziale delle azioni militari e diplomatiche negli ultimi mesi. Dopo botta e risposta accesi tra Washington che vede Teheran e le sue milizie filo iraniane come un pericolo per l’intera comunità internazionale, emerge che la marina iraniana ha fatto emergere un sottomarino che si stava avvicinando pericolosamente al confine iraniano.
Nel gennaio 2020, gli Stati Uniti hanno ucciso il generale iraniano Qassem Soleimani in un attacco aereo a Baghdad, suscitando l’ira dell’Iran e provocando una serie di tensioni tra i due paesi. In risposta, l’Iran ha attaccato le basi aeree americane in Iraq.
Le tensioni si sono aggravate pericolosamente nel luglio 2021, quando la nave tanker Mercer Street ha subito un attacco al largo delle coste dell’Oman, che ha causato la morte di un membro dell’equipaggio britannico e un altro romeno. Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno accusato l’Iran di essere responsabile dell’attacco, ma Teheran ha respinto le accuse.
Inoltre, alcuni rapporti hanno suggerito che gli Stati Uniti stiano aumentando le loro attività di ricognizione al largo delle coste iraniane utilizzando sottomarini, il che indica una crescente preoccupazione per la situazione in Medio Oriente.
Secondo il funzionario iraniano, il sottomarino statunitense è emerso in acqua poco profonda ed è stato identificato come un sottomarino nucleare e costretto a cambiare direzione. Dopo essere emerso, il sottomarino ha lasciato immediatamente il Golfo Persico. Il funzionario iraniano ha dichiarato che l’incidente dimostra la capacità della marina iraniana di rilevare e responsabilizzare le navi straniere che violano il confine marittimo iraniano.
Secondo quanto rivelato dal funzionario iraniano, la Marina militare ha obbligato un sottomarino statunitense a emergere dopo essere stato individuato nelle acque del Golfo per poi essere costretto a una manovra opposta. Stando alle informazioni condivise dai funzionari dell’Iran, si tratta di una violazione del confine e ciò potrebbe andare ad innescare ulteriori problematiche diplomatiche che sono già ben presenti e radicate.
Irani Shahram, comandate della Marina iraniana, ha sottolineato che: “Il sottomarino americano si stava avvicinando mentre era sommerso, ma il sottomarino iraniano Fateh lo ha individuato ed ha effettuato … manovre per costringerlo a emergere mentre attraversava lo Stretto di Hormuz. Era entrato anche nelle nostre acque territoriali ma… ha corretto la sua rotta dopo essere stato avvertito”.
Già nel 2020 durante la crisi diplomatica insorta, il capitano Bill Urban respinse le affermazioni iraniane, affermando che “non ci sono state attività improprie da parte della marina degli Stati Uniti nel Golfo Persico”.
Urban sottolineò all’epoca che il sottomarino americano era in acque internazionali e che la Marina statunitense rispetta sempre “le leggi e le normative internazionali”.
L’incidente odierno non è stato confermato da fonti statunitensi e l’escalation delle tensioni tra Iran e Stati Uniti nel Golfo Persico rimane una preoccupazione per la comunità internazionale.
Ci sono stati diversi episodi di tensione e sospetti di spionaggio tra gli Stati Uniti e l’Iran negli anni passati, soprattutto in relazione al programma nucleare. Diversi rapporti e fonti hanno fatto emergere che gli Stati Uniti avrebbero effettuato operazioni di spionaggio in Iran sia attraverso mezzi tecnologici avanzati, come ad esempio droni, sia attraverso operazioni umane di raccolta di informazioni attuate da parte di agenti dei servizi segreti. In particolare, si è parlato di una missione di spionaggio che gli Usa avrebbero effettuato nell’ambito del programma nucleare iraniano, finalizzato a raccogliere informazioni sulle attività di arricchimento di uranio.
Inoltre, sono stati resi noti diversi casi di hackeraggio di siti web e sistemi informatici iraniani da parte di gruppi di cyber-spionaggio statunitensi, che avrebbero cercato di penetrare nei sistemi di difesa e di sicurezza del paese.
Tuttavia, è importante sottolineare che l’Iran ha accusato gli Stati Uniti di spionaggio anche in situazioni in cui non vi era alcuna prova concreta di operazioni di questo tipo. In ogni caso, gli episodi di tensione e sospetti di spionaggio tra gli Stati Uniti e l’Iran sono ancora oggi oggetto di dibattiti e controversie.
Mentre emerge la notizia del sottomarino Usa individuato nelle acque del golfo, l’FBI ha svelato che le autorità iraniane stanno adottando una metodologia differente per condurre operazioni di spionaggio e di rielaborazione dei dati.
L’FBI monitora attentamente le attività di spionaggio iraniano negli Stati Uniti e nel resto del mondo, dopo gli episodi emersi in passato che hanno generato controversie.
Nel 2020, I’FBI ha anche emesso una serie di avvisi agli americani riguardo alle minacce informatiche provenienti dall’Iran.
I funzionari Usa hanno spiegato che gli hacker iraniani cercano di ottenere informazioni su obiettivi militari, governativi, industriali e accademici, e hanno utilizzato metodi come il phishing, la geo-localizzazione, l’accesso remoto e l’infiltrazione di malware.
Nel 2018, I’FBI ha arrestato un uomo iraniano accusato di spionaggio che aveva lavorato per l’Islamic Revolutionary Guard Corps, e che aveva pianificato di attaccare un evento politico anti-iraniano a New York. Inoltre, nel 2019, la polizia ha accusato due iraniani di aver violato i diritti umani delle donne attiviste in Iran, e di aver intrapreso attività di spionaggio contro ex membri dell’organizzazione dei Mujahedin-e Khalq.
L’FBI ha inoltre lavorato a stretto contatto con partner internazionali per prevenire e contrastare le attività di spionaggio iraniano, tra cui il Regno Unito, l’Australia e il Canada.
Inoltre le autorità Usa hanno collaborato con le autorità internazionali per arrestare hacker iraniani e imporre sanzioni contro gli individui e le organizzazioni coinvolte in attività di spionaggio informatico.
In sintesi, l’FBI continua a monitorare attentamente le attività di spionaggio iraniano e ad adottare azioni per prevenire e contrastare queste minacce informatiche. La collaborazione con partner internazionali e l’uso di misure punitive, come arresti e sanzioni, hanno aiutato a ridurre l’impatto delle attività di spionaggio iraniano negli Stati Uniti e in altri paesi.
Durante un conferenza stampa emersa dopo la notizia riguardante la stazione di polizia cinese, ovviamente non legale, che prendeva di mira e dissidenti con una sorta di monitoraggio e spionaggio direttamente sul territorio statunitense, l’fbi ha parlato anche dell’Iran e della sua metodologia per raccogliere informazioni da Washington.
L’Fbi ha riferito di aver notato un repentino aumento delle operazioni di spionaggio attuate dai regimi autoritari stranieri che violano appositamente la legge per intimidire gli appartenenti alla loro comunità o mettere a tacere i dissidenti politici.
I funzionari statunitensi hanno precisato che generalmente i governi ricorrono all’uso di investigatori privati per reprimere la popolazione dissidente e condurre una sorta di sorveglianza continuativa e hanno precisato che sono stati avviati dai pubblici ministeri diversi procedimenti penali, confermati dai pubblici ministeri federali in merito alla questione.
Uno degli episodi più eclatante avvenuto per mano dell’Iran che voleva mettere a tacere i dissidenti situati in territorio statunitense è stato sicuramente attuato contro il noto attivista iraniano Masih Alinejad che ha abitato a New York nel 2021 e nel 2022.
È emerso poi che nel luglio 2021 i funzionari dell’Fbi hanno sventato un attacco dell’intelligence iraniana, che aveva intenzione di rapire la funzionaria Alinejad, che ha successivamente confermato ai media che la persona designata per il rapimento era proprio lei.
Niloufar Bahadorifar, una donna iraniano-americana, è stata invece condannata all’inizio dello scorso mese dopo ma verrà messo la sua colpevolezza in merito al rapimento di Alinejad.
Stando alle informazioni emerse il piano prevedeva il suo rapimento e il successivo trasporto in Venezuela tramite un’imbarcazione, per poi essere è rimandata in eran e giustiziata come gli altri dissidenti rapiti.
Le autorità hanno riferito in merito che: “Molte di queste sono nuove tattiche e linee che vengono superate che non abbiamo visto Cina e Iran fare sul suolo americano in precedenti indagini”.
Le autorità hanno anche spiegato che ora la priorità è cercare di adottare una condotta che riesca ad infondere e aumentare la consapevolezza all’interno del settore investigativo privato ma anche all’interno delle forze dell’ordine statali e locali.
Secondo quanto emerso dalle autorità di Washington si evince che l’intelligence iraniana ha una fitta rete di spionaggio nei paesi europei, dove prende di mira soprattutto i giornalisti iraniani dissidenti con reali minacce, nonostante la lontananza dall’iran e, pertanto, anche l’emittente Iran International ha deciso di trasferire la sede da territorio britannico a Washington a causa della crescente minaccia.
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