Il Kurdistan è stato attaccato, nella parte a nord dell’Iraq, dall’Iran che ritiene la zona fortemente sensibile e in mano ai terroristi. Dopo la Turchia che ha attaccato ieri, ora ha condotto un’operazione militare anche Teheran che si trova d’accordo nel eliminare le milizie ribelli curde.
Ieri sera si è verificato un attacco ai danni del Kurdistan, precisamente nella zona più a nord dell’Iraq, da parte dell’Iran, che ritiene siano territori fondamentali per le basi organizzative dei gruppi terroristici legati all’attacco ad Istanbul.
Ieri si era già vociferato di un’intesa tra Ankara e Teheran atta a agire in maniera congiunta e trattare la questione Kurdistan molto velocemente. Dopo l’attentato che si è verificato il 13 novembre nel centro di Istanbul, infatti, la situazione è degenerata repentinamente e già ieri la Turchia ha avviato i suoi primi raid contro il nord della Siria e dell’Iraq cercando di eliminare le basi strategiche del partito Pkk. La donna arrestata ad Istanbul e responsabile di aver piazzato la borsa bomba ha dichiarato di essere stata istruita direttamente dai membri del Partito dei Lavoratori del Kurdistan.
La reazione della Turchia è stata quella di prepararsi ad attaccare le milizie curde che hanno provocato con il loro attentato sei morti e 18 feriti tra cui bambini. Erdogan ho sferrato il suo attacco che è stato poi seguito da quello dell’Iran che ha colpito le basi strategiche nel nord dell’Iraq occupate dall’esercito ribelle curdo.
L’attentato è avvenuto in Turchia, ad Istanbul, nel centro città, ha colpito le zone dello shopping in un momento davvero trafficato e appositamente scelto dai terroristi per mandare un duro segno al cuore del Paese. Le modalità di questo attacco terroristico sono state semplici ma efficaci. La donna che ha lasciato la borsa bomba sulla panchina che poi esplodendo ha provocato sei morti ha fatto il suo ingresso nel paese superandolo illegalmente. Di nazionalità curda, è stata istruita dalle forze ribelli del PKK in modo da poter sostenere la pressione mentale e fisica del portare a termine un attacco terroristico.
Dopo la confessione della donna, Erdogan ha subito specificato che non avrebbe lasciato passare la cosa senza punizione ma anzi che avrebbe colpito duramente Il Kurdistan per questo grave attacco alla popolazione. In risposta alla tragedia che ha dovuto subire il popolo turco, Ankara ha sferrato raid aerei che ieri hanno colpito importanti basi logistiche militari del Pkk e delle milizie curde siriane Ypg che servivano come punto di appoggio organizzativo e la più colpita è stata la città di Kobane.
L’Iran ha deciso di intervenire e attaccare le forze curde a nord dell’Iraq dopo che le forze militari ribelli del Kurdistan siriano hanno ucciso due civili lanciando razzi sulla Turchia.
A quel punto Teheran, in un’operazione militare che sembra essere stata accordata e congiunta con Ankara, ha sferrato il suo attacco per destabilizzare i terroristi del Pkk e del Pki.
L’attacco ha mirato principalmente alle città di Erbil e Sulaymaniyah. Un peshmerga, membro degli estremisti del Kurdistan iracheno, è rimasto ucciso nella rappresaglia iraniana.
Il Pdki ha affermato: “Questi indiscriminati attacchi arrivano in un momento in cui il regime terrorista in Iran non è in grado di fermare le dimostrazioni in corso nel Kurdistan (iraniano)” e le Guardie Rivoluzionarie hanno dichiarato invece: “In continuità con le misure adottate dall’Iran per affrontare i gruppi separatisti e terroristici curdi nel nord dell’Iraq, al confine con l’ovest dell’Iran, le forze di terra delle Guardie Rivoluzionarie hanno iniziato un nuovo ciclo di attacchi alle loro basi rimanenti questa mattina presto e hanno inflitto pesanti perdite ai terroristi”.
Il conflitto tra Kurdistan e Turchia è tornato a preoccupare le autorità internazionali ma ora l’appoggio dell’Iran ha già portato lo scontro ad un altro livello. Le autorità ora osservano le Nazioni in attrito e si tengono pronti a mediare per evitare una nuova guerra.
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