Due migranti africani sono morti a causa del fumo di un braciere lasciato acceso tutta la notte per combattere il freddo nella loro baracca. È accaduto in provincia di Foggia, a Borgo Mezzanone.
I due sono rimasti intossicati dalle esalazioni di fumo che si sono sprigionate dal braciere stesso che era posizionato accanto al letto dove dormivano.
Una tragedia che si è consumata nell’indifferenza di tutti e in quello che, tantissimi, definiscono un vero e proprio “ghetto”, dove trovano rifugio e sistemazione, anche se approssimativa, tanti migranti che lavorano anche nelle campagne di Foggia e dintorni.
Domenica notte l’ennesima tragedia e, questa volta, a morire, sono stati due migranti di origine africana, un uomo ed una donna. Sono deceduti a causa delle esalazioni di monossido di carbonio, esalate dal braciere che avevano acceso, per scaldarsi e combattere il freddo di questi giorni, vicino al letto.
Sono morti nel sonno, non accorgendosene nemmeno. C’erano, insieme a loro, anche altre due persone nella baracca che, invece, sono rimaste solo leggermente intossicate. Al momento, le vittime non hanno ancora un’identità, si sa soltanto che sono di origine africana.
Ad accorgersi che qualcosa non andava, sono stati gli altri migranti che vivevano nelle baracche vicine che hanno dato immediatamente l’allarme. I medici del 118, al loro arrivo però, non hanno potuto fare altro che constatare la morte dei due migranti, come dicevamo, un uomo ed una donna, e l’intossicazione degli altri due che con loro vivevano nella stessa baracca.
I migranti vivevano in un accampamento (definito “ghetto”) composto da tantissime altre baracche come quella dove è avvenuta la tragedia. In tutto, sono circa 1500 i migranti che vivono in condizioni igienico sanitarie precarie, ma anche dal punto di vista umano e strutturale, la situazione non è delle migliori. La maggior parte di loro è prevalentemente impiegata nei campi delle zone di Foggia e delle zone vicine.
Oltre all’intervento del personale medico del 118, si è affiancato anche quello dei Vigili del Fuoco, che hanno immediatamente messo in sicurezza l’area, e della Polizia, alla quale sono affidate le indagini per capire la dinamica dell’incidente.
Non è la prima volta che, in quello che tutti conoscono come il “ghetto di Borgo Mezzanone”, si verifica una tragedia simile. Già nel 2019, altri due giovani migranti, di origine nigeriana, morirono per le esalazioni da monossido di carbonio, questa volta provocate da una stufa che, proprio come in questa occasione tragica avvenuta la scorsa notte, stavano usando per riscaldarsi dal freddo pungente che aveva colpito la regione.
Anche i Vigili del Fuoco sono, più volte, intervenuti nel ghetto di Borgo Mezzanone, per spegnere roghi o incendi appiccati dagli stessi migranti, o per riscaldarsi o per altre diverse ragioni. La zona dove i quasi 1500 migranti si sono insediati da tempo, era una ex pista militare, poi abbandonata ed ora occupata dalle baracche di questi migranti che lavorano nelle campagne foggiane e non solo.
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