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Dopo la condanna di Zaki, parla la fidanzata

È sconvolta Reny Iskander, la fidanzata di Patrick Zaki, mentre racconta ai giornalisti che a settembre è in programma il matrimonio.

Reny Iskander – Nanopress.it

L’attivista egiziano sotto processo dal 2020 è stato condannato ieri a 3 anni di reclusione, per opinioni politiche molto forti che ha espresso sui social. Addirittura venne condannato per minaccia alla sicurezza nazionale, così arrivò per lui l’arresto non appena fu in territorio egiziano. Lo studente dell’Università di Bologna ha raggiunto da poco il traguardo della laurea, conseguita a distanza, ma un appuntamento ancora più importante per lui era il suo matrimonio con la ragazza con cui sta da anni. Questo sogno però è stato spezzato dalla condanna e ora la giovane si batte in prima linea, dicendo che la decisione dei giudici è arrivata come un fulmine a ciel sereno perché in questi mesi non aveva fatto nulla per motivare un ritorno in carcere. “Vorrei che tornasse libero in tempo per le nozze” ha detto sconfortata.

Le parole della fidanzata di Zaku

Le parole della fidanzata di Patrick Zaki

Da tempo leggiamo di Patrick Zaki, l’attivista egiziano con il sogno di laurearsi nell’Università di Bologna, cosa che ha realizzato il 5 luglio discutendo a distanza la tesi nel Master Gemma, in Women’s and Gender Studies.

Oltre alla laurea all’Ima mater, ne ha anche un’altra in farmacia alla German University ma di certo un traguardo ancora più importante per il ragazzo, classe 1991, era quello di sposare la sua Reny, fidanzata con lui da diversi anni. Il matrimonio era previsto per settembre ed è stata proprio lei a rivelarlo all’indomani della decisione dei giudici, di condannare Patrick a 3 anni di carcere.

“Non ci aspettavamo questa svolta drammatica, niente poteva far pensare che Patrick sarebbe stato condannato nuovamente, non ha fatto nulla di male in questi mesi” ha detto in un’intervistaLa Repubblica.

Lo sconcerto della ragazza è dovuto alla decisione della Procura di Mansoura, che ieri ha decretato altri 14 mesi di carcere, che si aggiungono a quelli che ha già scontato e quindi la pena totale è di 3 anni. Una cosa che ha lasciato la famiglia senza parole, anzi ieri c’erano solo grida nel Tribunale da cui è stata letta la sentenza e Patrick è stato portato via fra le urla disperate della madre e della compagna.

“Vogliamo solo iniziare la nostra vita insieme” aveva scritto ieri in un post di sfogo su Facebook, al termine dell’undicesima udienza del processo. Una vicenda giudiziaria lunghissima in cui il ricercatore di origini egiziane è stato portato via come un criminale non solo nella giornata di ieri ma anche nell’arresto del 2020, accusato di aver diffuso notizie false in un articolo di quell’anno.

Il suo caso ha creato molte tensioni fra Egitto e Italia ma anche portato a mobilitazioni in cui il suo caso viene associato alla soppressione della libertà di espressione. Anche i legali di Zaki non si aspettavano un verdetto simile. Il ragazzo è entrato nel mirino del governo del suo Paese quando nel 2019 scrisse un articolo che riguardava un attentato dell’Isis.

Patrick Zaki – Nanopress.it

Zaki poneva l’accento su alcuni casi di discriminazione ai danni dei cristiani d’Egitto, i copti. I suoi genitori appartengono proprio a questa religione.

All’Italia Patrick è legato dal fatto di essere uno studente universitario a Bologna, città in cui si era recato per un master sugli studi di genere, poi appunto al rientro in patria è stato trattenuto ma i docenti italiani lo hanno aiutato a distanza per terminare il percorso. Sperava ieri di concludere anche le vicissitudini giudiziarie ma è arrivata una pesante batosta che nessuno immaginava.

Reny ha raccontato che tutti pensavano in un rinvio o un’altra data per il verdetto, nessuno si aspettava la decisione vera e propria.

“Prima di arrivare a Mansoura abbiamo parlato del fatto che saremo tornati al Cairo dopo l’udienza, come sempre abbiamo fatto in questi mesi. Poi nel weekend volevamo andare al mare per festeggiare entrambe le nostre lauree”.

Il matrimonio

Reny si lascia andare a confidenze molto intime con i giornalisti, non è facile forse parlare del loro progetto di vita insieme ma la rabbia è tale che questo forse per lei è l’unico modo di sfogarsi. Era in prima linea insieme alla madre Hela, alla sorella e all’avvocata, per sostenerlo, invece proprio davanti a questo folto gruppo di donne è stato portato via al pari del peggiore criminale.

Il governo egiziano non lo vede di buon occhio, non solo per le motivazioni che abbiamo detto poco fa ma anche per il suo impegno in temi delicati come l’omosessualità, argomento base della sua ultima tesi, e perché i vertici credono che voglia aizzare il popolo a ribellarsi alla rigidità dello stato egiziano.

Accuse molto pesanti che però non hanno prove reali però molto meglio reprimere gli oppositori nelle fasi iniziali che intervenire troppo tardi, questo forse hanno pensato i giudici che hanno emesso una sentenza contestata da tutti, familiari, associazioni come Amnesty e amici che a Bologna ancora lo aspettano e fanno il tifo per lui e per la libertà di espressione.

Manifestazione per Patrick – Nanopress.it

Vittima collaterale di questa vicenda è proprio Reny, che ha parlato di come parallelamente a questo brutto fatto, ne sia successo uno bellissimo. La ragazza ha ricevuto una proposta di matrimonio, poco dopo che Patrick è uscito di prigione.

“Ho detto di sì e abbiamo fatto una grande festa di fidanzamento e organizzato tante cose per cercare di recuperare il tempo perduto. Abbiamo scritto le nostre tesi di laurea insieme e in contemporanea le abbiamo discusse, laureandoci io a Bologna e lui in videocollegamento dal Cairo. Era dispiaciuto di non essere con me ma felice del risultato e delle reazioni della gente. Poi abbiamo cercato e trovato una casa”.

È molto triste parlando di un futuro che sembrava dietro l’angolo invece dovrà aspettare ancora un po’, però nel suo cuore c’è la speranza che riuscirà a sposare presto il suo Patrick e in merito a questo ha anche affermato che non vogliono scappare ma intendono restare in Egitto, dove si trovano le famiglie e gli amici.

 

Claudia Marcotulli

Diplomata in grafica pubblicitaria, amo l'arte, la natura, gli animali, la grafica, la fotografia e la scrittura.

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