La Cina ha reagito prontamente alla scelta della presidente di Taiwan Tsai di incontrare lo speaker della Camera Usa McCharty, nonostante le numerose raccomandazioni delle autorità cinesi, che hanno messo in guardia Taipei e Washington riguardo al malcontento verso l’avvicinamento, ritenuto provocatorio, che esclude nello stesso momento Pechino.
Pechino ha deciso di sanzionare figure statunitensi legate alla visita della leader taiwanese negli USA e che hanno, per esempio, permesso l’organizzazione dell’incontro alla biblioteca Ronald Reagan in California, ma ha imposto anche nuove restrizioni all’ambasciatore de facto di Taiwan negli Stati Uniti.
La tensione tra Cina, Usa e Taiwan è andata incontro a un repentino deterioramento negli ultimi mesi e sopratutto a causa della visita inattesa effettuata da Nancy Pelosi a Taipei, lo scorso agosto, per rafforzare la collaborazione e la cooperazione con le autorità statunitensi ha generato un pericoloso meccanismo che ha portato Washington e Pechino ad accuse reciproche, che hanno segnalato l’inizio di nuove problematiche diplomatiche aggravate, poi, anche dalla recente questione del pallone spia abbattuto dall’amministrazione Biden sui cieli statunitensi ma è necessario nominare anche la crisi tecnologica e la guerra dei chip che vedono coinvolte le tre Nazioni.
La Cina ha imposto sanzioni dopo l’incontro di McCarthy e Tsai
La presidente di Taiwan Tsai ha intrapreso un viaggio che la portata in Belize e Guatemala ma che ha necessitato di alcuni transiti negli Stati Uniti, che hanno alzato la tensione ai massimi livelli tra le autorità usa e quelle cinesi. Solitamente è vietato ai funzionari di Taiwan di tenere incontri ufficiali con altri diplomatici Usa e tutto viene solitamente organizzato e regolamentato in maniera minuziosa e il piano di transito non prevede modifiche.
L’incontro tra l’alto funzionario Usa e la leader di Taiwan era stato chiaramente criticato già prima che avvenisse e diversi funzionari cinesi hanno precisato che sarebbero emerse importanti conseguenza se fosse stato attuato.
Le sanzioni cinesi sono state imposte a figure Usa collegate all’incontro della presidente di Taiwan con McCharty ma sono andate a colpire ho anche l’ambasciatore taiwanese negli USA.
La biblioteca Ronald Reagan che ha ospitato il vertice tra Tsai e i legislatori Usa è stata presa di mira dal governo cinese, così come l’Hudson Institute che ha organizzato l’evento, dove la presidente di Taiwan ha ricevuto anche un premio per la democrazia.
Sono state messe anche sanzioni contro l’ambasciatore di Taiwan negli Stati Uniti Hsiao Bi-khim.
La scelta del capo di Stato di Taiwan di incontrare McCarthy ha generato malcontento tra le autorità cinesi che hanno deciso di utilizzare questa nuova strategia sanzionatoria senza esagerare con le operazioni militari.
In parole povere, le sanzioni vanno a vietare agli individui presi di mira e alla loro famiglia l’ingresso In Cina così come ad Hong Kong e Macao, stando a quanto riferito dai media statali nella giornata di venerdì 7 Aprile.
Si tratta di una mossa diversa dalle solite dimostrazioni militari che le autorità di Pechino attuano quando vogliono esternare malcontento o la propria supremazia nei confronti di Taiwan, come capitato quando è avvenuto l’incontro con Pelosi. La Cina considera Taiwan una provincia ribelle ma parte integrante della sovranità territoriale della nazione.
L’avvicinamento di Taipei con Washington ha fatto emergere il timore tra i funzionari cinesi di una possibile intromissione concreta degli Usa nella questione riunificazione dato che hanno ampliato la loro potenza militare nel l’indo pacifico, per tenere monitorata la situazione Taiwan. Pechino ha precisato che la riunificazione sarà attuata e, se necessario, anche con l’utilizzo della forza. Tutto ciò ha fatto scattare la paura di una riunificazione con la Cina continentale imminente tra la popolazione taiwanese.
Tsai ha spesso dichiarato invece che ritiene Taiwan una nazione sovrana e soprattutto che il futuro dell’isola è nelle mani della volontà del popolo che è il solo che può deciderlo.
Le parole delle autorità cinesi
L’ufficio per gli affari esteri di Taiwan in Cina si è scagliato contro le istituzioni statunitensi in quanto, secondo i funzionari, forniscono supporto alla presidente Tsai in merito alle sue idee separatiste che mirano all’indipendenza di Taiwan.
I funzionari hanno anche annunciato “punizioni” nei confronti dell’organizzazione taiwanese Prospect Foundation che comprende all’interno del suo consiglio ex ministri taiwanesi e il consiglio regionale dei liberali e democratici asiatici hanno avanzato l’accusa che con le azioni intraprese hanno “fatto di tutto per ingraziarsi gli anti- Forze cinesi”.
Il ministero ha precisato anche che: “L’Hudson Institute e la Reagan Library hanno fornito una piattaforma e facilitato le attività separatiste di Tsai… il che mina seriamente la sovranità e l’integrità territoriale della Cina”.
Anche l’ambasciatore di Taiwan negli USA Hsiao, che era già stato sanzionato in precedenza per la visita di Pelosi, ha voluto esporrà il proprio pensiero sui social e a scritto sul suo account Twitter: “Wow, la RPC mi sanziona di nuovo, per la seconda volta“.
Il ministero degli esteri taiwanese ha spiegato il 7 Aprile che la decisione di Pechino di imporre nuove sanzioni scaturite dall’incontro tra sai e McCarthy eh qualcosa di irrazionale è assurdo.
La dichiarazione ufficiale riporta che era: “un diritto fondamentale di Taiwan condurre attività diplomatiche all’estero, e la coercizione e repressione da parte di Pechino avrebbe solo rafforzato la sua insistenza sulla libertà e la democrazia”.
Va precisato che le sanzioni emesse nei confronti dell’ambasciatore taiwanese non limitano in realtà più di tanto il suo operato, dato che lui come gli altri alti funzionari di Taiwan non si recano in Cina e i tribunali cinesi non hanno giurisdizione sull’isola.
Nonostante le sanzioni emesse ciò che ha colpito è stato che Pechino ha intrapreso azioni dimostrative militari inviando diverse navi da guerra nelle acque intorno a Taiwan promettendo una risposta energica e ferma all’incontro attuato dai due funzionari.
Per dimostrare il proprio dissenso Pechino ha dispiegato il gruppo d’attacco della portaerei nelle acque a sud est di Taiwan soltanto poche ore prima dell’incontro.
Sono stati inviati anche un jet da combattimento e un elicottero antisommergibile che sono stati rilevati giovedì secondo la dichiarazione del ministro della Difesa taiwanese.
Realtà dopo gli avvertimenti emersi la comunità internazionale si aspettava una presa di posizione più importante da parte Della Cina
Le autorità statunitensi hanno chiesto alla Cina di “cessare la sua pressione militare, diplomatica ed economica contro Taiwan e ad impegnarsi invece in una diplomazia significativa”.
Il portavoce del dipartimento di stato Vedant Patel ha precisato anche che: “Rimaniamo impegnati a mantenere canali di comunicazione aperti in modo da prevenire il rischio di qualsiasi tipo di errore di calcolo”.
Secondo la presidente di Taipei è importante per la pace regionale incontrare faccia a faccia i funzionari statunitensi e ha chiesto a Pechino di mantenere la calma.
Prima della partenza ha riferito in una conferenza stampa a Los Angeles: “Spero anche che la parte cinese possa esercitare l’autocontrollo e non reagire in modo eccessivo”, ha detto in una conferenza stampa prima della partenza a Los Angeles.