La protesta del popolo iraniano sta continuando all’interno del Paese e ora hanno un ruolo fondamentale all’interno dei negoziati i Mondiali che si stanno tenendo in Qatar. Dopo la vittoria dell’Iran contro il Galles sono stati liberati ben 700 carcerati e questo è una dimostrazione di quanto sia importante dare visibilità alle proteste in atto.
L’Iran si trova in questo momento ad oltre tre mesi di proteste che stanno tentando di rovesciare il governo islamico dopo la morte di Mahsa Amini avvenuta il 16 settembre. Da quel giorno si sono moltiplicate le manifestazioni all’interno del paese che hanno poi preso una piega inaspettata dal sapore vero e proprio di una rivoluzione. Nonostante l’attenzione del mondo fosse tutta rivolta all’Iran, il governo di Raisi ha continuato una repressione feroce e violenta dando pieno potere alla polizia morale e alle guardie rivoluzionarie con l’intento di sedare totalmente i dissidenti. L’attenzione mediatica che si è creata attorno a questa rivoluzione iraniana ha portato inizialmente il governo a dare la colpa delle proteste all’Occidente, ritenuto colpevole di incitare i rivoltosi, ma ha anche creato dinamiche che stanno dando frutti importanti. Questo è il caso dei Mondiali di calcio che si stanno svolgendo in Qatar e che si sono rivelati importantissimi per la situazione in Iran.
La situazione attuale in Iran rispecchia il malcontento e la frustrazione di un popolo che si è trovato sempre più senza diritti essenziali ed è stato privato della propria libertà personale. Il regime islamico che è al potere e governa sul popolo iraniano impone leggi e divieti molto restrittivi che impediscono all’individuo di esprimere la propria personalità ma anche la propria libertà e questo vale anche nei piccoli gesti quotidiani.
Il governo in Iran appoggia pienamente le leggi islamiche e contenute nella Sharia. Si tratta di un insieme di norme che impongono una serie di comportamenti e ne vietano altri e sono ritenute fondamenta dello stato. Il governo ha dato il compito alla polizia morale e alle guardie rivoluzionarie di far rispettare a pieno le leggi islamiche e di utilizzare mezzi che comprendono violenza e coercizione contro il popolo.
Il 16 settembre ha però per il popolo iraniano un giorno molto importante che ha dato il via alle proteste che sono ancora in atto e questo a seguito della dolorosa morte della ventiduenne Amini che è stata denunciata dalla famiglia. Attirando l’attenzione mediatica su ciò che stava realmente accadendo in Iran. La giovane e stata arrestata per aver indossato male lo hijab ed è stata arrestata mentre si trovava al parco a Teheran insieme alla sua famiglia.
Le percosse ricevute durante la detenzione della ragazza hanno provocato il suo decesso e questo ha sconvolto la popolazione che ha deciso di riprendersi la propria libertà e i propri diritti. È stato subito chiaro che il governo non avrebbe lasciato impuniti i manifestanti ma, nonostante gli arresti e le tantissime morti di giovani che si sono verificate durante le proteste per mano della polizia, il popolo continua a lottare e non ha intenzione di mollare.
Un ruolo fondamentale in questa vicenda è sicuramente da attribuire ai media e agli esponenti di spicco internazionali che hanno voluto mettere la propria faccia per la causa iraniana nonostante il pericolo che si corre. Abbiamo assistito a manifestazioni di solidarietà da parte di sportivi e di attori che hanno rischiato la propria libertà e che nella maggior parte dei casi sono stati anche arrestati o hanno comunque subito conseguenze per il loro gesto. Sono contestati sia post sui social che prese di posizione in pubblico.
Nonostante le pressioni ricevute dalle autorità mondiali in merito al metodo ovviamente non condiviso sulla repressione delle proteste in atto l’Iran ha deciso di proseguire sulla propria strada. Il Parlamento ha addirittura deciso di introdurre la pena di morte anche per i detenuti politici tra i quali troviamo anche manifestanti e chiunque sia stato sorpreso durante le proteste. Alcune di queste condanne sono già state eseguite e l’indignazione del mondo si è fatta sentire ancora di più. Le pressioni da parte degli Stati occidentali sono viste come un’intromissione di una questione nazionale iraniana e la causa di tutto quello che sta succedendo è attribuita ha una campagna diffamatoria occidentale. Oggi l’attenzione mondiale è rivolta all’iran e al popolo iraniano e nonostante il governo non indietreggi nella propria posizione. Si è appreso che le proteste maturate anche nel contesto dei Mondiali di calcio in Qatar hanno portato a frutti eccellenti così come la vittoria dell’Iran sul Galles.
I Mondiali di calcio in Qatar hanno visto disputarsi la partita Iran contro Galles nella quale la squadra iraniana è risultata vincitrice e questo è valsa la liberazione di 709 detenuti.
Il sito web della magistratura Mizan online ha spiegato che sono stati liberati 709 prigionieri, molti dei quali facenti parte degli ultimi arresti in merito agli eventi successi negli ultimi mesi all’interno del paese. Nessun chiaro riferimento alla morte di Amini o alle manifestazioni nate all’interno del paese a seguito del decesso della ventiduenne, ma un chiaro messaggio che viene accolto positivamente dalla comunità internazionale.
L’Onu stima che nel Paese siano stati catturati circa 14.000 prigionieri durante le proteste scaturite dal 16 settembre in poi anche se le autorità dichiarano ufficialmente che si tratta di un numero molto inferiore pari a 2000 persone arrestate.
Le due reti messi a segno dall’Iran hanno portato alla liberazione di un numero davvero consistente di prigionieri tra cui l’attrice Hengameh Ghaziani arrestata il 20 novembre a seguito di un post social dove si è mostrata senza il velo e con la scritta Donna Vita Libertà. Oltre all’attrice è stato liberato anche il conduttore della tv di stato che è rimasto in carcere da due mesi ovvero Mahmoud Shahriari.
Jason Rezaian corrispondente del Washington Post dal 2012 al 2016, che è stato anche incarcerato in Iran per ben 544 giorni con l’accusa da parte del governo iraniano di spionaggio, ha spiegato perché secondo lui è importantissimo il passaggio dell’iran agli ottavi di finale dei Mondiali in Qatar.
Il giornalista ha rivelato al Washington Post: “Gli obiettivi dei dimostranti sono in linea con gli ideali degli Usa ed i valori liberali in generale. Questo momento merita attenzione, e nessun palcoscenico globale è più grande di quello dei Mondiali, seguiti da miliardi di persone. Più a lungo l’Iran rimane in gioco, più il suo popolo e il suo movimento sarà conosciuto”.
Questo in riferimento al fatto che si terrà uno scontro diretto tra le nazionali di calcio di Usa e Iran domani.
Rezaian ha inoltre spiegato che è difficile altrimenti ottenere lo sguardo di miliardi di persone che invece è qualcosa di estremamente importante. L’esempio lampante è la vittoria col Galles che ha apportato alla nazione iraniana benefici. Il giornalista ha spiegato che, anche nel 2018 quando l’Iran ha partecipato Ai Mondiali di calcio, l’attenzione sulle problematiche del Paese è cresciuta e questo non può che facilitare e agevolare una risoluzione del conflitto interno che sta avvenendo in iran.
Il giornalista ha spiegato come ogni partita donava la possibilità di soffermarsi sulle problematiche presenti all’interno del paese e creare visibilità su sofferenze che altrimenti sarebbero rimaste invisibili. Sta utilizzando questa occasione dei mondiali in Qatar per lo stesso identico motivo.
Jason ha spiegato: “se questo movimento si dovesse dissolvere senza reali cambiamenti al sistema, il prezzo pagato sarebbe tragico, con almeno 450 persone uccise, tra le quali decine di minori, e migliaia di arrestati”.
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