Il ciclone di partite che ci sta accompagnando in questo spezzatino tra campionato e coppe non si ferma di certo in questa settimana bollente e che nel weekend ci regala anche due big match che potrebbero dire tanto nella corsa europea. La 25esima giornata di Serie A si apre con la super sfida tra Napoli e Lazio, in cui gli uomini di Maurizio Sarri dovranno dimostrare di essere all’altezza contro la prima della classe. E non sarà impresa semplice. L’Inter, poi, deve cercare rabbia e risposte contro il Lecce, un match dove gli uomini di Simone Inzaghi hanno tutto da perdere, ma in cui la vittoria non è scontata. Il Milan va a Firenze per dare continuità di gioco e prestazioni, ma i riflettori sono puntati su Roma-Juventus: i bianconeri vogliono proseguire nella rincorsa folle all’Europa, gli uomini di José Mourinho (senza lo Special One in panchina) devono ripartire dopo il brutto tonfo per mano della Cremonese.
I riflettori si accendono dopo una breve, brevissima pausa. La Serie A riparte e non è difficile riannodare i fili da dove ci eravamo lasciati. La 25esima giornata del massimo campionato italiano va in scena a partire da stasera, ancora di venerdì, per prepararsi a impegni di coppa che sono già decisivi per imporre il proprio destino anche a livello europeo. E allora attenzione al Napoli, che ha un vantaggio rassicurante sia tra i nostri confini sia contro l’Eintracht, ma sta dimostrando di non dare nulla per scontato. Stavolta, però, arriva la Lazio e il pronostico non è poi così scontato. E non lo è neanche per Roma-Juventus, l’altra partita di cartello di questa giornata. I bianconeri non desistono nella corsa alla Champions League, ma se dovesse arrivare un’altra sconfitta, allora le cose si complicherebbero per sognare la qualificazione a quelle grandi orecchie che nel vecchio continente la fanno da padrone. Infine, l’Inter, quella squadra bella ma incostante: si attendono risposte e scelte forti, soprattutto da Inzaghi e Romelu Lukaku, una coppia che finora non ha funzionato.
Ci sono weekend diversi dagli altri, di quelli che vuoi uscire, viaggiare, prendere lo zainetto, gli scarponi più comodi, i biglietti low cost e partire. Altri, invece, in cui rimbalzi gli amici, la ragazza, le discoteche e te ne torni nel comfort basilare del divano e dei pop-corn. Con ciabatte e Just Eat al seguito, semmai. Be’, questo fine settimana sembra proprio uno di quelli del secondo tipo, in cui molti di voi resteranno incollati a tifare la propria squadra nel cuore e gufare le altre, ma con l’aspettativa recondita e neanche tanto profonda di vedere uno spettacolo che non ci faccia dormire sul bracciolo. E no, non dovrebbe affatto essere così stavolta.
Anche perché il venerdì offre delle premesse piuttosto interessanti, tra le migliori che la nostra Serie A possa garantire quest’anno. Si sfidano, infatti, Napoli e Lazio, due squadre che fanno dell’azzurro e del celeste i loro simboli e le loro sfumature, ma che, sportivamente parlando, avrebbero dovuto avere in comune anche la lotta per l’ingresso in Champions League, alle spalle di chi il campionato l’avrebbe dovuto ammazzare a suon di senso di rivincita, qualità e vittorie. Invece, una delle due ha fatto il botto trovando la risposta definitiva all’enigma che separa le potenzialità dal sogno e si tratta del Napoli, lo sapete. All’ombra del Vesuvio, nelle viuzze, tra le ceramiche, i pastori, la gente che pulsa e ama incondizionatamente, c’è la concretezza di una corazzata che settimana dopo settimana sta assumendo le sembianze del mito. E non conosce confini.
Il Napoli è riconosciuto e apprezzato, perché non è la capolista che la Serie A ha visto negli ultimi dieci anni, a restare umile. È una squadra che è arrivata a quel punto con il lavoro, il calciomercato migliore che potesse fare, esprimendo un calcio magnifico e dominando gli avversari come solo le migliori sanno fare. Possiamo sbilanciarci perché essenzialmente non c’è partita: i partenopei sono i migliori nel nostro campionato e in tanti cominciano a credere che possano esserlo anche in Europa, anche all’estero.
Per questo, l’impresa tra le nuvolette caotiche dello Stadio Maradona si preannuncia proibitiva per la Lazio di Maurizio Sarri. Il tecnico quella piazza la conosce bene, c’è passato, è diventato grande e ha lasciato il suo marchio indelebile nella storia e nell’identità di un club. Bene lui e bene loro, come quegli amori che prima o poi finiscono, ma in cui ci si migliora entrambi e senza rimpianti. Il suo presente è la Lazio, una squadra che non può ancora avere le stigmate della migliore in senso assoluto, ma può dire la sua fino alla fine sia per un piazzamento tra le prime quattro, sia in una Conference League che, per meriti altrui, non tanto piace ai tifosi.
Sarà una partita tattica, che serve più agli ospiti per fare il salto di qualità rispetto ai padroni di casa, ma nessuno ha intenzione di regalare nulla all’altro. Sarri ha già dimostrato che la sua squadra non è solo barocca, tra i dribbling, le trame spericolate e gli assist che scorrono tra i millimetri delle gambe intrecciate. No, sa anche essere estremamente concreta e se c’è bisogno sa soffrire per poi ripartire e fare male con un potenziale offensivo che sale e scende in base alle altalene di un Ciro Immobile ancora non nella sua versione più letale. Contro quello che è anche il suo Napoli, ma non lo è mai stato per davvero, toccherà a lui farsi perdonare le assenze e gli errori di troppo degli ultimi mesi, al centro dell’attacco, per dimostrare che il capitano non molla, è lui, cinico e carismatico, probabilmente il miglior bomber italiano dell’ultimo decennio, nonostante i detrattori.
La sfida con Victor Osimhen, ora come ora, sarebbe impietosa, ma forse è più interessante quella tra Mattia Zaccagni e Khivcha Kvaratskhelia. Stiamo parlando probabilmente dei migliori esterni d’attacco della Serie A, per numeri realizzativi, dribbling riusciti, assist e anche quello spettacolo che non è possibile quantificare del tutto. L’ex Verona ha smaltito i problemi fisici degli ultimi giorni e Sarri ci punta forte per tentare di mettere in difficoltà la retroguardia napoletana. Il georgiano, però, è in uno stato di forma eccezionale, nel senso che, anche quando sbaglia la partita, riesce comunque a essere tra i migliori in campo con giocate essenzialmente meravigliose.
E poi una partita nella partita anche per le rispettive mediane con Sergej Milinkovic-Savic che dovrà tentare di capirci qualcosa nelle fitte trame di gioco del centro-sinistra partenopeo, ma che se riuscisse ad avanzare il suo raggio d’azione, potrebbe anche creare dei problemi alle spalle di Stanislav Lobotka. C’è tutto in questa partita per sperare che possa essere un grande spot per il nostro campionato, tornato a pensare in grande e anche uno snodo decisivo per le ambizioni della Lazio, visti anche gli impegni delle altre. L’osso, però, è il più duro di tutti da mordere.
Il venerdì è dedicato a questo, ma anche il sabato non è affatto da disdegnare. Intanto, il menù lo aprono Monza ed Empoli, in una partita che sulla carta ha poco da regalare all’ambizione e alla classifica delle due squadre, ma potrebbe essere un gioiellino prezioso su cui riporre le proprie attenzioni. Sì, perché i brianzoli non stanno vivendo un periodo di continuità e bellezza dal punto di vista del gioco, ma sono comunque un avversario temibile e con delle convinzioni ben preciso sotto il profilo tecnico e tattico. La mano di Raffaele Palladino è ben visibile sulla trama e l’organizzazione complessiva della squadra, ma se nelle prime settimane il nuovo allenatore si era concentrato sulla compattezza e si era preoccupato di ridurre drasticamente i gol subiti, ora, anche per via di una posizione di classifica più rassicurante, i brianzoli hanno incassato molte più reti, rischiando anche qualche brutta sconfitta.
Nel percorso complessivo, non è così grave, anche perché, da possibile ultima della classe, la risposta è stata talmente importante da poter garantire una salvezza tranquilla. E siamo solo a marzo. Concedersi qualche sfizio tecnico e qualche soddisfazione in più non è affatto un delitto capitale, anche perché ora il decimo posto non è affatto una chimera. Sicuramente ora Palladino si sta concentrando su un’identità offensiva che porta i quinti di centrocampo molto più alti a concludere l’azione: non è sbagliato, è semplicemente moderno e la base su cui enfatizzare anche il lavoro degli attaccanti. La prova Empoli serve anche a questo: confrontare talenti e identità, nella misura in cui il nostro campionato sia in grado di coglierli.
Passando ai toscani, il discorso può essere piuttosto simile. La salvezza è un’ossessione che Paolo Zanetti ha lasciato ad altri, parandosi le spalle dai coltelli infernali di chi è nei gironi al di sotto del purgatorio della metà classifica. I buoni risultati conseguiti finora permettono di concentrarsi piuttosto sulla qualità che i singoli devono esprimere per eccellere, prima per la squadra e poi per loro stessi. È così che gli alti e bassi di Tommaso Baldanzi sono accettabili, anzi fisiologici, nel percorso di crescita di un talento del genere. E lo stesso vale per un talento come Fabiano Parisi, già entrato a suon di giocate e assist nel mirino delle maggiori big nostrane.
Il punto interrogativo più grande resta comunque l’attacco. Fino a oggi, si sono alternati interpreti e prestazioni diverse, poi sono subentrati degli infortuni seri, come quello a Nicolò Cambiaghi, ma ancora un vero e proprio bomber che possa capitalizzare con costanza non è stato identificato. Attenzione, quindi, a Martin Satriano che è un calciatore dalla struttura fisica interessante e che ha quella grinta tipicamente sudamericana. Potrebbe essere lui il futuro, anche per l’Inter, ma il presente si chiama Monza e, se arrivasse un suo squillo, avremmo solo l’ennesima conferma di quanto possa brillare. Da tenere a mente e non scartare, quindi, questa partita, soprattutto per chi ama tastare il talento con mano senza necessariamente sentirselo raccontare dagli altri.
Si continua con un’altra partita che per definizione potrebbe regalare qualcosa di bello, quella tra Atalanta e Udinese. I bergamaschi vogliono rialzarsi dopo la prestazione scialba contro il Milan, ma hanno di fronte un avversario comunque temibile dopo i fasti di inizio stagione e un po’ di appiattimento in questa fase centrale, con diversi infortuni pesanti e la pancia piena di una classifica che non pare avere più tanto da regalare. I nerazzurri schiereranno in attacco il duo delle meraviglie che non ha fatto male a Stefano Pioli, ma che ha tutto il futuro dalla sua parte: Ademola Lookman e Rasmus Hojlund sono già una coppia ben assortita e rodata, da consigliare anche a chi fa del fantacalcio una vera e propria filosofia di vita. La modernità applicata alla fase offensiva, tra scatti, fisicità e un senso del gol che è già parecchio importante per passare inosservato. E poi torna Mario Pasalic, che non è quello dell’anno scorso, ma può dare tremendamente fastidio a una difesa organizzata come quella bianconera.
Gian Piero Gasperini è ancora una volta lì, alle porte della zona Champions League, e non vuole mollare proprio ora per poi avere dei rimpianti da qui a maggio. In più, sempre in attacco, attenzione al possibile ritorno di Duvan Zapata, probabilmente la delusione più cocente di quest’anno, ma che spesso sa rialzarsi negli scorci finali della stagione. Il colombiano sembra essersi messo alle spalle l’ennesimo problema fisico e la sua potenza atletica può fare la differenza, anche a partita in corso. Occhi puntati anche sulla difesa, che spesso ha dimostrato di tenere anche contro avversari temibili. Ora servirà un’altra prova aggressiva e di coraggio contro il talento avversario, ma non è scontato.
Dall’altra parte, infatti, c’è un’Udinese che non vuole smettere di stupire. Certo, la mancanza di Gerard Deulofeu si fa sentire: era lui la luce in grado di accendere anche le partite più storte con la sua posizione fastidiosa tra trequarti e attacco, i suoi dribbling, la sua qualità e anche i calci piazzati, in grado di sfruttare la fisicità dei calciatori. Per rimpiazzarlo è arrivato un Florian Thauvin non più alle vette della carriera, ma che potrebbe rappresentare la sorpresa di fine anno in Friuli. Non male, ma neppure benissimo come lo spagnolo ex Milan. Stavolta, però, dovrebbe partire dal primo minuto e gli occhi sono puntati su di lui per garantire quella continuità tecnica di cui davanti c’è tanto bisogno, anche per colmare i vuoti di un Beto ancora per nulla costante sotto il profilo del rendimento.
Le cose belle dell’Udinese, però, passano sicuramente dal centrocampo ed è lì che passa la partita del Gewiss Stadium. Samardzic e Lovric, ma soprattutto Roberto Pereyra hanno la qualità necessaria per domare l’interpretazione tattica ossessiva di Gasperini e, se dovessero anche riuscire a trovare l’istinto offensivo di cui c’è bisogno, potrebbero regalarci la sorpresa di giornata. Molto, però, dipende anche dal loro stato di forma e non è così scontato. Insomma, anche in questo caso, non aspettatevi una partita piatta ed è esattamente quello che serve in questo sabato pomeriggio di Serie A.
Anche perché la scorpacciata prosegue con un Fiorentina-Milan che in molti sottovalutano ma che, a conti fatti, mette contro due delle squadre più in forma dell’ultimo periodo. Sì, sembra quasi un paradosso, visto che nel mese di gennaio sono state due delle grosse delusioni del campionato, ma l’Europa sembra aver dato a entrambe linfa e risorse necessarie per imporsi da qui a fine anno. La Viola, infatti, ha trovato una vittoria pesantissima, e di larga misura, contro un Verona in piena lotta per non retrocedere. Il Milan, invece, ha vinto lo scontro diretto contro l’Atalanta senza mai traballare e con grosse certezze ritrovate.
Gli uomini di Pioli ripartiranno da lì su un campo difficile per definizione e con la difesa a tre che nelle ultime settimane, nonostante le tante critiche ha portato a risultati importanti, soprattutto dal punto di vista della solidità difensiva. In più, il rientro di Zlatan Ibrahimovic dopo l’infortunio è una bella assicurazione per garantire la giusta mentalità alla squadra, ma anche per dare quel brio e quella fisicità che potrebbe servire nei minuti finali. Da lui non si può prescindere, ma soprattutto non si può fare a meno di Olivier Giroud lì davanti, uno che, quando è in forma, rappresenta un’arma letale e l’attaccante di manvora essenziale per il gioco del tecnico ex Lazio.
Guai, però, a pensare solo al colpaccio esterno del Milan dubitando della forza reale della Fiorentina. La Viola, infatti, dopo tanti mesi di ricerca e peregrinare sembrano finalmente aver trovato quello che mancava per splendere. Ci riferiamo ovviamente alla punta centrale, quel vuoto dall’assenza di Dusan Vlahovic che sembrava incolmabile per allenatore e società, nonostante l’impalcatura di gioco sia sempre più importante per i toscani, grazie al lavoro di esterni d’attacco e centrocampisti. La Conference League, dopo tante illusioni, ha restituito un Arthur Cabral in gran forma, finalmente in grado di sfruttare a pieno la sua esuberanza atletica, per poi fare la differenza in zona gol. Ora la continuità non sembra più una chimera, a differenza di quanto si può dire per Luka Jovic che, invece, sembra ben lontano dalle prestazioni all’Eintracht Francoforte che gli hanno permesso di sbarcare al Real Madrid.
L’incognita più grossa per la Viola resta quella relativa alla difesa e ai black-out che troppe volte hanno caratterizzato questa stagione. Dovrà essere bravo Vincenzo Italiano a mettere in testa ai suoi le motivazioni necessarie per battere un avversario di prestigio come il Milan e lanciare una prestazione dominante come non si vede da tempo contro una big del nostro calcio. Vedremo chi avrà la meglio in una partita in cui i duelli uomo contro uomo saranno essenziali e in cui Pioli potrebbe dovrà fare a meno Rafael Leao contro una squadra che gli spazi alle spalle li concede. Il portoghese ha sempre fatto bene contro i toscani, ma stavolta non potrà esserci (è lui il grande assente di giornata) e chissà che non possa essere la volta buona per Ante Rebic di mettersi in evidenza, così come per Charles De Ketelaere che partirà dal primo minuto. Il sabato sera è il loro, prima di una domenica che potrebbe essere ancora scoppiettante.
Ci si rivede, infatti, alle 12:30, tra i pranzoni infiniti dalla nonna e qualche passeggiata al parco per aprire lo stomaco. Poi si torna a casa e si passa a Spezia-Verona, una partita che a molti dirà poco o nulla, se non si è tifosi diretti, ma rappresenta quel tipo di gara che un appassionato sa di dover seguire per poi non restarci male. A questo punto dell’anno, infatti, costituisce quello scontro salvezza che è un po’ il bivio tra il precipizio e le esultanze di chi ce l’ha fatta. Non manca poi così tanto al rush finale e i veneti devono aggrapparsi proprio a questo tipo di partite per sperare di essere in Serie A anche l’anno prossimo.
Lo Spezia, però, ha maggiori consapevolezze e delle trame di gioco ancora più strutturate. In più, il ritorno in pianta stabile di Mbala N’Zola è sicuramente una certezza di cui i liguri non possono fare a meno. È lui l’epicentro pulsante dell’attacco bianconero, uno che è in grado di trascinare il gruppo a suon di ampie discese, affondi sulla profondità e sfruttando un fiuto del gol invidiabile e invidiato da tanti colleghi. Anche perché le medie realizzative sono impressionanti.
Il Verona, però, affronterà la partita come quelle squadre che il coltello tra i denti devono averlo per forza e per tutti i novanta minuti. Nelle scorse settimane, i gialloblù hanno mostrato degli interessanti segnali di ripresa, arrivati soprattutto dal nuovo allenatore e dai nuovi acquisti. Un talento come Cyril Ngonge sembrava la buona notizia di cui in città avevano proprio bisogno, ma le difese ora iniziano a conoscerlo e non è facile trovare continuità tra le maglie chiuse delle retroguardie italiane.
Marco Zaffaroni, però, è pronto a trovare la ricetta giusta per portare a casa quei punti che sarebbero essenziali per l’obiettivo stagionale. Per farlo, dovrà puntare soprattutto sull’aggressività e il coraggio che si è visto nel match contro la Lazio. Poi dovrà aggiungerci quella dose di cinismo che è tanto mancato anche contro la Fiorentina, oltre a quella compattezza difensiva che è un dogma insuperabile per le squadre che non vogliono retrocedere. Insomma, tra Spezia e Verona chi si ferma è perduto, ma per gli ospiti sarebbe fondamentale trovare tre punti che rappresenterebbe un balzo enorme in classifica in un momento chiave.
Alle 15:00, invece, occhio a Sampdoria-Salernitana, una partita che ha delle motivazioni simili a quella che la precede, ma che ha diverse aggravanti per i blucerchiati. In casa, infatti, gli uomini di Dejan Stankovic sono chiamati a una reazione importante sotto il profilo della prestazione offensiva, la grossa mancanza di questo campionato e a cui neanche l’allenatore serbo è riuscito a porre rimedio.
Contro la Lazio, infatti, abbiamo visto per l’ennesima volta una squadra abbottonata e timorosa, incapace di sfruttare le poche occasioni che si sono aperte nella retroguardia biancoceleste e soprattutto con un assetto fin troppo difensivo per la posizione di classifica che occupa. Quella difesa a cinque può portare anche a qualche punto strappato qua e là, ma è troppo poco a questo punto dell’anno, in cui servono vittorie e anche di fila per sperare davvero di esserci anche nella prossima stagione di Serie A. Poi ci sono i problemi societari, la curva che va contro Massimo Ferrero, ma dal punto di vista tecnico si può pensare di supportare maggiormente un attacco che non ha mai trovato un vero bomber e neanche uomini a ispirare il gioco. Potrà essere la volta di Jesé Rodriguez per tentare il tutto per tutto?
La Salernitana, invece, vive un momento decisamente più sereno dopo le tribolazioni delle ultime settimane. I campani hanno esonerato Davide Nicola, poi l’hanno richiamato, e poi l’hanno salutato definitivamente, ma questa ormai è storia per gli almanacchi, visto che in panchina c’è un Paulo Sousa che potrebbe regalare grosse soddisfazioni a una piazza calda e ambiziosa, come è ambizioso il presidente Danilo Iervolino.
I risultati si sono visti nell’ultimo turno, in cui i granata sono riusciti a portare a casa una vittoria netta e decisa che ha mostrato anche il potenziale offensivo di una squadra che scarsa non è mai stata, ma ha avuto delle spine staccate molto più importanti delle vittorie di pregio e prendendo delle imbarcate per certi versi inaspettate. Ora la musica pare essere cambiata, ma bisogna dimostrarlo, anche perché la posizioni non è ancora totalmente rassicurante. Potrebbe esserlo tra qualche settimana, per poi pensare a un futuro che con quel tecnico lì potrebbe essere ancora più splendente. E offensivo, che non guasta affatto per i palati calcistici 2.0.
Alle 18:00, tocca allacciare le cinture e vedere in che versione troveremo l’Inter di Inzaghi. Il tecnico è finito ancora una volta nel mirino delle critiche negli ultimi giorni dopo la brutta prestazione contro il Bologna. Una sconfitta che non si rimargina a breve giro di posta e che ha messo ancora una volta in evidenza le crepe di un gruppo che non sembra proprio voler fare il passo successivo, quello che porta alle stelle e agli obiettivi più grossi. Sì, perché la Supercoppa italiana non può soddisfare i palati raffinati dei tifosi e neanche quelli della società, convinta di aver messo a disposizione tutto il necessario per lottare quantomeno per lo scudetto.
Invece, il Napoli è lontanissimo e ora bisogna fare uno scatto importante per blindare la qualificazione alla prossima Champions League, obiettivo che non è affatto scontato, soprattutto a causa delle tante avversarie in lizza per i tre posti dietro alla capolista. Guai a distrarsi, dunque, anche per arrivare al meglio alla sfida decisiva contro il Porto, quella sì che vale una stagione. Inzaghi potrebbe puntare ancora una volta su Lukaku, che è in crescita, ma ancora altalenante sotto il profilo della prestazione e che ha bisogno di giocare. Stavolta, il turno di riposo a centrocampo potrebbe essere dato a Henrikh Mkhitaryan, mentre in difesa dovrebbe tornare Francesco Acerbi.
Attenzione, però, a sottovalutare un Lecce che ha sempre fatto bene contro le big in questa stagione. I pugliesi hanno importanti consapevolezze sotto il profilo tattico e giocatori che sono capaci di fare la differenza dalla trequarti in su, soprattutto quando gli spazi si aprono. Per Federico Baschirotto, l’uomo che non ha saltato neanche un minuto, sarà una bella prova tentare di trattenere il bomber belga proveniente dal Chelsea, ma se dovesse riuscirci potrebbero aprirsi degli spazi da cavalcare sugli esterni e puntando su uno contro uno interessanti per Gabriel Strefezza.
Occhio, quindi, ai giallorossi che non hanno necessità di molti punti in classifica, visto che hanno già macinato in precedenza e imponendosi come una delle grosse sorprese di questa stagione, ma che vogliono levarsi ancora delle soddisfazioni importanti. All’andata l’Inter vinse per 1-2 grazie a un gol in extremis e su calcio piazzato, ora i pugliesi sentono l’odore del sangue e vogliono fare male anche a San Siro. I nerazzurri, però, non possono proprio permettersi altri passi falsi, per non sprofondare in posizioni pericolose e difficili da recuperare. La mentalità è al primo posto, ma senza dimenticare il gioco.
Dopo i milanesi, arriva probabilmente la seconda partita più interessante di giornata, quella tra Roma e Juventus. I giallorossi arrivano da una tonfo pesantissimo contro la Cremonese e devono dare delle risposte alle loro ambizioni di ingresso in Champions League, ma soprattutto rispondere alle forti critiche sul piano del gioco. È vero, la squadra non ha mai dato un’impressione di continuità e ha un’anima diversa, ma a questo punto ci si aspetta uno scatto diverso e un’impostazione maggiormente votata a offendere, almeno l’indispensabile.
Invece, il gruppo di Mourinho è uno di quelli che pensa prima a limitare il gioco degli avversari, piuttosto che imporre una certa filosofia di giocate e manovra. Non è semplice, ma con un Paulo Dybala come epicentro offensivo provarci è un dovere, per non restare nelle retrovie di chi si occupa di chiudere e ottenere qualche punto importante contro le big e poi soffrire maledettamente contro le piccole. La partita contro la Juventus, in tal senso, arriva nel momento giusto per confrontarsi contro chi ha dimostrato che la sola retroguardia non basta a soddisfare il palato dei tifosi. Un discorso a parte lo merita, poi, l’allenatore portoghese, che non è affatto sicuro del suo futuro e sta restando imbrigliato più nelle polemiche arbitrali rispetto al trasformare una squadra difensivista come poche nella nostra Serie A. Contro la Juventus, non ci sarà per squalifica, ma il suo contributo nella preparazione al match lo si aspetta comunque. E non è detto che non si rimanga delusi.
Anche perché Massimiliano Allegri, nelle ultime settimane, ha dimostrato di saperlo fare questo scatto. Il tecnico livornese ha appena rifilato quattro gol al Torino in un derby che si era messo male, dato che i grata sono passati in vantaggio per ben due volte, prima di farsi rimontare. Dopo la dura penalizzazione in classifica, comunque, la squadra ha avuto una reazione importante, che è passata dall’orgoglio e dall’esperienza dei singoli, ma anche da un progetto nuovo, più votato a enfatizzare tutte le risorse offensive del gruppo, anche a costo di subire qualche gol in più.
Ora la Juventus piace di più ed è un prodotto da esportare anche all’estero. Non è un caso che ora Angel Di Maria riesca a esprimersi al massimo delle sue possibilità e che sia l’autentico trascinatore di questa squadra. L’argentino ha dimostrato di avere i numeri e le capacità per essere il mattatore offensivo che Allegri cercava, attorno a cui far crescere giovani di talento come Nicolò Fagioli e Fabio Miretti, per citare i due più utilizzati. Insomma, in attesa di quelli che saranno i prossimi risvolti giudiziari, gli obiettivi sono comunque lì da afferrare. E una rimonta clamorosa alla zona europea non è affatto impossibile, visto le potenzialità di una squadra che, senza penalizzazione, sarebbe seconda in classifica alle spalle del Napoli.
Il match contro la Roma si presenta, quindi, come un crocevia essenziale per dimostrare di crederci davvero, ma anche per capire cosa potremo aspettarci dai bianconeri da qui a fine anno, quando sarà più chiaro anche il futuro. Insomma, il match dell’Olimpico si presenta come uno di quelli che non si possono perdere, soprattutto per i tifosi, ma anche perché se dovesse arrivare un’altra vittoria per Allegri, cambierebbe il quadro complessivo del progetto bianconero. Ah, attenzione a Federico Chiesa e Paul Pogba: con loro due in pianta stabile, a disposizione, senza più problemi fisici, la qualità si innalza in maniera spaventosa. Il Torino è stata una chiara dimostrazione che è attesa dalla prova della continuità. Un presente florido che potrebbe tradursi in un futuro eccezionale e dalla grandezza inesplorata.
Passiamo ora a quelle fastidiose, criticate e forse un po’ sottovalutate partite del lunedì. La prima in programma è quella tra Sassuolo e Cremonese. I neroverdi sfidano l’ex ultima della classe, ancora assuefatta dalla sbornia contro la Roma e che ora sogna davvero una salvezza che sarebbe clamorosa e soprattutto storica. Un colpaccio esterno sarebbe una boccata d’aria pazzesca per le ambizioni, ma anche un attestato inedito alla corsa per la salvezza.
Dall’altra parte, gli uomini di Alessio Dionisi non possono più permettersi di lasciare punti per strada, nonostante la classifica non sia poi così disperata. Anche stavolta, dovranno fare a meno di Domenico Berardi, in questo caso per squalifica e non per infortunio, per loro fortuna. In compenso, è pronto a tornare Armand Laurienté sulla fascia sinistra e pronto a seminare il panico nella retroguardia dai lombardi. Su di lui saranno puntati gli occhi dei grigiorossi per tentare di restare in partita il più possibile e portare a casa punti pesantissimi per non morire.
Davide Ballardini ha svolto un gran lavoro con i suoi ragazzi e questo è fuor di dubbio. Intanto, ora il quart’ultimo posto dista solo otto punti e non sono poi così tanti visto il trend delle altre e le tante partite ancora a disposizione. Crederci è d’obbligo, anche perché la squadra ha centrato una semifinale di Coppa Italia che nessuno si sarebbe mai aspettato, facendo fuori prima il Napoli delle meraviglie e poi la Roma. Tocca dare un’altra dimostrazione di essere vivi, vivissimi e quella contro il Sassuolo sembra la partita giusta per farlo. Magari trovando quella continuità in attacco che non c’è mai stata, ma si è liquefatta in sprazzi di gioco poco fruttuosi. Antenne dritte: la storia si scrive già adesso.
A chiudere la giornata, alle 20:45, c’è poi una partita che non può affatto essere sottovalutata e che da cui ci aspettiamo diversi gol, visto come sono andate le due squadre nell’ultimo periodo. Il Torino in casa deve rispondere all’ennesima sconfitta in un derby contro la Juventus, ma ha contro un Bologna che è in gran forma e che, se dovesse centrare un’altra vittoria, potrebbe davvero credere all’Europa.
D’altronde i rossoblù sono attualmente a pari punti con la Juventus, hanno una rosa decisamente inferiore, ma anche un allenatore capace di mettere in piedi una squadra quadrata e organizzata, ma che ha la sua forza specialmente a centrocampo. Thiago Motta ha dimostrato anche contro l’Inter di sapere come si fa male a squadre in teoria più attrezzate, e l’ha fatto attraverso la tattica, ma anche l’aggressività che è riuscito a dare ai suoi. E poi un Riccardo Orsolini così ha ben poco da invidiare a suoi colleghi molto più sponsorizzati. Se il trend dovesse proseguire, allora capiremo di trovarci di fronte a una delle realtà più belle di questa Serie A e non sarebbe affatto scontato.
Anche perché il Torino, pur senza esaltare, non è comunque una squadra da prendere sotto gamba. Ivan Juric, lo sappiamo, è uno degli allenatori più preparati e in grado di dar fastidio sotto il profilo tattico praticamente a tutte le squadre che affronta. Le mezze punte granata, poi, potrebbero dar fastidio tra le linee alla difesa emiliana e Antonio Sanabria ha dimostrato di aver trovato quella verve realizzativa che finora gli era mancata per collocarsi tra i migliori attaccanti del campionato. Certo, ci si aspetta maggiore concretezza dai laterali di centrocampo, ma contro il Bologna potrebbe uscire proprio una bella partita, aperta e in cui si pensa soprattutto a offendere. Il modo giusto per chiudere una giornata da brividi per gli scontri diretti in programma e gli esiti che potrebbero iscrivere al tabellino della storia.
Quanto a dove si possono vedere tutte le partite della 25esima giornata di Serie A, come sempre la risposta è su Dazn, in esclusiva e su tutte, e quindi su qualsiasi piattaforma che supporti l’app. Su Sky, poi, e quindi su Sky Go, si potranno vedere il match delle 20:45 di sabato tra Fiorentina e Milan, quello del 12:30 di domenica tra Spezia e Verona e infine il posticipo di lunedì delle 20:45 tra Bologna e Torino.
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