Torna in campo la Serie A, con la sua 24esima giornata, la quinta del girone di ritorno. I tanti impegni extra campionato porteranno, anche settimana, a spalmare le partite su più giorni. E quindi si inizierà dai primi della classe, il Napoli di Luciano Spalletti, inarrestabile anche in Europa, oggi alle 18, che andranno a far visita all’Empoli. A chiudere i conti, poi, ci sarà il derby di Torino tra la Juventus e i granata di Ivan Juric, una bella sfida in salsa Conference League, in cui gli ospiti proveranno finalmente a sfatare il tabù della stracittadina.
Ad animare, però, la 24esima giornata ci sarà soprattutto la gara di San Siro tra il Milan e l’Atalanta, una sfida che ci dirà di che pasta sono fatti gli uni e gli altri. In salsa Champions League, ancora, l’Inter affronterà il Bologna, ovvero la squadra che l’anno scorso ha significato la rinuncia, in parte, ai sogni di un secondo scudetto di fila, mentre la Lazio se la vedrà contro la Sampdoria e la Roma contro la Cremonese, non un perfetto testacoda, ma comunque due partite semplice per le romane, o chissà.
La 24esima giornata di Serie A si apre con il botto o semplicemente con la migliore. Sì, perché la prima a scendere in campo è quel Napoli che sta letteralmente spaccando il campionato e continua a volare in testa alla classifica surclassando tutte le altre. I campani macinano punti e mostrando qualità eccezionali nella gestione del pallone e nella finalizzazione dei momenti della partita. È anche una squadra che man mano ha imparato a sugellare il suo gioco e ad andare a diverse ondate: essenzialmente a controllare e accelerare quando più serve.
Alle ore 18, i partenopei sfidano l’Empoli di Paolo Zanetti in una partita che pare dal pronostico scontato, ma che in realtà cela diverse insidie. Innanzitutto quelle relative l’identità: i padroni di casa sanno come giocare e il Napoli arriva dalle fatiche di Champions League. Però, si sa, vincere aiuta a vincere e gli azzurri, la capolista che se ne va, non vogliono tirare il freno proprio ora che stanno ballando. Di spettacolo tattico ne vedremo tanto, probabilmente anche di gol e forse di sorprese.
Scriviamo questo perché l’Empoli ha comunque un’identità di gioco ben precisa e dei giovani di talento a metterla in pratica. In porta c’è un certo Guglielmo Vicario che fa invidia anche alle migliori big d’Europa (vero Bayern Monaco?), ma in Italia piace anche a Inter e Juventus. Sarà una battaglia difficile strapparlo ai toscani a un prezzo ragionevole e anticipare le altre squadre in concorso, ma intanto a goderselo è solo Zanetti e il suo pubblico, insieme ai suoi miracoli.
E poi c’è anche Tommaso Baldanzi, uno che ha dimostrato di avere un certo fiuto per il gol e per far male alle squadre migliori del campionato: vero Inter? Insomma, non c’è nulla da dare per scontato, anche se quei due lì davanti fanno paura. Khvicha Kvaratskhelia e Victor Osimhen stanno avendo una continuità pazzesca in questo campionato sotto il profilo dei gol e degli assist, ma anche semplicemente per quanto riguarda la prestazione.
L’esterno d’attacco è il pericolo numero uno sulla trequarti, un uomo capace di alterare gli equilibri palla al piede, sorprendendo gli avversari con la sua straordinaria qualità e trovando sempre il modo di saltare l’avversario. Il nigeriano, poi, lì davanti si sta imponendo come uno dei bomber più forti d’Europa. Va in gol con una continuità pazzesca, ma non è solo il centravanti d’area che realizza, ma anche colui che crea, attacca la profondità, sfrutta le leve lunghe e fa impazzire le retroguardie avversarie. Quest’anno ha integrato nel suo gioco la capacità di dialogare con i compagni una volta che entra in possesso del pallone e dei movimenti da prima punta vera, d’area di rigore, che non sono da tutti. Insomma, da lui ci si aspetta ancora tanto, anche per via della giovanissima età, e guai a pensare che sia finita qui: stiamo parlando di uno dei calciatori che sposta di più gli equilibri e il Napoli ha intenzione di basarsi su di lui anche nel match contro l’Empoli.
Il menù della sera prevede cucina pugliese in una partita aperta a ogni pronostico e che, quindi, potrebbe rivelarsi anche molto divertente. Il Lecce è in una situazione di classifica tranquilla, ma questo non vuol dire poter retrocedere dalle ambizioni di ogni weekend. Partita dopo partita, i ragazzi di Marco Baroni si stanno avvicinando al miracolo di una permanenza serena in Serie A svelando anche delle vere e proprie perle in rosa, di quelle che nessuno si sarebbe aspettato, da Gabriel Strefezza a Federico Baschirotto.
I pugliesi hanno dei principi di gioco ben precisi e un’aggressività che non tutti possono vantare in Serie A. Il centrocampo fa un ottimo lavoro di filtro e innesca gli esterni, ma il punto forte pare essere la difesa, difficilmente perforabile, nonostante non si tratti di una squadra che ama rintanarsi nella propria metà campo e piazzare il pullman davanti la porta, come si suol dire. Poi c’è la continuità di gioco e prestazioni, evidente se si guarda la classifica che i giallorossi stanno riuscendo ad avere. Ma l’idillio continuerà anche contro l’avversario di questa giornata?
Dall’altra parte, infatti, c’è un Sassuolo tremendamente discontinuo e incostante, anche dilaniato dagli infortuni durante tutta la stagione. Ma che sa anche regalare sorprese come successo contro il Milan, non nel suo momento migliore, ma asfaltato con il risultato di 5-2 a San Siro. Guardandosi alle spalle, i neroverdi possono solo sperare e continuare a macinare punti per non trovarsi invischiati nella zona più calda per non retrocedere. Dovrebbe farlo con il ritorno di Domenico Berardi dopo l’ennesimo problema fisico.
Il calabrese resta sicuramente l’ago della bilancia per una squadra che si basa sulla falsa riga delle prestazioni e del progetto delle ultime stagioni. È lui ad accendere e spegnere la luce a suo piacimento, è lui ad avere gli scatti mentali e le idee necessarie per sbloccare le partite. Quest’anno per lui è stato fortemente condizionato dagli infortuni, ma ora (incrociando le dita) sembra finalmente tornato e il Sassuolo ha capito di non poterne fare a meno. Un colpo in Puglia sarebbe il modo ideale per dire: no, non ci siamo per la zona calda per andare in Serie B.
La domenica si apre, invece, con un’altra big reduce dalla Champions League e un’altra squadra incostante: l’Inter di Simone Inzaghi. I nerazzurri hanno battuto il Porto, ma non con un vantaggio talmente rassicurante da poter vivere senza ansie il ritorno. Intanto, c’è il campionato e c’è un Bologna che comunque ha mostrato diverse qualità quest’anno. In più si tratta della stessa partita che ha fatto saltare il piano scudetto dello scorso anno in favore del Milan.
Quest’anno ci si gioca molto meno con l’Inter che ha tutta l’intenzione di blindare la qualificazione alla prossima Champions League, ma ha anche la necessità di recuperare la miglior condizione di interpreti fondamentali come Marcelo Brozovic e Romelu Lukaku. Insomma, anche in questo caso ci sarà da divertirsi e non sono affatto escluse sorprese.
Anche perché il Bologna non è affatto una squadra da sottovalutare, soprattutto per il gioco che ha espresso nelle ultime giornate. Thiago Motta, alla lunga, ha dimostrato che sta facendo veramente un buon lavoro. L’allenatore, che vivrà la partita da ex di giornata, ha scoperto dei talenti niente male che sta facendo esprimere al massimo delle loro attuale potenzialità e i risultati si vedono sicuramente nella classifica e per gli obiettivi di squadra.
Gli emiliani sanno attaccare e in coro, sanno anche accorciare il campo e chiudersi per bene per poi ripartire e far male alle spalle della difesa. Poi ci sono anche gli inserimenti dei centrocampisti, estremamente abili ad arrivare in corsa al limite dell’area e andare a segno. Un capitolo a parte lo merita, invece, Riccardo Orsolini. L’attaccante ha vissuto diversi alti e bassi nelle ultime stagioni, ma lasciando comunque intravedere delle qualità rara da esterno d’attacco. Il suo mancino ha dato diversi problemi alle retroguardie avversarie, anche se contro l’Inter non ha mai segnato. Chissà che non possa essere la volta buona, anche perché i nerazzurri dopo le fatiche europee non sono proprio gli stessi. Toccherà a Inzaghi metterci mano, con le giuste rotazioni, e caricare l’ambiente, ma all’ora di pranzo ci aspettiamo proprio di tutto.
Si passa poi a un match che potremmo definire della rinascita. Sì, perché la Salernitana davanti al suo pubblico e dopo il ribaltone in panchina deve dare delle risposte concrete e convincenti. Gli uomini ci sono, gli acquisti ci sono stati, ma ancora non sembrano palesarsi le condizioni per tornare a volare, solo per stringere i denti.
I granata, a poche ore dal compleanno di Antonio Candreva, non hanno affatto intenzione di fallire l’appuntamento con la vittoria, anche perché è cambiata la guida tecnica in panchina, dopo diverse settimane sull’altalena delle scelte per la proprietà. Paulo Sousa non ha intenzione di permettere ai suoi di galleggiare tra chi potrebbe farcela o fallire rovinosamente. I suoi principi di gioco li conosciamo bene dall’esperienza alla Fiorentina e sono ben diversi da quelli di Davide Nicola, senza nulla togliere al mago della salvezza. Toccherà prima lavorare sulla testa, però, poi a beneficiarne potrebbero essere soprattutto gli attaccanti.
Tocca, però, sfidare un Monza che, invece, è ben lanciato in classifica e che ha trovato la giusta quadratura per ottenere risultati e costruire un impianto tattico convincente. Raffaele Palladino è quello che nei piani dei campani dovrebbe essere Sousa, ma la sensazione è che domenica potrebbero soffrirsi entrambi, o forse solo uno dei due.
In ogni caso, guai a sottovalutare i brianzoli, una squadra che è partita molto male in quest’avvio di Serie A, ma dal ribaltone in panchina ha totalmente cambiato marcia. La virata è arrivata sulla scia delle nuove consapevolezze tattiche, poi possono anche vincere i più forti, ma intanto la squadra gioca e in un progetto a medio termine come quello di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani ci sembra di sicuro il compromesso giusto. Due belle storie di bassa Serie A, di prospettive e gioco che chissà non possano portare a risultati ben più soddisfacenti in un futuro che non è poi così lontano.
Alle ore 18.00, invece, è l’ora di una sfida tra bianconeri, di quelle che non comprendono la Juventus. Udinese e Spezia hanno qualcosa da non farsi perdonare rispetto agli ultimi risultati e con tanti problemi da risolvere per entrambe. Innanzitutto, quello degli uomini a disposizione, visto che tutte e due le squadre sono state dilaniate dagli infortuni in questa stagione e ora si trovano a dover fare i conti con una squadra reduce da assenze pesanti e difficili da colmare.
I padroni di casa hanno cercato di compensare l’assenza di Gerard Deulofeu con l’arrivo di Florian Thauvin, ma ancora il francese non è sembrato al top della forma, come è normale che sia. E non è neppure riuscito a prendersi il posto da titolare come in molti si aspettavano. C’è tempo per rimetterlo definitivamente in sesto e dargli la possibilità di essere l’uomo in più oggi e per le prossime stagioni. L’Udinese è la squadra ideale per aspettarlo, ma anche l’habitat perfetto per non mettergli eccessiva pressione. Lo Spezia, invece, ha finalmente recuperato un calciatore fondamentale come M’Bala Nzola e ora la squadra potrebbe tornare a girare: una boccata d’aria nella corsa alla salvezza, pronta a infiammarsi nelle prossime settimane.
Il centravanti è un calciatore praticamente insostituibile per i liguri. Ha una potenza fisica straordinaria e anche quest’anno stiamo scoprendo come faccia la differenza nella nostra Serie A. Poi corre, corre e corre ancora, tiene alta la squadra, ripulisce palloni e ha un feeling strepitoso con il gol. Ah sì, è anche rigorista, che non sarà una priorità per questo Spezia, ma neppure un fattore da sottovalutare. Potrebbe essere lui uno dei protagonisti assoluti della partita, soprattutto se dovesse partire dal primo minuto. Ma guai a sottovalutare le ambizioni dei friulani che non hanno affatto intenzione di fermarsi sul più bello e sprofondare in parti pericolose della classifica. Occhio a chi cade!
A concludere la domenica calcistica ci sarà poi il super match tra il Milan e l’Atalanta, una sfida che potrebbe allontanare dalla zona Champions i bergamaschi di Gian Piero Gasperini, o che potrebbe rendere ancora più viva la lotta per entrarci, nell’Olimpo del calcio. L’appuntamento è alle 20:45 a San Siro e siamo certi che sarà uno spettacolo, perché nessuna delle due ha più voglia di perdere, specialmente i campioni d’Italia in carica di Stefano Pioli, che sono riusciti a rialzarsi da un periodo buio con tre vittorie di misura, anche contro il Tottenham di Antonio Conte.
Il Diavolo ha mostrato dei segnali di ripresa rassicuranti nelle ultime uscite. Ma cos’è cambiato così radicalmente? Innanzitutto l’assetto tattico e la difesa. Il Milan lotta su ogni pallone, ma ora ha un baricentro un po’ più basso che serve a dare maggiore solidità al gruppo. Insomma, l’ingresso di Malick Thiaw in squadra sembra essere una mossa decisamente azzeccata da Pioli, nonostante la scelta di passare al 3-4-2-1 sia stata ampiamente criticata in occasione del derby contro l’Inter. In più uomini essenziali come Olivier Giroud e Theo Hernandez sembrano essere finalmente riusciti ad arrivare a un livello di forma accettabile. E lo stesso si può dire per Rafael Leao, uno di quelli che più ha risentito della spirale negativa dei rossoneri.
Insomma, ci si aspetta tanto dalla squadra campione d’Italia, ma anche dall’Atalanta che fuori casa ha già dimostrato di poter fare tanto male anche alle big e non ha alcuna intenzione di arretrare neanche di fronte a chi lo scudetto l’ha vinto neanche un anno fa. Sarà importante non cadere nei tranelli tattici architettati ad arte a centrocampo da Pioli, e poi cercare di innescare velocemente la coppia formata da Rasmus Hojlund e Ademola Lookman, uno dei tandem più veloci e letali dell’intero campionato. Ci sarà, dunque, una sfida nella sfida tra i bomber ospiti e la difesa di casa che sarà il test più importante per il nuovo piano tattico impostato dai rossoneri. Aria di big match, ma con vista sull’Europa e sul futuro!
Lunedì alle 18:30, poi, la Fiorentina, fresca di approdo agli ottavi di finale di Conference League, sarà ospite del Verona al Bentegodi. La squadra di Marco Zaffaroni ha l’obbligo di fare punti per migliorare una situazione di classifica che ha del tragico, ma anche gli uomini di Vincenzo Italiano non sono messi tanto meglio, però lottano ancora su più fronti e quell’Europa raggiunta l’anno scorso potrebbe arrivare in altri modi, se ci si crede abbastanza.
Gli scaligeri hanno mostrato alcuni dei pezzi forti del repertorio nelle ultime settimane, quantomeno una reazione che ha svegliato anche i tifosi dal torpore della prima – drammatica – prima parte dell’anno. Ora i gialloblù sono vivi, hanno portato a termine un calciomercato decisamente interessante e i colpi arrivati in Veneto hanno già risposto presente. Di certo, però, il percorso di crescita non è ancora arrivato al termine e non è neanche vicino a farlo. Dopo qualche buona prestazione, sono arrivati altri tonfi e la sensazione è che comunque la squadra abbia diversi problemi a esprimere continuità. Un bel difetto da contrastare quando si arriva alle fasi più calde del campionato e non c’è poi così tanto tempo per recuperare terreno. Ma lì, ora, non può mollare nessuno.
La Fiorentina, invece, spera che la dose di ottimismo, gol e prestazioni arrivata con la Conference League possa finalmente espandersi anche al campionato. Finora non è stato così, anzi abbiamo visto una squadra a due correnti: ottima in Europa, dove probabilmente gli spazi sono di più e anche l’impatto degli attaccanti viola, deludente in Serie A dove per troppe volte è inciampata in prestazioni poco convincenti sotto il profilo del gioco e del risultato. Ora ci si aspetta una reazione, in una partita che è anche un test per i centravanti dei toscani, soprattutto per Arthur Cabral che sembra in ottima forma dopo l’impatto difficile del primo anno in Italia. Si profila, quindi, una partita fondamentale per entrambe, ma che per il Verona ha già l’occasione dell’ultima chiamata, o meglio della chance imperdibile.
Più tardi, invece, Dejan Stankovic incontrerà il suo passato in una sfida, quella dell’Olimpico contro la Lazio, che sarà ricca di emozioni, e animata dal ricordo di un altro grande che ha vestito le maglie della Sampdoria e dei biancocelesti: Sinisa Mihajlovic. Gli uomini di Maurizio Sarri vengono da due vittorie e un pareggio, e non vogliono più perdere il treno, anche al netto degli indisponibili. I blucerchiati, invece, devono strappare punti, altrimenti la condanna della retrocessione potrebbe arrivare già prima del previsto.
A dir il vero, delle squadre in lotta per la salvezza, i liguri ci sono sembrati quelli meno in palla, al pari della Cremonese. Stankovic sta cercando di blindare la difesa e chiede una grande mano al suo centrocampo, con un principio ben chiaro nel calcio italiano: se non riesci a segnare, allora meglio pensare a non prenderle. Il problema è che l’attacco è un problema veramente difficile da risolvere per i blucerchiati: l’unico a dare dei segnali di vita è stato Manolo Gabbiadini, gli altri sotto porta non sembrano affatto capaci di dare continuità di gol e occasioni. Chissà che quest’imprevedibilità non possa arrivare da Jesé Rodriguez, uno che in carriera ha avuto diversi problemi, ma le cui qualità restano indiscutibili.
La partita si preannuncia come una di quelle infallibili per la Lazio, e quindi ad alto tasso di rischio. I biancocelesti dovranno fare i conti soprattutto con l’infermeria. Sono tanti i top player a disposizione di Sarri a non essere affatto al top della condizione, a partire da Sergej Milinkovic-Savic e Mattia Zaccagni, reduci da diversi giorni di gastroenterite e febbre, rispettivamente. Anche Pedro e Ciro Immobile, però, non se la passano bene, ma dovrebbero stringere i denti e partire dal primo minuto. Insomma, la partita contro la Sampdoria ha tutta l’impressione di essere una trappola da scansare e in cui bisognerà soprattutto non prendere gol per non complicarla ulteriormente.
Ma non è finita, non ancora per lo meno, perché la Serie A ci terrà compagnia fino a martedì, e con ancora due partite. Alle 18:30, sarà il turno della Roma di José Mourinho, che potrà disporre ancora di Paulo Dybala, contro il fanalino di coda della Cremonese, la squadra di Davide Ballardini che in Coppa Italia ha regalato più di un dispaiare ai giallorossi, da allora però qualcosa è cambiato, e in campionato si fa sul serio, soprattutto perché la concorrenza, per quella coppa dalla grandi orecchie, è tantissima.
Per i giallorossi vale un po’ lo stesso discorso della Lazio: contro i lombardi non ci sono alternative, bisogna vincere e convincere. Non si tratta, però, di un obiettivo semplice da portare a termine dopo le fatiche di Europa League e perché, anche in questo caso, gli infortuni in attacco non possono passare in secondo piano. Dybala e Tammy Abraham hanno recuperato, ma non sono ancora brillanti sotto il profilo muscolare. Per questo, potrebbero alternarsi in modo da non sovraccaricarsi, anche perché alle porte c’è la Juventus. Mourinho dovrà scegliere chi far riposare e chi no, ma attenzione anche alle belle notizie e a chi potrebbe tornare: dopo tanti mesi ai box dopo il brutto infortunio, Georginio Wijnaldum potrebbe partire dal primo minuto. Comunque vada, si tratta di un recupero fondamentale per lo Special One.
Passando, invece, alla Cremonese, non si può affatto ignorare il percorso fatto dalla squadra di Ballardini dopo il cambio in panchina. L’allenatore ha dato una nuova identità tattica alla squadra e sta dimostrando di non avere affatto paura di farla giocare. Qui la scelta è ben diversa: la Serie A è un privilegio e bisogna godersela, senza fare le barricate in area di rigore, che tanto porterebbero a poco. Identità e scelte che hanno condotto a una semifinale di Coppa Italia clamorosa. E va bene così, anche se sarà retrocessione e anche se le vittorie in Serie A sono zero. Almeno per il momento, va premiato il coraggio, anche e soprattutto perché non ha nulla di pragmatico.
La ciliegina sulla torta di questa 24esima giornata sarà poi il derby di Torino tra la Juventus di Massimiliano Allegri e i granata di Ivan Juric, due mondi e due filosofie a confronto, ma anche una sfida che significherà settimo posto (specie se verrà confermata la penalizzazione ai bianconeri dal Collegio di garanzia del Coni). Al di là della classifica, però, gli ospiti devono invertire una tendenza che va avanti da troppo tempo e riprendersi la città, non sarà semplice perché con un Angel Di Maria in quelle condizioni – contro il Nantes in Europa League ha fatto una tripletta, con il primo gol da incorniciare – forse si parte già in svantaggio.
L’argentino sta riuscendo a innalzare praticamente da solo il livello del gioco offensivo della Juventus e anche a portare in dote un bottino di gol insperato fino a qualche settimana fa. Ora gli infortuni sono alle spalle e di lui dalla parti di Vinovo non si lamenta proprio nessuno, anzi l’idea è quella di basarci anche il futuro prossimo, quello dell’anno che verrà. Il suo connazionale, invece, sta vivendo un periodo opposto. Leandro Paredes non è proprio riuscito a farsi amare dalle parti di Torino e ormai è finito nel mirino dei tifosi dopo una serie di prestazioni poco esaltanti. Contro i granata potrebbe avere un’altra occasione, ma se dovesse steccare potrebbe essere una delle ultime. Attenzione anche a Paul Pogba e Federico Chiesa: i due super infortunati degli ultimi mesi sono finalmente entrambi a disposizione e chissà che il Polpo non possa finalmente (ri)esordire con la maglia bianconera dopo la parentesi di Manchester e le polemiche che da agosto lo vedono protagonista.
Se Allegri non ha intenzione di mollare la presa per credere nell’Europa e in attesa di una buona notizia dal CONI, lo stesso vale per Juric, uno che per definizione non molla e non ha intenzione di farlo soprattutto contro i bianconeri. Il menù della squadra di Urbano Cairo non cambierà neanche contro gli acerrimi rivali: aggressività al potere, cercando di interrompere le linee e le trame dei bianconeri, ma poi anche la visione e la qualità sulla trequarti per tentare di far male e vincere la partita. Antonio Sanabria, poi, si è preso definitivamente e meritatamente il posto da titolare lì davanti e vuole dare continuità sotto il profilo del gol, dopo un’annata in cui si è messo in evidenza soprattutto per il grande lavoro fatto da attaccante di manovra. Tanto della partita passerà da lui, ma anche dalla sfida nella sfida con Gleison Bremer.
Il difensore brasiliano sentirà sicuramente la partita più degli altri. È uno di quelli che ama sentire le partite e i derby e non c’è da dimenticare il suo recente passato al Torino, ma anche la querelle e il tradimento sul calciomercato che l’ha portato dall’altra sponda della città. Inutile sottolineare che una grossa lente d’ingrandimento sarà anche su di lui e, anche per questo, potrebbe essere tra i protagonisti assoluti.
Il menù particolare di questa giornata ve l’abbiamo presentato, ma ora tocca darvi conto anche su dove vedere le partite della 24esima giornata di Serie A: saranno tutte disponibili, come sempre, in esclusiva su Dazn e quindi su qualsiasi piattaforma supporti l’app. Non solo, però, perché la partita tra Lecce e Sassuolo di oggi alle 20:45, quella tra Bologna e Inter di domenica alle 12:30 e quella tra Lazio e Sampdoria di lunedì, alle 20:45, si potranno vedere anche su Sky e quindi su SkyGo. Buona visione a tutti gli amanti del calcio e con la speranza di vedere tanti gol e match spettacolari!
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