Francesca Rescigno, prof animalista dell’Università di Bologna, ha deciso di abbandonare il suo incarico in seguito a delle minacce ricevute.
Alla donna è stato recapitato un messaggio intimidatorio e nella busta a lei indirizzata c’era anche una zampa di volte. Un gesto terribile accompagnato da poche righe che la esortano a lasciare il dipartimento dell’Unibo, dove si occupa di temi considerati “scomodi”. Il plico è stato trovato nella cassetta delle tesi e ora le forze dell’ordine indagano sugli ambienti universitari.
Paura per Francesca Rescigno, professoressa che lavora all’Università di Bologna che ha ricevuto una lettera intimidatoria molto grave. La docente associata di istituzioni di Diritto pubblico è stata attaccata su un argomento molto delicato e della quale da sempre è portavoce, tanto da diventare scomoda per tanti.
La donna infatti è una convinta animalista e attivista per i diritti animali, così qualcuno ha pensato bene di recapitarle una zampa recisa, probabilmente di volte, accompagnata da parole terribili:
“Rescigno hai già perso. vattene dal dipartimento, puoi farti male”.
È stata lei a trovarla martedì 20 giugno nella buca della posta del Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università, alla vigilia dell’ultima prova valida per il concorso per diventare professoressa ordinaria.
Nella medesima buchetta all’ingresso di palazzo Hercolani, in pieno centro a Bologna, solitamente la donna riceve le tesi e i lavori da parte dei suoi studenti. Un ritrovamento insolito che l’ha agitata molto, sebbene in un primo momento non aveva ben capito che quella che aveva di fronte era una vera e propria minaccia, al momento da parte di ignoti.
La donna si è subito recata dai carabinieri locali per denunciare l’accaduto e ora gli agenti si stanno concentrando sull’ambiente dell’Università. Proprio fra quei corridoi scolastici infatti, secondo la pista investigativa più accreditata, si nascondono i colpevoli. O forse si tratta di una sola persona? Ancora non sappiamo nulla e le indagini sono solo all’inizio, però la prof ha rilasciato ai media una dichiarazione in cui ha espresso il suo dispiacere e la paura.
“inizialmente non capivo cosa fosse, poi me ne sono resa conto e la cosa mi ha inorridita. sono subito corsa al comando locale per denunciare il fatto”.
In quella zona fra via dei Bersaglieri e strada Maggione, un posto centralissimo di Bologna, è impossibile che nessuno abbia visto gli autori del gesto, tuttavia transitano così tante persone che lasciare una lettera non è un gesto insolito.
Gli inquirenti quindi, più che trovare testimoni oculari cercano eventuali riprese da telecamere di sorveglianza della zona che potrebbero dare un volto a colui o coloro dietro a questo spiacevole episodio.
Insieme alla denuncia alle autorità competenti, la Rescigno ha deciso di abbandonare il proprio posto e non perché alla fine il concorso non l’ha passato ed è stato preferito un altro docente, ma perché ha paura per le minacce ricevute.
“chiederò il trasferimento, perché non mi sento sicura e non sento nemmeno il supporto da parte dei vertici dell’ateneo”.
La Rescigno è preoccupata e lo sono anche le autorità, che stanno indagando sul suo passato per capire quali sono i temi scomodi in cui è stata impegnata. Abbiamo ad esempio la difesa dei diritti dei migranti, delle donne ma soprattutto l’attivismo per gli animali e proprio quest’ultima potrebbe essere la causa della minaccia dal momento che nella busta c’era una zampa di volpe.
Proprio quella busta e gli elementi al suo interno sono oggetto di indagini per verificare se ci sono le impronte del colpevole e se questo sia schedato. O questi.
Nonostante la professoressa abbia il sospetto di non essere supportata dall’Università in cui lavora da anni, il rettore Giovanni Molari ha detto parole importanti in merito a questa vicenda.
“un atto inqualificabile e di una gravità inaudita ha colpito la nostra docente”.
Anche i suoi colleghi hanno mostrato solidarietà e a fargli eco anche il direttore del Dipartimento, Filippo Andreatta, che ha ribadito la vicinanza.
Fra queste persone, anche la docente dell’attivista egiziano Patrick Zaki, Rita Monticelli:
“esprimo la mia solidarietà per questo messaggio minaccioso e codardo, inviato chiaramente in modo anonimo. sono accanto a francesca e come lei continuiamo a impegnarci per la libertà di pensiero e di parola”.
Ad augurare un intervento dell’Istituto è stata la collega Sofia Ventura, che si occupa di scienza politica ma anche noi della redazione speriamo che venga alla luce la verità perché fatti simili non devono rimanere impuniti.
Professoressa associata confermata di Istituzioni di Diritto Pubblico e Diritto della Pari Opportunità all’Unibo, dove insegna dal 2002, Francesca Rescigno è la protagonista di questo gesti minaccioso ma perché è stata presa di mira? A chi ha dato fastidio il suo impegno come animalista?
Lei, che ha concentrato la propria attività di studio, ricerca e insegnamento su temi importanti e delicati come la soggettività giuridica degli animali, ha spesso dovuto fare i conti con pareri contrastanti il suo ma mai nessuno si era spinto così oltre arrivando addirittura a minacciarla di morte.
Nella carriera, ha anche affrontato tematiche come i diritti degli stranieri e l’uguaglianza e da sempre è impegnata in attività di terza missione volte a promuovere la cultura costituzionale.
È stata l’unica giurista italiana invitata al II Convegno Mondiale di Animal Law, tenutosi a Barcellona nel 2014 e dal 2019 ha ideato un corso innovativo di Diritto delle Pari Opportunità approvato dei Presidenti di vari corsi di laurea e dalla commissione didattica.
La Rescigno ha scritto otto monografie e circa 100 pubblicazioni, frutto della collaborazione con riviste scientifiche italiane e non solo. Una carriera importante e un percorso molto bello quello della donna, che però è stato macchiato pochi giorni fa da questo gesto indicibile che lei stessa ha raccontato su Facebook, commentando:
“sono una piantagrane, questo è stato detto di me. forse è vero, mi occupo di donne, empowerment, migranti, diritti animali, religione.. insomma temi scomodi di cui tutti si riempiono la bocca ma poi nessuno davvero ha il coraggio di agire. ho reso pubblico quanto mi è accaduto, ora ognuno tragga le sue conclusioni. non sono una giudice, ma alla mia età qualche cosa l’ho imparata”.
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