Non c’è Sanremo che conta, nel calcio. Soprattutto nella massima serie, che torna in campo dopo tre giorni dal successo della Juventus a Salerno, con il Milan, impegnato a San Siro contro il Torino, la bestia nera dei rossoneri in questa stagione. Il big match del 22esimo turno di Serie A, però, non è quello dei campioni d’Italia, che martedì se la vedranno contro il Tottenham di Antonio Conte, sempre in casa, ma in Champions League, ma sarà tra la Lazio di Maurizio Sarri e l’Atalanta di Gian Piero Gasperini.
I primi della classe, il Napoli, poi, affronteranno gli ultimi, la Cremonese, nel posticipo di domenica. Non hanno impegni europei, in settimana, esattamente come l’Inter che affronterà la Sampdoria a Marassi nell’ultima partita del terzo turno del girone di ritorno. Quanto alla Roma, ad attenderla c’è il Lecce di Marco Baroni, una bomba da disinnescare per gli uomini di José Mourinho al Via del mare. Sfida dal sapore particolare è anche quella tra i bianconeri di Massimiliano Allegri e la Fiorentina. Ma dove si possono vedere le partite della 22esima giornata di Serie A in tv e diretta streaming?
La 22esima giornata di Serie A si apre con il Milan e si chiude con l’Inter, da non perdere Lazio-Atalanta
Con gli impegni europei che tornano a far capolino, la Serie A scende in campo già stasera, alle 20:45, con un Milan che tenterà in tutti i modi di rialzarsi da un periodo nero, e vendicarsi di un Torino che, questa stagione, è stato la vera bestia nera dei campioni d’Italia. Ma la 22esima giornata si concluderà con l’Inter, decisamente più in forma dei cugini. A spiccare ci sarà poi Lazio-Atalanta che vale un posto in Champions League, anche se è ancora troppo presto per dirlo. Poi il Napoli, la Juventus, la Roma, la bellezza, e quindi vediamole insieme.
Ecco, dicevamo, il Milan deve ripartire da un match che nasconde mille insidie, quello contro il Torino. I rossoneri non arrivano di certo da un periodo positivo, dato che è arrivata una sconfitta nel derby contro l’Inter che era anche uno scontro diretto per la zona Champions League e dopo due pesanti sconfitte in Serie A: il 4-0 contro la Lazio e il 2-5 contro il Sassuolo. In mezzo Stefano Pioli ha provato anche a cambiare modulo adottando una difesa a tre che ha raccolto molte critiche, ma che secondo il tecnico porterà di sicuro maggiore stabilità e copertura a una squadra irriconoscibile rispetto ai fasti di pochi mesi fa che hanno condotto allo scudetto. Insomma, c’è anche curiosità di rivedere un modulo che non è servito a resistere ai nerazzurri e soprattutto di capire se la proposta offensiva dei campioni d’Italia migliorerà rispetto alle prove precedenti.
Di sicuro, c’è anche da fare i conti con un Torino che è avversario fastidioso. Non tanto per la classifica ma per il modo di giocare degli uomini di Ivan Juric che si piazzano tra le linee e spezzano con aggressività e decisione il gioco avversario. Potrebbe essere un serio problema per i rossoneri, dato che contro i granata quest’anno sono arrivate due sconfitte pesanti in altrettante partite e una di queste ha significato l’eliminazione prematura dalla Coppa Italia.
Questa, inoltre, dovrebbe essere la partita in cui Rafael Leao tornerà titolare dopo ben due turni in panchina e diverse partite in cui non è riuscito a dare il suo solito contributo in termini di gol, assist e discese travolgenti sulla fascia. Da lui ci si aspetta tanto, a prescindere da un rinnovo di contratto che ancora non è arrivato e che non è neanche vicino alla fumata bianca. È anche il giorno in cui Zlatan Ibrahimovic torna in panchina anche se con un’autonomia piuttosto limitata, ma rappresenta una sicurezza emotiva anche per il resto del gruppo. I riflettori sono pronti ad accendersi per una partita che potrebbe essere un nuovo inizio o un baratro difficile da risalire. L’appuntamento è stasera a San Siro alle 20:45.
La partita del Carlo Castellani di sabato alle 15 rischia di essere la partita della tranquillità, ma anche dello spettacolo. Ed è quello che si augurano tutti gli spettatori. Se poi si guarda la classifica, però, serenità non può essere la parola d’ordine per lo Spezia che ora si trova solo a quattro punti dalla zona caldissima e infernale per non retrocedere. I bianconeri hanno bisogno di risposte dopo un periodo afflitto dalle assenze e dai punti mancati. Su tutte quella di Mbala N’Zola, punta capace di trascinare i liguri per tutta la prima parte di stagione, ma che ora dovrà tornare dallo stop delle ultime settimane, ma anche recuperare la forma migliore.
Spostandoci in Toscana, invece, troviamo un Empoli decisamente più bello e radioso. La squadra è riuscita a esprimere un gioco divertente e spumeggiante fin dalle prime giornate, riuscendo a piazzarsi al dodicesimo posto che sì, a meno di tracolli totali, rappresenta per forza di cose una sicurezza rispetto al terz’ultimo posto. In più, nel corso della stagione sono esplosi talenti dal vero assoluto e ormai riconosciuto. Non ci riferiamo solo a Fabiano Parisi, un terzino che da tempo seguono big come Juventus, Inter e Lazio, ma anche a centrocampisti come Tommaso Baldanzi e Filippo Bandinelli che rappresentano il fulcro di una squadra che propone calcio, si muove insieme e non molla mai la partita. Come le favole che pian piano tramutano in realtà. E poi in vantaggi economici. Quelle famose plusvalenze che ora per alcuni sono un problema giudiziario e non una giusta conseguenza.
La partita sarà, quindi, interessante anche sotto il profilo tattico con i toscani che hanno poco da difendere e lo Spezia che ci metterà l’aggressività, la voglia di portare a casa punti essenziali e l’istinto di uscirne indenne. Chi segnerà per primo avrà un grosso vantaggio, ma non sono escluse rimonte travolgenti.
La Roma non vuole fermarsi. Proprio non ora che la classifica sorride e José Mourinho sembra aver trovato grosse certezze in tutti i reparti. Ci riferiamo soprattutto all’attacco, per numeri e sensazioni sicuramente il punto debole della squadra nella prima parte di stagione, anche se è più corretto parlare di fase offensiva. Paulo Dybala è rimasto l’epicentro da cui tutto parte, ma a volte anche si conclude. Soprattutto è il grande rifinitore in grado di elargire assist a pioggia per i suoi compagni, soprattutto da calcio piazzato che è una delle forze del club della Capitale. La grossa novità, però, è sicuramente un Tammy Abraham trasformato. Il centravanti inglese ha finalmente trovato quella regolarità in zona gol che tanto è mancata nella prima parte di stagione, ma anche l’intesa con la Joya. Ora rappresentano una delle coppie più temibili del campionato e la sensazione è che possano ulteriormente crescere per alchimia e palle gol create.
Si fa un errore, però, a pensare che il Lecce parta già battuto, sempre sabato, ma alle 18 al Via del mare. Sì, non sarà semplice per i padroni di casa scardinare la difesa accorta di Mourinho, ma Gabriel Strefezza e in generale il tridente dei pugliesi ha già dimostrato di poter creare difficoltà anche alle squadre migliori del campionato. L’Inter contro i giallorossi e su quel campo ha faticato vincendo all’ultimo istante, il Milan ha pareggiato in rimonta chiudendo il primo tempo in doppio svantaggio. Contro il Lecce ha perso anche la Lazio e pareggiato la capolista Napoli. Nessuno lì fa i suoi comodi senza sudare e la Roma deve prepararsi anche a quello.
I tifosi, però, si aspettano una prova all’insegna della continuità e delle certezze e tornare a casa con tre punti in più in classifica sarebbe fondamentale sia per la corsa alla Champions League sia per dare un’iniezione in chiave europea a una squadra che ora non può più deludere, ma deve solo puntare dritto agli obiettivi e centrarli. Anche ora che il caso Niccolò Zaniolo è solo un ricordo e che il trasferimento in Turchia è già passato alla storia.
La sfida più interessante della 22esima giornata sarà, però, quella tra la Lazio e l’Atalanta, che andrà in scena all’Olimpico di Roma alle 20:45 di sabato. All’andata furono gli uomini di Maurizio Sarri a decretare la prima sconfitta dei nerazzurri di Bergamo, e anche al Gewiss Stadium, con una prestazione maiuscola e attenta. Ora le cose potrebbero cambiare e potrebbe essere Gian Piero Gasperini a prendere le misure ai biancocelesti rubandogli anche il quarto posto che significa sognare un ritorno nell’Europa che conta, e per entrambe.
Come che sia, c’è da dire che nessuna delle due squadre è nel momento top: gli ospiti, dopo aver regalato batoste e goleade a chiunque si mettesse nel loro cammino, si sono inchinati all’Inter in Coppa Italia, e poi ai neroverdi in campionato, non riuscendo neanche una volta ad andare in rete. La Lazio, dal canto suo, dopo la scoppola rifilata al Milan, ha pareggiato (facendosi rimontare) dalla Fiorentina e anche dal Verona in campionato, e nel torneo nazionale ha ceduto il posto in semifinale alla Juventus. Ha avuto tempo di riposare, è vero, e di riflettere sui propri errori, chissà. Sicuro è che non ci sarà da pensare alla sfida di giovedì di Conference, perché l’obiettivo, ora che i bianconeri sono stati messi fuorigioco, è riprendersi la Champions. Ed è anche da scontri diretti come questo che si costruiscono le basi per puntare in alto, sempre di più.
Gol cercasi e non è un’attesa scontata in questa Serie A. Sì, Udinese e Sassuolo promettono emozioni e si sfidano per un posto che non sarà il Paradiso, ma è sicuramente una garanzia di serenità per il resto della stagione. Vale soprattutto per i neroverdi, dato che la classifica è un po’ meno tranquilla e soprattutto lo era fino a due giornate fa. Poi è arrivata una vittoria pesantissima contro il Milan e con uno scarto totalmente inaspettato, ma anche un’affermazione importante per 1-0 che ha dato continuità alle prestazioni e ai risultati dei neroverdi. Sei punti in due partite erano proprio quello che ci voleva per ambire a una primavera senza patemi, soprattutto perché sono arrivate anche nuove certezze a rassicurare gli uomini di Alessio Dionisi.
Dopo l’infortunio che ha a lungo caratterizzato l’inizio di stagione, Domenico Berardi è tornato a splendere e a essere decisivo per questa squadra. Soprattutto in tandem con un Armand Lauriente che sta rappresentando quello che era in altri tempi e altri modi Jeremie Boga, cioè quel calciatore capace di destabilizzare le partite con un’accelerazione mostruosa, un dribbling fulminante e anche qualche gol pesante.
Di contro, l’Udinese ha qualche certezze in meno in questa fase, soprattutto perché Roberto Pereyra non è ancora tornato dall’infortunio e neppure Gerard Deulofeu che si è operato e dovrà restare ai box per qualche mese. È inevitabile che l’attacco sia stato destabilizzato da queste assenze, sperando che Florian Thauvin possa rappresentare quello che è stato per il Marsiglia e non l’esterno involuto e apatico delle ultime stagioni. Sono tanti, quindi, i temi che aprono la giornata calcistica di domenica e – da appassionati – speriamo che alla fine vinca il divertimento, anche se a soffrire saranno le difese, non sempre imperforabili durante la stagione.
Thiago Motta sta sbocciando e con lui tutto il Bologna. Nelle ultime uscite, infatti, quella squadra insicura, a volte arruffona e spesso sprecona con la maglia rossoblù si è trasformata in una macchina da gol e vincente, capace anche di macinare punti importanti per guarda dall’alto in basso le squadre inguaiate nella lotta salvezza. Tutto ciò anche senza l’epicentro emotivo e tecnico della squadra, quel Marko Arnautovic che abbina una potenza fisica travolgente a quell’istinto da bomber vero che non è facile trovare in Italia. Lui poi si è fermato per infortunio, con tutti i problemi del caso, ma nelle ultime settimane il Bologna ha iniziato a correre sulla scia dei dettami del suo allenatore e con alcuni uomini in grado di trascinare e sorprendere. Tra questi è d’obbligo inserire Riccardo Orsolini, l’esterno offensivo inespresso a causa dei troppi alti e bassi, ma che ora è diventato una certezza in zona gol e assist, oltre che sui calci piazzati.
Attenzione, però, a dare per spacciato un Monza che nelle ultime gare ha dato importanti segnali per il presente e per il futuro. Nell’ultimo turno ha rischiato di perdere contro una Sampdoria a caccia di punti vitali per sopravvivere, ma pochi giorni prima è arrivata una vittoria pesantissima all’Allianz Stadium. Nella partita delle 15 al Renato Dall’Ara non si aspettano passi indietro e non se li aspetta neanche Raffaele Palladino, un allenatore che, alla prima esperienza in Serie A, ha risollevato i brianzoli dalle ceneri e dando un’impronta di gioco ben riconoscibile. Rendendo possibile quell’obiettivo decimo posto sbandierato da Adriano Galliani come fosse una provocazione, ma che ora è improvvisamente realtà. O comunque accessibile.
È difficile lanciare pronostici in una partita del genere, ma la certezza è che nessuna delle due partirà battuta e ancora che entrambe seguiranno alla perfezione i principi di gioco del proprio allenatore. Perché a volte, soprattutto a lungo termine, è più importante pensare all’identità che alla classifica ed è così che, anziché sopravvivere, si crea qualcosa di bello.
La sfida tra due rivali storiche è considerata da sempre un big match, dove in determinate partite si assiste a uno scontro culturale, ideologico, quasi identitario tra due club e due tifoserie. Qualcosa che va oltre la semplice contrapposizione dei ventidue uomini in campo, ma diventa un’estensione dell’eternità calcistica, senza ulteriori definizioni necessarie a caratterizzarla.
Juventus-Fiorentina rappresenta proprio quel tipo di match e domenica alle ore 18 è in programma per la 22esima giornata di Serie A. Se si guarda la classifica, però, sembra quasi scorretto considerarlo veramente un big match. I bianconeri, dopo la pesante penalizzazione di quindici punti, si ritrovano nella parte destra della classifica con Massimiliano Allegri a parlare di salvezza e la scure di altre indagini e procedimenti giudiziari (vedi manovra stipendi) che potrebbero ulteriormente aggravare il quadro.
Di contro, la Viola è ampiamente ridimensionata rispetto alle aspirazioni di qualche mese fa. La sensazione è che i toscani non siano mai riusciti a sostituire veramente Dusan Vlahovic dopo il suo trasferimento alla Juventus. E soprattutto la difesa ha iniziato pericolosamente a traballare, concedendo molto di più rispetto a quanto non fosse lecito aspettarsi. La sfida di domenica, quindi, non può valere piazzamenti alti in classifica e neanche la volontà di arrivarci e forse questo la rende ancora più pepata, probabilmente per quella sensazione di non avere nulla da perdere che rende un po’ più disinibiti.
A proposito di Vlahovic, Allegri l’ha recuperato ed è pronto a riproporlo al centro dell’attacco dopo la prova travolgente contro la Salernitana. Chissà che non venga testato anche il tridente pesante con Federico Chiesa e Angel Di Maria, in un attacco che farebbe invidia a chiunque in Italia. Vincenzo Italiano, invece, si affiderà a Nico Gonzalez e Giacomo Bonaventura per creare gioco e impensierire la difesa avversaria, ma anche alle sue rotazioni offensive che finora comunque non hanno pagato. Il big match della delusione potrebbe comunque rivelare qualche sorpresa e di certo perderla non è perdonabile.
Ci sono ancora aggettivi per descrivere questo Napoli? Probabilmente no, ma le lancette che scandiscono il tempo del calcio corrono sempre in avanti e lasciano poca memoria di quello che è già negli archivi. Per questo, in questa fase della stagione, gli azzurri devono continuare a sognare e a tramutare le favole in realtà. Senza interruzioni di alcun tipo. Per questo, anche una sfida che sembra già decisa come quella contro la Cremonese potrebbe celare qualche insidia o comunque non può essere considerata scontata.
I padroni di casa, infatti, accolgono allo stadio Diego Armando Maradona una squadra che è fanalino di coda in Serie A, ma è anche brava a stupire. Non parliamo solo della promozione della scorsa stagione, ma anche del percorso in Coppa Italia, dove gli uomini di Davide Ballardini sono riusciti a fare fuori prima i partenopei e poi la Roma. E chi se l’aspettava? Nessuno, ve lo diciamo noi. Il problema, per gli ospiti ovviamente, è che il Napoli non è una squadra tronfia e presuntuosa, ma una ninfa giovane e bellissima che punta dritto all’obiettivo e non si ferma.
Poi, parliamoci chiaro, quei due lì davanti sono ingiocabili per tutti, figuriamoci per gli ultimi in classifica. Stiamo parlando ovviamente di Khvicha Kvaratskhelia e Victor Osimhen che hanno spazzato via per ultimo lo Spezia con una prestazione totale e devastante. Insomma, se i tifosi hanno tutti una pacata e scaramantica febbre da scudetto, la squadra sembra unicamente concentrata a superare l’avversario di turno, senza guardare in faccia nessuno. Ma ora c’è anche la Champions League e anche lì non ci si può più nascondere dietro il fatto di essere una sorpresa. Insomma, si salvi chi può ma guai a sottovalutare una Cremonese che non ha nulla da perdere.
Passiamo, invece, a lunedì che si apre con un Verona-Salernitana che ci piace descrivere alla sudamericana con un solo termine: Garra. Sì, quel fuoco intrinseco nelle squadre che si giocano tutto e che accende le sfide che contano qualcosa di importante. Allo stadio Marcantonio Bentegodi, infatti, è già in ballo un bel pezzo di salvezza, nonostante sia solo febbraio e non una primavera che è per tradizione rovente se si parla della zona retrocessione.
I padroni di casa, dopo un girone d’andata catastrofico, hanno ritrovano spirito e certezze con Marco Zaffaroni in panchina e i punti di metà anno solo nelle ultime partite. Contro la Lazio, intanto, è arrivata l’ennesima prova che la squadra non è morta, ma forse sta rinascendo. È arrivato anche qualche talento importante durante il calciomercato di gennaio, a partire da Cyril Ngonge che contro i biancocelesti è riuscito a seminare il panico a furia di dribbling, occasioni e trovando anche un gol pesantissimo per muovere la classifica. In generale, la squadra appare molto più determinata, spregiudicata e qualitativa rispetto a solo qualche settimana prima. E non era affatto scontato, visto che la stagione aveva assunto le sembianze di quelle annate che nascono male e finiscono peggio.
La Salernitana, invece, non arriva affatto bene alla partita, anzi con la certezza che qualcosa di brutto stia per accadere. Con la Juventus poteva arrivare un’affermazione pesante per muovere la classifica e invece i campani sono usciti dal match con le ossa rotte e con un pesante 3-0 a sfavore. Insomma, l’adrenalina è alle stelle per la partita di lunedì, nel tardo pomeriggio. E se il Verona dovesse uscire dal suo Bentegodi con una vittoria rimetterebbe in gioco l’intera corsa salvezza: si porterebbe, infatti, a solo quattro punti proprio dai granata e potrebbe avvicinare anche lo Spezia. Qualche pop corn conservatelo anche per lunedì, per sicurezza e con la classifica ben aperta sul cellulare per capire cosa potrebbe succedere.
A proposito di squadre determinate e che non hanno nulla da perdere, ecco che arriviamo alla Sampdoria. I blucerchiati chiudono la 22esima giornata lunedì sera contro l’Inter. Una partita che si preannuncia difficile per entrambe, ma che in partenza è caratterizzata da umori completamente diversi. I ragazzi di Dejan Stankovic hanno dimostrato di essere ancora vivi, soprattutto in attacco, contro il Monza nell’ultimo turno. La vittoria, però, è sfumata nei minuti finali della partita, a causa di un fallo di da rigore che ha causato tante frustrazioni e tante polemiche.
Potrebbe trattarsi, però, di un punto di partenza interessante dal quale riprendere la propria corsa, soprattutto dopo una prima parte di stagione che peggio non poteva andare. Manolo Gabbiadini è anche tornato a segnare, un segnale di vita per molti inaspettato e che vedremo se sopravvivrà alla prova della continuità. Di sicuro, quella cattiveria, forse anche più rabbiosa, la vedremo anche contro l’Inter.
Passando ai nerazzurri, invece, sembra scontato il copione che la Beneamata cercherà di imporre al match. La partita la prenderanno in mano quasi sicuramente gli ospiti, cercando di sfruttare la maggiore qualità a centrocampo dei suoi uomini e un attacco finalmente tornato a splendere sulle ali di un Lautaro Martinez scatenato dopo il Mondiale in Qatar. Il Toro ha deciso anche il derby contro il Milan con la fascia da capitano sul braccio ed è un simbolo che prenderà per mano l’Inter ora e in futuro. Al suo fianco ora, però, è tornato quel Romelu Lukaku con cui è arrivato uno scudetto di contiana anima e memoria con Edin Dzeko sempre pronto a dare il suo contributo se il belga non dovesse tornare in sé e soprattutto se dovesse servire a partita in corso. Sì perché il belga ora è favorito per partire dal primo minuto nella sfida del Luigi Ferraris, anche per permettergli di ritrovare la condizione migliore (o semplicemente quella accettabile) in vista del Champions League e della primavera. Un discorso simile potrebbe essere fatto per Marcelo Brozovic, anche lui lungodegente e reduce da noie muscolari difficili da superare. Nel derby, a partita in corso, sono stati importanti ma ora devono essere decisivi: l’ennesima sfida che Simone Inzaghi vuole vincere per avvicinarsi con una rosa più profonda all’appuntamento contro il Porto.
Il lunedì sera per una delle due potrebbe essere una polpetta avvelenata, ma per l’altra potrebbe significare un passo in avanti decisivo per i rispettivi obiettivi. Ci saranno sorprese o nuove conferme?
Dove vedere le partite del 22esimo turno
Tutte le partite, come sempre, sono disponibili in esclusiva su Dazn, a eccezione della partita di sabato delle 20:45, il lunch match di domenica e il posticipo di lunedì che si vedranno anche su Sky e su Sky Go, quindi, e sono Lazio-Atalanta, Udinese-Sassuolo e Sampdoria-Inter.