Quanto sono sicure le città italiane? Ha risposto a questa domanda il Sole24Ore, che ha preso in esame 107 province italiane e ha stilato la classifica delle più pericolose nel 2021, partendo dalle statistiche estratte dalla banca dati interforze dal dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell’Interno e confrontate poi con quelle degli anni precedenti.
Sfatiamo subito un luogo comune: Napoli non è affatto la città più pericolosa di Italia, come molti credono da tempo immemore. Questa non è altro che una leggenda che sta rimbalzando da generazioni ormai, ma la verità è che il capoluogo campano è solo al decimo posto delle città più pericolose di Italia: le altre nove sono tutte concentrate verso il Nord.
Le nostre città sono davvero sicure? Ma soprattutto lo sono tutte allo stesso modo? E quali sono quelle più pericolose? A queste domande ha provato a rispondere il Sole24Ore, che ha preso in esame 107 province italiane e ha stilato la classifica delle più pericolose nel 2021, partendo dalle statistiche estratte dalla banca dati interforze dal dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell’Interno e confrontate poi con quelle degli anni precedenti.
Ovviamente gli indicatori presi in esame sono stati vari: tra questi ricordiamo il numero di delitti commessi, di violenze denunciate, di furti (ma non solo). Sia chiaro: la città più pericolosa non è affatto Napoli, su cui da tempo immemore aleggia un pregiudizio radicato ormai nella società e tramandato come fosse una leggenda metropolitana di generazione in generazione. Anzi, il capoluogo campano si colloca al decimo posto: le prime nove città sono quasi tutte al Nord.
Chi troviamo al primo posto? Milano, la città con maggior numero di denunce per abitanti (quasi 6000 ogni 100mila abitanti). Ecco la classifica completa.
Milano è la città italiana in cui l’Indice della criminalità è più alto in assoluto. Basti pensare che solo nel 2021 nella city sono stati registrati 193.749 reati denunciati, cioè precisamente 5.985 ogni 100mila abitanti. Per comprendere meglio la portata di questo fenomeno, basti sapere che questo numero equivale alla somma di tutte quelle verificatesi a L’Aquila, Pordenone e Oristano – che, non a caso, sono considerate tre delle città più sicure di Italia – nello stesso arco di tempo.
E non solo, perché Milano è anche la città in cui vi sono stati in assoluto più furti, soprattutto nei negozi e nelle auto in sosta. E ancora, il capoluogo lombardo si colloca tristemente al secondo posto per rapine, a terzo per associazioni e delinquere e al settimo per denunce per violenze sessuali. Come ha dichiarato Marco Granelli, assessore alla Sicurezza del Comune di Milano: “Abbiamo riscontrato una predominanza dei reati da strada, anche aggressivi, che si compiono lungo gli assi commerciali, nelle zone della movida o sulla rete del trasporto pubblico che ogni giorno accoglie milione e mezzo di passeggeri. Abbiamo chiesto e ottenuto 255 tra poliziotti e carabinieri e stiamo assumendo 500 poliziotti locali: i primi 108 saranno in servizio da novembre. (…) Ad ogni modo, invitiamo sempre a denunciare, perché così possiamo attivare una serie di indagini mirate, magari tenendo conto della “carriera” criminale della persona”.
Chiudono il podio delle città con il maggior numero di denunce nel 2021 Rimini e Torino, rispettivamente medaglia d’argento e di bronzo. Anche nel primo caso, come a Milano, sono i furti la tipologia di reato “principale”. La top ten poi prosegue con Bologna, Roma, Imperia, Firenze, Prato, Livorno, Napoli.
Una precisazione però è doverosa. Se volessimo analizzare invece singole categorie, la classifica cambierebbe. Ad esempio, se prendessimo in esame gli omicidi volontari, Milano scenderebbe alla 37esima posizione, mentre salirebbero e formerebbero un nuovo podio Enna (con 1,9 denunce ogni 100mila abitanti), Aosta (1,6) e Prato (1,5).
Un altro indicatore analizzato, accanto a omicidi, furti e rapine, è dato dagli stupefacenti. In questo senso al primo posto troviamo La Spezia, seguita da Catanzaro e Padova. Sul fronte violenze sessuali la classifica muta ulteriormente, perché le città in cui vi sono state più denunce sono state Trieste, Bologna e Imperia.
Sia chiara una cosa però: più denunce non significa meno sicurezza urbana, perché questa è il risultato anche della percezione che i cittadini hanno e perché la propensione dei cittadini a presentarle è influenzata da diversi fattori. In primis troviamo il grado di fiducia nelle forze dell’Ordine, in secondo luogo anche la presenza delle istituzioni sul territorio e poi non possiamo trascurare anche i flussi turistici perché più persone confluiscono in luogo, più quella che viene definita micro-criminalità è presente.
Nonostante questi dati non ci sembrino affatto rassicuranti, c’è un dato che dobbiamo considerare e cioè che nelle aree metropolitane il trend è in calo rispetto al 2019. Possiamo prendere in esame sempre Milano, al primo posto nella classifica per reati denunciati: qui questi hanno subito comunque un calo dell’11,8%. Stessa cosa è accaduta a Roma, con la differenze che il decremento è stato del 6,8%, a Firenze (-24,6%), Venezia (-17,8%), a Bologna (-15,3%). Probabilmente il motivo sono state le restrizioni che ci sono state negli anni a causa della pandemia.
Costituiscono però un’eccezione a questo trend in calo alcune città, come Piacenza, Isernia e Rieti, in cui invece i segnali di allarme sono aumentati rispetto allo stesso anno. Ad esempio, nella prima città i reati denunciati sono saliti dell’11,7%: i reati più diffusi sono le rapine in casa (soprattutto nella zona circostante al centro cittadino, in cui vi sono case di campagna isolate), ma anche gli omicidi stradali e le violenze sessuali.
Isernia, nonostante si attesti solo al 49esimo posto della classifica generale, ha mostrato comunque un aumento delle denunce dell’8,8%. Anche qui ad essere diffusi sono gli omicidi stradali, insieme alle associazioni a delinquere e agli incendi. Qui, però, come ha ammesso il sindaco Piero Castrataro: “Il nostro comune è circondato da una provincia che si sta via via spopolando e questo la rende meno presidiata e più vulnerabile sul fronte degli incendi, per esempio. Le associazioni per delinquere sono purtroppo frutto di alcune infiltrazioni criminali nelle zone più depresse della provincia, quelle al confine con la Campania”.
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