L’Inter si è qualificata alla finale di Champions League battendo il Milan anche al ritorno, la Roma è arrivata in finale di Europa League (mentre la Juventus si è chinata alla regina della competizione, il Siviglia), la Fiorentina si giocherà il 7 giugno la Conference League, e questi sono i verdetti delle notti europee. Poi ci sono quelli della Serie A, che da stasera ripartirà con la 36esima giornata, la terzultima prima della fine dei giochi, che al momento sono due, ma dovrebbero essere molti di più, per la coppa dalle grandi orecchie – anche se sarà fondamentale capire che ne sarà dei bianconeri che aspettano la nuova sentenza sul caso plusvalenze dalla Corte federale d’appello per lunedì -, sicuramente, ma anche per la salvezza.
Chi aprirà le danze, alle 20:45, non ha pressioni né in un verso, né nell’altro, gioca per rispetto degli obblighi, e un po’ anche per la gloria, soprattutto il Monza di Raffaele Palladino che nello scorso turno ha vinto contro il Napoli, già campione d’Italia. Sabato, poi, si penserà soprattutto alla coda della classifica, con la Cremonese e il Verona, ma ci sarà tempo anche per il Milan, che avendo fallito l’accesso alla partita di Istanbul, deve riuscire tramite il campionato ad accedere alla prossima edizione della Champions League. La gara di cartello, però, sarà sicuramente quella tra i partenopei e l’Inter di Simone Inzaghi, prevista per domenica, poco prima della partita tra Udinese e Lazio, fondamentale come la precedente per i primi quattro posti. A chiudere i giochi, poi ci saranno la Roma e la Juventus lunedì. Ma vediamo tutto nel dettaglio e soprattutto scopriamo insieme dove ci si potrà gustare questa 36esima giornata di Serie A in tv e diretta streaming.
Oggi, questa settimana, è un bel momento per essere italiani, per lo meno per quanto riguarda il mondo del calcio. Su tre competizioni europee su tre, infatti, le squadre della nostra Serie A proveranno a portare a casa un trofeo, lo farà l’Inter in Champions League, lo farà la Roma (e solo lei) in Europa League, e lo farà infine la Fiorentina nella terza competizione Uefa, che nella prima edizione lo scorso anno è stata vinta sempre da un’italiana.
I traguardi raggiunti, inaspettatamente o meno, non ci lasciano ancora con la pancia piena – di quello se ne parlerà nell’atto finale -, e quindi, tra chi deve centrare la qualificazione alla prossima edizione della coppa dalle grandi orecchie, chi si potrebbe accontentare della seconda competizione e chi, poi, lotta per rimanere nel nostro massimo campionato, ecco apparecchiata la 36esima giornata, in cui spicca soprattutto la partita tra il Napoli già campione d’Italia e i nerazzurri di Simone Inzaghi, finora l’unica squadra con cui i partenopei, che l’anno prossimo potrebbero non essere guidati da Luciano Spalletti, non hanno mai vinto. Una rivincita? Chissà, sicuramente un match da non perdere, così come gli altri nove in programma a partire proprio da quel Sassuolo-Monza che aprirà i giochi, oggi, alle 20:45, dal Mapei Stadium.
Gli uomini di Alessio Dionisi non vincono dal 30 aprile, dalla gara contro l’Empoli sempre in casa, ma sono comunque salvi e lo sono esattamente da quella partita rimontata grazie a Domenico Berardi. È lui, senza dubbio, l’uomo in più per il tecnico toscano, ed è lui, sempre, su cui sembra si siano di nuovo accese le sirene del calciomercato, soprattutto in casa Lazio. Tra chi ha raggiunto con largo anticipo la tranquillità c’è anche la squadra brianzola allenata da Raffaele Palladino che si è anche concessa il lusso di battere i campioni d’Italia, ed è quindi molto probabile che lo spettacolo, anche senza troppe velleità di arrivare a traguardi più importanti, non mancherà.
Non mancherà per lo stile di gioco a cui ci hanno abituato le due squadre. Non si tratta certamente di due compagini che fanno del difensivismo il loro modus operandi e la loro ispirazione principale, anzi sanno come disporsi in campo e lo fanno in maniera tale da accerchiare l’avversario e costringerlo a piazzarsi tutto dietro la linea della palla e con grande acume tattico. Se gli intenti sono simili, gli esiti sono comunque differenti, perché il 4-3-3 di Dionisi, che di fatto ha ereditato da De Zerbi, punta su un baricentro più alto, sulla qualità del centrocampo e sull’uno contro uno. Palladino, invece, che ha medie da Champions League e per il gran lavoro fatto è cercato anche dalla Juventus, punta su un 3-4-2-1 più abbottonato, ma che gli permette di scatenare tutte le caratteristiche offensive dei suoi, scegliendo spesso attaccanti leggeri e abili nell’uno contro uno per trovare puntualmente la superiorità numerica. La vera risorsa dei lombardi è il contropiede, insieme all’intensità, che sta permettendo al Monza di conquistare molti più punti del previsto.
Se l’anticipo di oggi è solo un riscaldamento, a partire dalle 15 di sabato si andrà velocemente al sodo, stavolta per quanto riguarda quella lotta per non retrocedere in cui anche e soprattutto la Cremonese vuole partecipare. Se in casa, contro il Bologna di Thiago Motta, gli undici di Davide Ballardini dovessero perdere, però, la matematica li condannerà con due giornate di anticipo, e senza neanche che le dirette concorrenti scendano in campo. Qualora, invece, arrivasse qualcosa di più, il discorso verrebbe rimandato alla sfida successiva, specialmente quella dell’Atalanta contro il Verona.
I bergamaschi di Gian Piero Gasperini, che scenderanno in campo al Gewiss Stadium alle 18, hanno il compito di non perdere per la terza volta di fila altrimenti il treno per la Champions League potrebbe partire senza loro a bordo. Certo, la situazione potrebbe essere favorevole se lunedì la Corte d’appello federale decidesse (come sembra) di levare i punti alla Juventus, ma anche in quel caso non c’è un risultato diverso dai tre punti, così come non c’è per i gialloblu di Marco Zaffaroni, scivolati di nuovo al terzultimo posto che vale la Serie B dopo la sconfitta di misura contro il Torino. Non arriverà di certo in questo turno la sentenza, anche perché si deve guardare con attenzione anche a quello che succederà nella partita di Lecce, ma di quella che ne parleremo dopo.
Perché c’è prima da parlare di quella che chiude il sabato, quella, insomma tra Milan e Sampdoria, un match che significa tanto per i rossoneri, a caccia di punti fondamentali per centrare un posto in Champions League per la prossima stagione, molto meno per i blucerchiati. I liguri, infatti, sono già retrocessi in Serie B dopo una stagione travagliata tra i problemi societari e una squadra che non ha mai girato a dovere, senza riuscire a restare neppure fino alla fine in lotta per il quart’ultimo posto. È chiaro che a Milano l’impresa non sia affatto semplice, soprattutto per le motivazioni che accompagnano il percorso del Diavolo. I rossoneri, infatti, sono appena stati eliminati dalla Champions League in semifinale, e questo già era un risultato inaspettato, ma quello che fa male è la maniera e la mano che ha fatto fuori i rossoneri. L’Inter ha vinto e ha superato il turno senza che ci sia stata troppa partita, anzi con un secco 3-0 nel computo complessivo del doppio confronto.
In molti lo stanno vivendo come un ridimensionamento rispetto a tutta la stagione che in campionato non è andata per nulla secondo le aspettative (e neppure in Coppa Italia), mentre nella massima competizione europea si è prolungata ben oltre rispetto a quanto ci si aspettasse e all’esperienza che nell’ultimo decennio i calciatori avevano maturato, banalmente la storia del club. Comunque sia andata, dopo la settimana terribile che il Milan ha vissuto da La Spezia al capoluogo lombardo, ora ci si aspettano risposte immediate e convincenti, di quelle che possano zittire le critiche e lanciare un finale di stagione che quantomeno deve garantire il quarto posto. Oppure anche un simbolo e un uomo che l’anno scorso ha portato lo scudetto come Stefano Pioli alla fine potrebbe saltare e neppure in dirigenza sono tanti sicuri di restare lì anche l’anno prossimo.
Per scongiurare un’eventualità che sarebbe disastrosa anche per i conti, ma soprattutto per le ambizioni sportive, il tecnico ex Inter e Lazio ha tutta l’intenzione di affidarsi ai suoi uomini migliori, mettendo in secondo piano la frustrazione, la stanchezza e il turnover, soprattutto enfatizzando l’orgoglio che un grande club ha insito nelle sue caratteristiche per uscire dai momenti difficili. In porta, quindi, e senza troppi dubbi, ci sarà ancora Mike Maignan, probabilmente il migliore anche contro l’Inter. Davanti a lui, in un momento del genere, è impossibile fare a meno di Davide Calabria, capitano e simbolo dei valori rossoneri, ma anche di Theo Hernandez che non sta vivendo i migliori attimi della sua carriera, ma può essere in qualsiasi momento un uomo decisivo per vincere le partite. Al centro, occhio alla coppia quasi inedita formata da Malick Thiaw e Simon Kjaer, un mix di esperienza e fisicità per cercare di contenere i possibili attacchi della Sampdoria. La diga mediana è composta da Rade Krunic e Sandro Tonali, esattamente come contro l’Inter, con Ismael Bennacer che, invece, resterà ai box ancora per qualche mese. Sulla trequarti, Alexis Saelemaekers è favorito su Junior Messias per un posto a destra, mentre non ci sono grossi dubbi sulla presenza di Brahim Diaz e Rafael Leao nel solito 4-2-3-1. Qualche dubbio, invece, continua a esserci per la punta, dato che Olivier Giroud è acciaccato da settimane e avrebbe bisogno di rifiatare. Il ballottaggio è aperto con Ante Rebic, ma il francese resta favorito.
Di contro, la Sampdoria non ha alcuna intenzione di lasciare campo libero al Milan e vuole togliersi una bella soddisfazione prima di lasciare la Serie A. Nicola Ravaglia sarà ancora tra i pali, mentre in difesa agirà il terzetto formato da Gunter, Nuytinck e Amione. I laterali, che nelle ultime settimane sono stati la vera risorsa dei blucerchiati, saranno ancora Zanoli e Augello, i mediani Winks e Rincon, il primo più votato a un lavoro di qualità e impostazione, il secondo alla copertura. Djuricic cercherà di inserirsi tra le linee e fare da raccordo tra i reparti, mentre in attacco Dejan Stankovic punterà sull’esperienza di Manolo Gabbiadini e Fabio Quagliarella per cercare di sorprendere i rossoneri. In realtà, in quest’ultimo caso, il ballottaggio è apertissimo con Sam Lammers, ma stavolta l’ex Atalanta parte leggermente dietro. Comunque vada, il Milan non può soffermarsi tanto su chi avrà davanti, ma sulla conquista dei tre punti. E una mancata vittoria, vista la classifica, non può neppure essere un’eventualità.
Ed eccola, la partita che vale un posto in Serie A anche il prossimo anno, una delle più difficile. Da una parte i padroni di casa di Marco Baroni, che hanno 32 punti e sono potenzialmente salvi, dall’altra lo Spezia di Leonardo Semplici che di punti ne ha due in meno, ma è altrettanto potenzialmente dentro. Scendere in campo alle 12:30, di domenica, consapevoli di quello che è successo a Bergamo potrebbe essere un valore aggiunto, sia per il Lecce, sia per i liguri, ma allo stesso tempo potrebbe anche mettere abbastanza pressioni a entrambe (o forse solo a una), ridisegnando la classifica e costringendoli a uno sprint per le due ultime giornate, che non sono semplici, neanche loro. Ciò che è certo è che fino all’ultimo ci sarà da avere il fiato sul collo.
I momenti delle due squadre restano comunque diversi, le motivazioni tattiche che hanno portato il percorso fino a questo punto anche. I bianconeri hanno giocato una stagione parecchio sotto tono, che si è articolata soprattutto attraverso i lampi di M’Bala Nzola. L’attaccante centrale è riuscito ad accentrare il gioco attorno a sé con tutte le caratteristiche forti del suo repertorio. È abile a far salire la squadra, a ripulire palloni sporchi, ma soprattutto a gonfiare la rete o a mandare in porta i compagni che sono poi i fattori che fanno la differenza quando si tratta di vincere o perdere le partite. È lui l’epicentro del gruppo, il calciatore più importante di un club che, diciamolo chiaramente, tante stelle non ha. I numeri avvalorano il fatto che lo Spezia senza il suo bomber è altra cosa, ma questa può essere un’arma a doppio taglio. Se, infatti, quando il classe 1996 era assente molti dei risultati positivi sono andati per aria, contro il Lecce sarà regolarmente in campo dal primo minuto con al suo fianco Eldor Shomurodov per dare maggiore peso offensivo.
Per il resto, Semplici si affiderà al suo solido e concreto 3-5-2 con Bartlomiej Dragowski tra i pali e in difesa Przemyslaw Wisniewski, Ethan Ampadu e Dimitris Nikolau. I duelli che si potrebbero creare nell’uno contro uno con gli attaccanti del Lecce potrebbero essere pericolosi, ma siamo sicuri che il tecnico starà molto attento al lavoro degli esterni di centrocampo che dovranno raddoppiare e cercare di chiudere tutte le opportunità che gli ospiti cercheranno di creare. A proposito del centrocampo, ci sarà Emmanuel Gyasi, questa volta in un ruolo più arretrato e Arkadiusz Reca a sinistra con Mehdi Bourabia, Albin Ekdal e Sebastiano Esposito al centro. La qualità della mezzala italiana potrebbe essere ancora una volta fondamentale per portare a casa il bottino pieno, o almeno ci proverà.
Il Lecce, però, ha tutta l’intenzione di conquistare tre punti che potrebbero blindare, anche se non matematicamente, la salvezza. I pugliesi si affidano ancora agli uomini che hanno dato certezza nel girone di andata, mentre in quello di ritorno i risultati e le prestazioni sono state ben diverse. La squadra è crollata proprio nel momento decisivo, quando si trattava di portare a casa la manciata di punti necessaria per l’obiettivo stagionale: la permanenza nella massima serie. Ora le cose si sono complicate via via di più e neanche i tifosi l’hanno presa bene nell’ultimo periodo, ma basterebbe una vittoria in casa nello scontro diretto per sistemare la situazione.
Baroni, quindi, non abbasserà per nulla la guardia e ha ben chiara la formazione con cui affronterà l’impegno. La presenza di Wladimiro Falcone non è in discussione tra i pali, mentre la difesa a quattro sarà composta da Valentin Gendrey, l’inesauribile Federico Baschirotto, Samuel Umtiti e Antonino Gallo. Il centrocampo a tre è decisamente diverso da quello di inizio stagione, probabilmente più qualitativo con Maleh, Blin e Oudin in mezzo. In avanti, il trio è quello che ha portato maggiori risposte con Gabriel Strefezza, autentico mattatore della manovra offensiva dei pugliesi, Assan Ceesay o Lorenzo Colombo (con cui il ballottaggio è ancora aperto e lo resterà fino alla fine) e Federico Di Francesco, che cercherà di dare brio e qualità, ma soprattutto dribbling. Insomma, il confronto è aperto e incerto, ma sarà lo Spezia a dover fare la partita per cercare di rimettere a posto le cose in una stagione, per lunghi tratti, maledetta.
Chi non l’ha di fatto mai avuta, e possono di fatto vivere un finale di campionato tranquillo, sono il Torino e la Fiorentina, anche se i secondi avendo raggiunto sia la finale di Coppa Italia, che si giocheranno mercoledì contro l’Inter, sia quella, dicevamo, di Conference League un po’ ce l’hanno, eccome se ce l’hanno. Ed è per questo che arriveranno al Filadelfia, per l’unica partita di domenica alle 15, acciaccati ma paghi, vogliosi di vincere ma consapevoli anche che il crocevia per rendere la stagione memorabile passa per altri sentieri, per altri campi, e per altre sfide soprattutto. Dall’altra parte, tra l’altro, avranno di fronte gli uomini di Ivan Juric che stanno facendo vendere cara la pelle a tutti, a chi lotta per la coppa dalle grandi orecchie, a chi per salvarsi, e neanche con i Viola di Vincenzo Italiano, siamo certi, le cose cambieranno.
I padroni di casa, infatti, non hanno grosse velleità di portare a casa punti vista che la zona europea è ormai irraggiungibile e altrettanto, anzi anche un po’ di più, quella salvezza. Le intenzioni del Torino sono comunque molto chiare e passano attraverso il gioco, il fattore che spesso è stato fondamentale per la squadra del tecnico ex Verona. Per gli ospiti il discorso è un po’ diverso, soprattutto per quanto riguarda gli impegni che attendono la squadra di Italiano. L’impegno contro l’Inter tra pochi giorni inciderà sicuramente, soprattutto nelle rotazioni che seguirà il tecnico in vista della Coppa Italia e dopo le fatiche di Conference League, che però sono valse la seconda finale stagionale.
Per tutti questi motivi, la Viola potrebbe tenere a riposo sia Nico Gonzalez, sia Arthur Cabral, ma anche negli altri reparti è atteso un turnover piuttosto aggressivo. Già in porta occhio alla presenza di Cerofolini al posto di Terracciano, mentre in difesa la linea potrebbe essere composta da Venuti, Martinez Quarta, Igor e Terzic. Sì, quindi anche capitan Biraghi potrebbe iniziare la partita dalla panchina. Profondi cambiamenti sono attesi anche a centrocampo, dove Giacomo Bonaventura sarà a riposo, ma al suo posto potrebbe essere rispolverato Duncan al fianco di Mandragora. A comporre il classico terzetto in mezzo, attenzione alla presenza di Antonin Barak che sta recuperando la verve realizzativa dei tempi di Verona. In attacco di certezze non ce ne sono, ma potrebbe avere una nuova chance dal primo minuto Luka Jovic, con ai suoi fianchi Christian Kouamè e Riccardo Saponara. È chiaro, però, come siano dubbi che verranno sciolti solo all’ultimo momento, ma con la sicurezza che Italiano darà priorità agli impegni infrasettimanali a questo punto, come è giusto che sia.
Il Torino, di contro, ha le idee piuttosto chiare e con il consueto assetto che i granata stanno perseguendo da anni. In porta ci sarà sempre Vanja Milinkovic-Savic, mentre la linea a tre sarà composta da Djidji, Schuurs e Buongiorno, il trio che ormai si integra benissimo insieme e dà solidità, ma anche proposta, come avviene quasi sempre nelle ultime settimane. Sugli esterni sono ancora favoriti Singo e Rodriguez, con Ola Aina inizialmente in panchina. Vlasic al centro non si tocca, soprattutto dopo l’ultimo gol realizzato, mentre in posizione un po’ più arretrata ci penseranno Ilic e Ricci a garantire qualità e quantità. Sulla coppia d’attacco c’è ancora qualche dubbio, ma dovrebbe essere formato da Yann Karamoh, che quando ha trovato continuità quest’anno è stato decisivo in molte situazioni e Antonio Sanabria, l’uomo in più del Torino in questo finale di stagione e che nella seconda parte di stagione è riuscito a garantire un ottimo bottino di gol. Chiunque scenda in campo, ci aspettiamo che i ritmi non siano troppo alti, ma soprattutto che alla fine la tattica abbia il sopravvento, forse anche lo spettacolo.
Così si passa direttamente alla partita di domenica alle 18.00, probabilmente la più attesa di giornata. Il Napoli sfida l’Inter tra le mura amiche per continuare una festa che non sembra voler finire, ed è anche giusto così dopo 33 anni di astinenza, mentre i nerazzurri hanno sistemato la classifica con diverse vittorie consecutive, ma vogliono comunque proseguire una scia positiva che ha portato la Beneamata in finale di Champions League, cercando di chiudere il prima possibile i discorsi anche per la qualificazione in vista dell’anno prossimo. I canti, le urla, i botti e le lacrime dei partenopei, però, ora stanno lasciando spazio anche ad altro. Banalmente al futuro, alla volontà di ripetersi e di programmare al meglio, anche alla possibilità che qualcuno lasci sul più bello, proprio quando si sta cercando di inaugurare un ciclo vincente e duraturo. Ogni riferimento non è puramente casuale, dato che Cristiano Giuntoli, l’architetto di una squadra quasi perfetta e costruita senza spendere un capitale, è sempre più in orbita Juventus e al capolinea della sua avventura in Campania, proprio mentre nelle ultime ore si parla con sempre più insistenza del destino di Luciano Spalletti. Il tecnico ex Roma, secondo alcuni, potrebbe anche dimettersi e fino a qualche giorno fa la permanenza sembrava scontata.
Il futuro fa paura, crea ansia, ma anche i sogni e va di pari passo con il campo. Ma, anche con lo scudetto in tasca, il Napoli non vuole fermarsi e soprattutto vuole concludere al meglio una stagione che, comunque sia, è ed è stata meravigliosa. Per affrontare l’Inter al massimo delle possibilità, i partenopei si affideranno alla formazione titolare, soprattutto in difesa. In porta, quindi, toccherà ancora una volta ad Alex Meret e in difesa a Giovanni Di Lorenzo, Amir Rrahmani, Kim Min-Jae e Mathias Olivera, ormai diventato inamovibile dopo l’infortunio di Mario Rui. Saranno loro a dover stare attenti a contenere gli attacchi dell’Inter, una tra le squadre più prolifiche dell’ultimo periodo, non solo in Italia ma in tutta l’Europa, e che ha visto entrare in forma tutti i suoi principali attaccanti nel momento topico della stagione. Anche a centrocampo il discorso non cambia, dato che Stanislav Lobotka e Zambo Anguissa sono certi di una maglia, esattamente come Piotr Zielinski che occuperà una posizione un po’ più avanzata e cercherà di fare male ai nerazzurri tra le linee. Qualche novità la si vede solo in attacco, ma più che altro per necessità. Matteo Politano è favorito per un posto in alto a destra, mentre Victor Osimhen ha smaltito i problemini degli ultimi giorni e sarà regolarmente al centro dell’attacco. In dubbio, invece, c’è Khvicha Kvaratskhelia che ha subito una botta in allenamento e potrebbe inizialmente partire dalla panchina. Al suo posto, è pronto a giocare Giacomo Raspadori che ha grande voglia di mettersi in evidenza per la stagione che verrà.
L’Inter, invece, arriva alla partita con il vento in poppa dopo i grandi successi conseguiti sul campo nell’ultimo mese e mezzo. Ai nerazzurri non manca molto per centrare uno dei posti validi per la qualificazione alla prossima Champions League. Secondo alcuni, addirittura, solo due o tre punti considerando che la Juventus presto potrebbe essere nuovamente penalizzata. In ogni caso, non si può perdere tempo che chiudere la stagione con quello che in partenza era considerato l’obiettivo minimo, ma poi si è liquefatto tra le sconfitte inaspettate e l’annata monstre del Napoli. Simone Inzaghi comunque non può permettersi di non fare turnover, dato che, il big match della 36esima giornata arriva tra una semifinale di Champions League e la finale di Coppa Italia. Tra i pali, con ogni probabilità, sarà confermato André Onana, anche perché in settimana invece dovrebbe toccare a Samir Handanovic, ma già in difesa potrebbe riposare Francesco Acerbi dopo il tour de force dell’ultimo periodo, con Stefan de Vrij pronto a prendere il suo posto affiancato dai soliti Matteo Darmian e Alessandro Bastoni. Confermato anche Denzel Dumfries sull’out di destra, mentre a sinistra potrebbe tirare il fiato Federico Dimarco con Robin Gosens al suo posto. A centrocampo è ai box Henrikh Mkhitaryan dopo l’infortunio patito contro il Milan e sono favoriti Nicolò Barella, Marcelo Brozovic e Hakan Calhanoglu. Occhio, però, anche in questo caso, al turnover dato che Roberto Gagliardini potrebbe prendere il posto di una delle due mezzali e permettergli di riposare. Continua l’ormai consueta rotazione in attacco con Romelu Lukaku e Joaquin Correa pronti a partire dal primo minuto, mentre Lautaro Martinez entrerà a partita in corso, come avvenuto spesso nell’ultimo periodo e con ottimi risultati. Chiunque scenderà in campo, ci aspettiamo che il match sarà spettacolare o che comunque le due squadre giochino a viso aperto per centrare il bottino pieno. E non è sempre così scontato.
La giornata di domenica si chiude con un altro scontro particolarmente interessante per la corsa alla Champions League, quella tra Udinese e Lazio. I biancocelesti non stanno vivendo un periodo di forma particolarmente esaltante e che è sfociato nel deludente pareggio all’ultimo minuto contro il Lecce. In ogni caso, i capitolini avevano già acquistato un margine consistente rispetto alle squadre alle loro spalle e questo rende gli uomini di Maurizio Sarri abbastanza tranquilli per riuscire ad agguantare un posto valido per la massima competizione europea, il vero obiettivo stagionale, anche più delle coppe dove il cammino del club di Claudio Lotito è svanito ancor prima di entrare nel vivo.
Di fronte ai biancocelesti, però, ci sono i friulani e qui lo stato di forma non è ottimo, piuttosto altalenante. Nell’ultimo turno è arrivata una sconfitta contro la Fiorentina, ma in precedenza altri due risultati utili che hanno mosso la classifica a dispetto delle assenze. Quella più pesante è sempre quella di Gerard Deulofeu, la vera luce della fase offensiva dei bianconeri e che ha visto esaurirsi prematuramente il suo percorso in questa stagione, quando ancora mancava il suo pezzo più consistente. Anche Beto non ha mai trovato realmente continuità, soprattutto a causa degli infortuni, ma anche per sua indole personale. A seconda delle partite, il bomber riesce a esprimere le sue qualità a corrente alternata, ma la sua fisicità rappresenta un fattore da tenere in stretta considerazione.
Anche stavolta, però, non dovrebbe partire dal primo minuto con Nestorovski pronto a prendere il suo posto da centravanti, anche se non è esattamente la stessa cosa. La vera forza dell’Udinese risiede, invece, nel centrocampo con Sandi Lovric e Lazar Samardzic che, dal punto di vista qualitativo, sono la luce della squadra e anche il suo motore finalizzante. In difesa, invece, almeno tra i friulani, non sono previste grosse novità: davanti al titolarissimo Silvestri, ci saranno come sempre Perez e Bijol. L’unica novità è obbligata e dettata dall’assenza di Becao. Al suo posto, dovrebbe essere scelto Adam Masina, con meno propensione difensiva, ma comunque dalla spiccata fisicità. Non può mancare Walace in mezzo al campo, l’uomo che è chiamato a dare la prima impostazione, ma anche la copertura adeguata. Le corsie laterali, invece, saranno occupate da Ebosele e Udogie, uomini fondamentali in una partita del genere. Loro dovranno cercare di mettere in difficoltà i biancocelesti nella fase di spinta, ma dovranno anche raddoppiare puntualmente sugli attacchi di Mattia Zaccagni e Felipe Anderson, tra i migliori nell’uno contro uno, forse non solo tra i capitolini, ma in tutto il campionato. Alle spalle della prima punta, agirà come sempre Roberto Pereyra, l’uomo di maggiore qualità che ha a disposizione Sottil e anche il rigorista della squadra.
La Lazio deve ritrovare la sua verve difensiva, quella solidità che ha portato tanti successi in questa stagione, anche più di quanto ci si sarebbe aspettato. Per questo, Adam Marusic sta spingendo per recuperare il prima possibile sulla fascia destra, dove Manuel Lazzari garantisce più spinta, ma meno fisicità e una fase difensiva meno precisa. Il favorito per un posto da titolare resta sempre il laterale vicentino, mentre al centro toccherà alla coppia rodata tra Nicolò Casale e Alessio Romagnoli che tante garanzie ha dato in tutto il corso della stagione. A sinistra non ci sono tanti dubbi con Elseid Hysaj che partirà dal primo minuto. Il centrocampo resta quello titolare con Sergej Milinkovic-Savic inamovibile e in gol all’ultimo turno con Luis Alberto dall’altro lato e Matias Vecino in mezzo al campo, da mediano puro, a sostituire Danilo Cataldi ancora infortunato. In attacco, del quartetto che ha giocato di più in questa stagione, verranno scelti Zaccagni e Felipe Anderson sugli esterni con Ciro Immobile al centro e Pedro pronto a subentrare. Ora la Lazio non può più glissare e deve centrare i punti decisivi per un piazzamento prestigioso come quello che conduce alla prossima Champions League: è il momento di farcela.
Chiusa la domenica, non ci si può comunque muovere dal divano, neppure di lunedì che ormai è diventato lavorativo anche per il calcio e la Serie A, un po’ nello stile della Premier League. Alle 18.30, è previsto il match tra Roma e Salernitana, un appuntamento che i giallorossi non possono permettersi di mancare se vogliono ancora credere in un posto valido per la massima competizione europea. Certo, ora c’è un’opportunità che sta diventando sempre più ghiotta, quella dell’accesso attraverso l’Europa League, in cui la squadra di José Mourinho ha appena conquistato la finale ai danni del Bayer Leverkusen. Per prevalere contro i campani, in ottimo stato di forma, non basterà solo la consistente fase difensiva che hanno evidenziato i capitolini anche in coppa.
La squadra di Paulo Sousa fa della fisicità, dell’aggressività e dell’intensità le sue armi principali e l’ha dimostrato nelle ultime settimane, crescendo settimana dopo settimana e blindando una salvezza che a un certo punto si era complicata, ma mai a livelli drammatici. Le ultime gare hanno evidenziato come, a prescindere dall’obiettivo in palio, che ora non c’è di fatto nel finale di stagione, la Salernitana sia una squadra determinata e dalle idee di gioco molto chiare, contro cui non è per nulla facile fare bottino pieno.
Non sarà semplice neanche per la Roma, stanca dopo le fatiche di coppa e ancora alle prese con diverse assenze. Chris Smalling è tornato, ma non è al meglio, esattamente come Georginio Wijnaldum. A disposizione, c’è anche Paulo Dybala, ma la Joya ha ancora un’autonomia limitata. L’obiettivo di Mourinho è farlo entrare in condizione proprio in vista della finale europea, ma per farlo l’argentino va centellinato, dosato e sfruttato al massimo per un tempo a partita, almeno per il momento. Contro i tedeschi non ha giocato perché non servivano le sue caratteristiche, non in quel momento del doppio confronto, ma contro i campani è pronto a mettere le sue qualità a disposizione di tutta la squadra e chissà che non possa essere lui il fattore decisivo per arrivare a una vittoria preziosissima.
Per questo, le scelte del tecnico portoghese non sono affatto scontate, soprattutto perché scenderà in campo con solo tre giorni di riposo dopo le fatiche dell’Europa League, in cui i capitolini hanno vissuto una vera e propria battaglia. In porta ci sarà regolarmente Rui Patricio, mentre la linea difensiva davanti a lui sarà composta da Mancini, Smalling e Ibanez. I problemi stavolta per Mourinho sono sugli esterni dove verrà adattato Bove, in un gran momento di forma e ormai jolly dei giallorossi, con Nicola Zalewski a sinistra. Bryan Cristante, invece, torna a centrocampo dopo l’importante lavoro svolto da difensore centrale. Al suo fianco sono richiesti gli straordinari a Nemanja Matic. In attacco ci sono veramente poche certezze, ma Dybala potrebbe tornare ad avere una maglia dal primo minuto al fianco di Georginio Wijnaldum e dietro Andrea Belotti. Attenzione, però, a Tammy Abraham e Lorenzo Pellegrini che sgomitano per una maglia o potrebbero comunque entrare a partita in corso.
Di contro, la Salernitana non ha più grossi obiettivi da rincorrere, ma ci tiene comunque a chiudere al meglio il campionato e cercando di portare a casa certezze, più che punti, che possano restare anche per la prossima stagione. Per cercare di fare risultato pieno contro una Roma stanca, il tecnico ha le idee chiare su chi schierare in campo. In porta non può mancare Ochoa, un autentico riferimento per la squadra e in generale per la fase difensiva, mentre la linea a tre sarà composta da Daniliuc, Gyomber e Pirola. Il centrocampo è quello titolare con Mazzocchi e Bradaric sugli esterni pronti a garantire la spinta necessaria per mettere in difficoltà la Roma. Al centro, invece, occhio a Coulibaly e Vilhena, coppia rodata e abile nel gestire il pallone e chiudere allo stesso tempo, ma anche con il vizio del gol. In attacco è fondamentale l’esperienza di Antonio Candreva, indispensabile con la sua qualità e le sue doti balistiche per cercare di scardinare l’assetto giallorosso. Davanti, invece, sono favoriti Dia, che ora deve tornare al gol dopo le tante reti realizzate da gennaio in poi, e Piatek che resta favorito su Kastanos e Botheim per una maglia da titolare. Sicuramente la Salernitana non parte già battuta in una sfida che vuol dire molto di più per la squadra della Capitale, ma che necessiterà anche di un ritmo alto e di tante energie per centrare l’obiettivo pieno.
La Roma è in programma alle 18.30, ma a chiudere l’intera 36esima giornata è la Juventus alle 20.45. I bianconeri, anch’essi reduci dalle fatiche di coppa e uscendone con le ossa rotta, se la vedranno in trasferta con l’Empoli, pago di una stagione che ha già portato la salvezza matematica, nonostante il girone di ritorno non sia stato nemmeno paragonabile a quello d’andata. I toscani esprimono un calcio gradevole, puntano forte su calciatori giovani e molti italiani, quindi rappresentano una risorsa non solo per loro stessi e nel lungo periodo, ma in generale per tutto il calcio del Bel Paese. La Vecchia Signora, quindi, non può affatto abbassare la guardia e dare qualsiasi risultato per scontato, perché anche stavolta dovrebbe arrendersi a un’evidenza diversa, fatta di delusioni e rimpianti.
La sconfitta contro il Siviglia dopo i tempi supplementari è ancora cocente, una ferita aperta che ha reso impossibile per i bianconeri anche la possibilità di accedere all’Europa League attraverso i successi continentali. In più, lunedì 22 maggio, quando è previsto l’impegno contro l’Empoli, la Juventus riceverà una nuova penalizzazione dalla Corte d’Appello e, quindi, potrebbe scendere in campo con una classifica ancora una volta stravolta. Sono tutti fattori extra campo che potrebbero incidere sulla prestazione dei ragazzi di Massimiliano che non hanno comunque più scuse: dopo aver fallito l’appuntamento con la finale di Coppa Italia e ora con quella di Europa League, bisogna vincere il più possibile da qui a fine anno in campionato, per scongiurare un fallimento totale in questa stagione che, a quel punto, sarebbe evidente. Bisogna correre, a questo punto, e senza guardarsi più alle spalle, altrimenti le ricadute potrebbero essere importanti non solo per il campo, ma anche per i conti.
Dopo i tanti sforzi della super sfida europea, però, Allegri è chiamato a scelte importanti per tentare di strappare tre punti che potrebbero essere fondamentali per la corsa europea, che potrebbe presto diventare una rincorsa, ma questo dipende dalla corte d’appello. Tra i pali, Wojciech Szczesny dovrebbe vincere il ballottaggio con Mattia Perin ed essere regolarmente titolare. Qualche cambio in difesa dove Gleison Bremer non riposerà; avrà invece un’occasione Daniele Rugani con Leonardo Bonucci infortunato e Danilo a riposo. A chiudere il terzetto, infatti, ci sarà Alex Sandro. Nuova chance per il talento Barbieri sulla destra, mentre a sinistra è certo del posto Filip Kostic. Il centrocampo a tre è composto da Miretti, Locatelli e Rabiot. C’è molta incertezza sulla coppia d’attacco dove comunque Dusan Vlahovic e Angel Di Maria partiranno dalla panchina con Federico Chiesa e Arkadiusz Milik che potrebbe iniziare il match. Ci sono ancora un paio di giorni prima della partita, quindi queste gerarchie potrebbero anche cambiare.
Molte più certezze ha l’Empoli che ha ormai assimilato la salvezza. Vicario non si tocca e neppure la linea a quattro che sarà formata da Ebuehi, Ismajli, Luperto e Parisi, che vuole mettersi in evidenza in vista di un calciomercato che potrebbe vederlo passare in una big. La cerniera di centrocampo potrebbe essere composta solo da due calciatori, cioè Grassi e Bandinelli, pronti a garantire corsa, chiusure e anche la qualità necessaria per tentare di fare il colpo grosso. Aiuterà anche Fazzini che dovrebbe partire anche questa volta dal primo minuto. Sui due esterni agiranno Nicolò Cambiaghi, l’uomo più in forma in casa Empoli, e Marko Pjaca, il grande ex di giornata. Da centravanti, invece, ci sarà ancora Ciccio Caputo, nonostante questa non sia stata di certo la sua stagione. Zanetti, però, non ci rinuncia ed è pronto a puntare ancora una volta sulla sua esperienza lì davanti. La Juventus, una volta appreso il verdetto sulla penalizzazione, non ha più alternative: correre, correre e non fermarsi perché farlo vorrebbe dire fallire anche sul campo il piazzamento europeo. E per come è terminato il percorso nelle coppe sarebbe un fallimento su tutta la linea.
Tutte le partite, come sempre, si potranno vedere in esclusiva su Dazn, e quindi su qualsiasi piattaforma (smart tv, smartphone, tablet, Xbox, Playstation) che supporti l’app. Ma non solo, perché la partita di stasera tra Sassuolo e Monza, così come quella di domani alle 20:45 tra Milan e Sampdoria e il lunch match di domenica tra Lecce e Spezia saranno visibili anche su Sky e quindi su SkyGo.
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