L’Iran sta attuando un percorso diplomatico per tornare a ricoprire un ruolo di primaria importanza all’interno della regione mediorientale e, proprio per questo, ha tenuto colloqui simultanei sia con il Qatar che con gli Emirati arabi Uniti. Questo avviene dopo la ripresa dei rapporti con l’Arabia Saudita, grazie alla mediazione di Pechino, che hanno subito, però, una battuta d’arresto nonostante la questione venga poco menzionata. Si tratta di un disguido capitato durante l’incontro avuto a Teheran, come riferito dai media locali, e causato della scelta di utilizzare una stanza per la conferenza stampa dove spiccava la raffigurazione di Soleimaini e ciò ha generato malcontento nel funzionario Saudita in visita.
La scelta di attuare questi due incontri proviene da un percorso studiato che mira all’espansione della diplomazia iraniana e che ha visto anche di recente il regime ospitare i vertici di Hamas per discutere della sicurezza della Regione e sembra che questo abbia accelerato i bilaterali avvenuti con Qatar ed Emirati Arabi Uniti.
L’incontro tra Iran, Emirati Arabi Uniti e Qatar
Non si tratta di un incontro unico nel quale le autorità del regime iraniano hanno incontrato quelle saudite e qatarine ma, bensì, sono stati il ministro degli Esteri e il viceministro degli Esteri dell’Iran a incontrare, in separate sedi, i funzionari delle Nazioni sopracitate.
L’Iran ha avuto modo quindi di confrontarsi con gli Emirati Arabi Uniti e il Qatar, nonostante il regime continui a sostenere Hamas e a promuovere il terrorismo contro Israele e l’Occidente.
Giovedì 22 giugno, il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ha incontrato il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Mohamed Bin Zayed Al Nahyan, mentre il viceministro degli Esteri, Ali Bagheri, ha avuto colloqui con un rappresentante del Qatar. Secondo i media iraniani, entrambe le riunioni sono state positive e hanno segnato un passo avanti nelle relazioni diplomatiche tra i paesi coinvolti. Rimane però il fatto che l’Iran continua a sostenere organizzazioni terroristiche nella regione, come Hamas, il che rappresenta una fonte di tensione per molti Paesi della zona.
Gli incontri recenti tra funzionari iraniani e rappresentanti degli Emirati Arabi Uniti e del Qatar sembrano indicare un crescente interesse del regime per il Golfo e la regione circostante, con l’obiettivo di trarne vantaggio nella nuova era diplomatica e, allo stesso tempo, continuare a destabilizzare i Paesi ritenuti ostili e, in particolar modo, minacciare Israele.
Secondo l’agenzia di stampa iraniana Fars News, il viceministro degli Esteri Ali Bagheri ha incontrato un rappresentante del Qatar per discutere di pace e stabilità nella regione. Anche il principale negoziatore nucleare iraniano ha partecipato a questo vertice, insieme ad un mediatore dell’Unione europea. Non sono stati forniti però dettagli specifici sull’evoluzione della partnership tra Qatar e Iran o sui loro piani futuri.
Nel frattempo, invece, il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ha incontrato il presidente degli Emirati Arabi Uniti, al quale ha portato i saluti del Presidente iraniano e ha riferito che si auspica progresso e prosperità per gli Emirati Arabi Uniti.
Questi incontri avvengono in un contesto in cui l’Iran continua ad avere incontri con i vertici di Hamas, in particolar modo con Ismael Haniyeh, che sembra abbia incontrato più volte il leader iraniano.
Questo incontro è stato considerato importante e simbolico, dato che l’Iran ha inviato messaggi di sostegno agli attacchi contro le forze israeliane a Jenin, non solo esprimendo sostegno alla resistenza contro Israele, ma ha anche fornito dettagli specifici sugli attacchi stessi. La luce dei recenti eventi che hanno caratterizzato la regione, gli incontri del Golfo sembrano rappresentare la crescente influenza iraniana nella regione e la sua continua attenzione al terrorismo e alla destabilizzazione, nonché al raggiungimento degli obiettivi strategici.
La recente apertura dell’Iran sembra essere finalizzata a stabilire un dialogo con l’Europa riguardo alle questioni nucleari e a mostrare la propria vicinanza al Qatar. Ci sono opinioni discordanti in merito e emerge anche che l’Iran stia continuando a sostenere gruppi terroristici come Hamas e a creare instabilità in Medio Oriente col fine di eliminare Israele.
Ciò fa crescere il timore di ulteriori attacchi contro Israele e la paura che l’Iran che possa tentare di trasformare Jenin e altre città della Cisgiordania in una versione di Gaza. Le autorità iraniane potrebbero anche cercare di inviare armi e know-how tecnologico in Cisgiordania, come riposta anche Al Jazeera, per sostenere i gruppi terroristici nella costruzione delle loro infrastrutture.
Oltretutto il regime di Raisi continua a minacciare le forze statunitensi in Iraq e a perseguire un’agenda di instabilità in diverse zone del Medio Oriente, tra cui Siria, Libano e la stessa Cisgiordania, al fine di minacciare Israele, Usa e i nemici del regime.
Washington ha precisato che è determinato a contrattare le minacce iraniane e a fare ciò che è necessario per sradicare il terrorismo.
Mentre il regime iraniano approfondisce i rapporti con le autorità del Qatar e degli Emirati Arabi Uniti è ancora in corso una grande discussione in merito al disguido diplomatico che sembra aver raffreddato nuovamente la ripresa dei rapporti.
Cosa è accaduto tra Arabia Saudita e autorità iraniane
In Iran si stanno ancora discutendo i rapporti con l’Arabia Saudita a seguito dell’incidente che si è verificato durante la visita del ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan. Durante la conferenza stampa congiunta tra bin Farhan e il suo omologo iraniano lo scorso 17 giugno, la sede dell’evento è stata improvvisamente cambiata, generando polemiche.
Mentre il portavoce del ministero degli Esteri iraniano e la televisione di stato hanno affermato che il cambio di stanza era dovuto a un problema tecnico, molti giornalisti iraniani sul web hanno sostenuto che la delegazione saudita si sia, in realtà, rifiutata di sedersi in una stanza dove era esposta una grande foto dell’ex comandante della forza Qods dell’IRGC Soleimani.
Alcuni analisti di politica estera iraniani hanno commentato l’incidente, suggerendo che il ministero degli Esteri avrebbe dovuto prevedere le sensibilità dei sauditi e che il ministro avrebbe dovuto annullare la conferenza stampa. La questione dei rapporti tra Iran e Arabia Saudita rimane quindi un tema ancora molto dibattuto nella politica interna iraniana.
L’opinione di Mohammad Javad Akbarin commentatore iraniano a Parigi, è che la figura del generale Qassem Soleimani ha rappresentato una perdita per la diplomazia iraniana e gli interessi nazionali, in quanto le azioni del generale hanno minato gli sforzi di riconciliazione con l’Arabia Saudita. Akbarin ha sottolineato anche l’incapacità del ministro degli Esteri iraniano Zarif di gestire la situazione durante una visita del presidente siriano Assad a Teheran.
D’altra parte, l’editorialista saudita Mohammed Alsulami ha sottolineato la fragilità della fiducia reciproca tra i due paesi e ha invitato l’Iran ad evitare commenti sarcastici sui legami Iran-Arabia Saudita. Alsulami ha inoltre sottolineato quanto sia difficile ricostruire la fiducia reciproca tra i due paesi, dato il clima di rivalità e tensione tra di essi.
L’analista di politica estera Bigdeli ha sostanzialmente affermato che non tutti i problemi tra Iran e Arabia Saudita saranno risolti con una sola visita, e che le affermazioni secondo cui gli Stati Uniti saranno tagliati fuori dal Medio Oriente in seguito all’accordo tra Iran e Arabia Saudita non sono realistiche.
In generale, la questione dei rapporti tra Iran e Arabia Saudita rimane complessa e difficile da risolvere. La rivalità tra i due paesi e le divergenze su molteplici questioni politiche e religiose hanno alimentato una lunga serie di conflitti e tensioni nella regione del Medio Oriente.
Bigdeli ha inoltre precisato che le autorità iraniane dovrebbero intraprendere un percorso diplomatico simile a quello dell’Arabia Saudita ovvero un approccio dinamico e orientato sia a Ovest che a Est, invece che focalizzarsi su Asia e Medio Oriente.
Ha inoltre affermato che, finché le sanzioni statunitensi saranno in vigore e colpiranno l’Iran, potrebbe verificarsi l’ipotesi che Ryadh non concretizzi gli investimenti ipotizzati sul territorio iraniano.
Il sito di notizie Entekhab ha scritto in un commento che la politica dell’Iran di guardare soltanto verso Oriente, non ha avuto lo stesso successo delle relazioni dell’Arabia Saudita con la Cina. Il volume di affari tra Pechino e Teheran è stato inferiore a 16 miliardi di dollari nel 2022 nonostante un accordo di cooperazione tra le due Nazioni.
L’Arabia Saudita ha raggiunto invece un volume commerciale annuale stimato in circa 106 miliardi di dollari con Pechino, nello stesso periodo.
L’analista Bigdeli ha sottolineato l’importanza di mantenere legami con entrambi gli schieramenti geopolitici, sia a Est che a Ovest, mentre il sito di notizie Entekhab ha evidenziato le sfide che l’Iran deve affrontare nel realizzare la sua politica di espandere i suoi legami con la Cina.
Queste sono le problematiche che sta affrontando l’Iran nella politica estera e nel suo percorso diplomatico, ma anche la situazione interna al Paese è complicata ed oggetto di critiche e ammonizioni occidentali.