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Dove vedere le partite della 28esima giornata di Serie A

La pausa per le Nazionali si è conclusa per l’Italia e per tutte le altre con una sconfitta e una prova deludente contro Malta, ma con la certezza che il percorso sia ancora lungo per Roberto Mancini e per i suoi ragazzi. Ora, però, è già il momento di voltare pagina e con la prossima giornata di Serie A alle porte. Stavolta si parte di sabato e subito con il botto, visto che dopo Cremonese e Atalanta, toccherà all’Inter mostrare di poter dare continuità dopo le tante sconfitte dell’ultimo periodo, almeno in campionato. La Juventus, invece, se la vedrà con il Verona tra le mura, mentre bisogna aspettare domenica sera per il match saliente della giornata, quello tra la capolista Napoli e il Milan, ma senza Victor Osimhen. Lo scontro è particolarmente interessante e non solo per le esigenze della classifica: i due club si sfideranno anche in Champions League in un doppio confronto che vale la semifinale. Lazio e Roma si troveranno di fronte Monza e Sampdoria, in due partite a cui stare molto attenti.

Stefano Pioli e Luciano Spalletti si salutano prima di una delle tante sfide tra Napoli e Milan – Nanopress.it

Gli inni, i colori, l’orgoglio e i sapori della Nazionale sono già finiti nel cantiere dei ricordi, almeno fino a giugno. Per alcuni la pausa è andata bene, per altri molto meno – e ci riferiamo soprattutto agli infortuni -, ma ora è il momento di lasciarsi tutto alle spalle e concentrarsi sulle fatiche di Serie A, in attesa di una Champions League che vuol dire tanto, forse tutto per le milanesi, ma anche per il Napoli, in attesa di uno scudetto che ormai pare solo questione di tempo. Gli azzurri, in questa giornata, dovranno dare una dimostrazione di forza contro un avversario incerottato, ma comunque temibile. Uno di quelli di cui bisogna diffidare sempre e a prescindere dal contesto. Ci si attende anche una grossa risposta dall’Inter che, però, ha davanti una Fiorentina in forma e che sente odore di colpaccio dopo che il match d’andata aveva lasciato tanto amaro in bocca. Di certo, non ci sono più margini per sbagliare e, a questo punto della stagione, vale un po’ per tutti.

L’happy hour di Napoli e Milan con vista sulla Champions League. Inter e Juventus possono solo vincere

Scaldate i motori, perché il weekend che sta per iniziare è uno di quelli che fa gola a tutti gli sportivi ed è pronto a regalare grosse soddisfazioni agli affamati di sport. Oltre alla MotoGP e alla Formula 1, infatti, torna anche la Serie A. Il tanto denigrato e criticato campionato italiano, di cui però non possiamo fare a meno e che ha portato ben tre squadre su otto ai quarti di finale di Champions. Non dimentichiamolo. Forse ce ne rendiamo conto solo nell’assenza, quando le bocce si fermano e la ruota smette di girare, ma l’importante è l’amore, il sintomo dopo la passione e quello che ci fa soffrire ed esultare, a seconda del risultato, settimana dopo settimana.

L’astinenza è durata meno di due settimane, ma per appagare le nostre pene – oltre alle Nazionali – si riparte con la sfida tra Cremonese e Atalanta. Sulla carta sembrerebbe una partita senza storia, una di quelle dal pronostico scontato o semplicemente dai valori tecnici agli antipodi all’interno dello stesso campionato. In realtà, è qualcosa di molto diverso e i numeri freddi della statistica non bastano a interpretare la densità del match che potremmo vedere. L’Atalanta, infatti, arriva da un periodo difficile sotto il profilo del gioco e dei risultati. L’attacco agli ordini di Gian Piero Gasperini sembra essersi inceppato sul più bello e con un Ademola Lookman non più capace di segnare a raffica come nella parte centrale dell’anno. Il discorso non vale per Rasmus Hojlund, con la sensazione di aver pescato un altro alieno dell’attacco, ma ancora non abbastanza maturo per trascinare tutto e tutti. Di certo, il piccolo Haaland il suo valore l’ha mostrato anche in Nazionale ed è la nota meno stonata nella squadra bergamasca.

Non tutto viene per nuocere nel percorso di una squadra in un campionato e, infatti, attenzione al ritorno a pieno ritmo di Duvan Zapata, oltre che a un centrocampo che ha perso tanto, ma ancora può risultare temibile in entrambe le fasi. Poi, non dimentichiamolo, nel match contro l’Empoli prima della sosta è arrivata una vittoria pesante, perché lì nella zona Champions stanno sbagliando un po’ tutte e i nerazzurri paradossalmente si sono concessi la crisi quando potevano. Ora sicuramente bisogna ritrovare i valori di inizio stagione: non disperdere la solidità difensiva sperimentata e arrivata con il tempo, ma ritrovare anche un baricentro più alto, l’ingresso degli esterni in area di rigore e la sensazione che le punte possano far male in qualsiasi momento della partita. Il discorso vale, sì, anche per l’Atalanta: siamo ormai ad aprile e non è più il tempo di passi falsi e uscite a vuoto. Ne va dei progetti, della classifica, ma soprattutto del futuro.

L’impresa, però, non è facile, perché contrariamente a quanto pensano in molti, la Cremonese è pronta a vendere cara la pelle da qui all’ultima giornata e cercando di togliersi diverse soddisfazioni, soprattutto davanti al pubblico di casa. I ragazzi di Davide Ballardini sono ben allenati e giocano un bel calcio: purtroppo sono arrivati ad avere questa classifica per via di alcune sconfitte ingenue, dei tanti gol subiti e della mancanza di un bomber capace di avere continuità per tutta la stagione. Un vero peccato per i valori umani e tecnici che i grigiorossi sono capaci di esprimere settimana dopo settimana e senza mettere necessariamente il pullman davanti la porta. Attenzione ai padroni di casa, perché contro le big si esaltano e se le cose girano bene hanno tanto da dire: la Roma di José Mourinho ne sa qualcosa, ma a parlare è anche quella semifinale di Coppa Italia arrivata meritatamente e che permetterà a una squadra che probabilmente l’anno prossimo sarà in Serie B di giocarsi uno dei principali trofei nazionali. Il rispetto è massimo e vedremo se il campo ci regalerà una partita interessante anche sotto il profilo realizzativo.

Romelu Lukaku in campo con la maglia dell’Inter – Nanopress.it

Dopo la merenda delle 15.00, si passa direttamente all’aperitivo delle 18.00, che di sabato ci sta sempre bene. E tocca a due squadre altalenanti, pazze, ma con un’identità e delle bellezze ben precise: stiamo parlando di Inter e Fiorentina. I nerazzurri, guardando solo ai risultati del campionato, arrivano da un momento di forma tragico. Nelle ultime quattro partite, sono arrivate tre sconfitte, di cui una per mano degli acerrimi rivali della Juventus. Così proprio non va bene, nonostante le forze e le energie siano comprensibilmente orientate verso un quarto di finale di Champions League contro il Benfica che potenzialmente vuol dire storia e in cui la Beneamata è pronta a dare tutto. Però, c’è anche da strappare almeno uno dei primi quattro posti in Serie A e ora non è affatto scontato, visto il gruppone che si è creato alle spalle del Napoli ampiamente primo e che potrebbe ulteriormente farsi fitto se Roma e Atalanta dovessero vincere.

Di certo, Simone Inzaghi non se la sta passando affatto bene, soprattutto a causa degli infortuni che stanno ossessionando i suoi in questa fase, dopo una stagione convulsa e piena di impegni, visto che l’Inter è anche in semifinale di Coppa Italia, dove se la vedrà ancora con la Juventus. La Beneamata, infatti, almeno per le prossime due settimane dovrà fare a meno di Hakan Calhanolgu che, quindi, non potrà esserci contro i toscani. Occhio, però, anche alla difesa dove Alessandro Bastoni sembra recuperato, ma non è ancora al top della forma, e Milan Skriniar è ancora alle prese con i problemi alla schiena. Anche in attacco, le condizioni di Edin Dzeko sono da verificare, ma in compenso Romelu Lukaku ha dato dei segnali decisamente rassicuranti con il suo Belgio. Tre gol in pochi giorni che valgono il biglietto di San Siro, anche per verificare se il vero Big Rom stavolta è davvero pronto a tornare e a gonfiare la rete da qui a fine stagione. E sarebbe la notizia migliore per Inzaghi. Sarà importante capire anche in che stato di forma è Marcelo Brozovic, uno che l’anno scorso sembrava imprescindibile, ma che ha passato un’annata a fare la lotta tra gli infortuni, mentre Calhanoglu si è preso il suo posto davanti la difesa. Il croato ha già giocato in Nazionale, sembra in crescita, ma dovrà essere al top per i prossimi impegni, perché ora può toccare solo a lui.

La Fiorentina, però, non sale a Milano per fare la parte della vittima. Gli uomini di Vincenzo Italiano sanno bene come si fa a mettere in difficoltà una big e soprattutto stanno riuscendo finalmente a tradurre in risultati positivi la mole di gioco messa in piede dall’allenatore. Probabilmente era soprattutto una questione di attacco: il rientro a pieno ritmo di uno sfortunato Nico Gonzalez sta facendo la differenza sotto il profilo qualitativo, mentre nell’area di rigore Arthur Cabral si sta dimostrando semplicemente letale. Stavolta, Luka Jovic non ci sarà, quindi non ci sono dubbi sulla sua titolarità, ma la certezza è che i difensori della Beneamata avranno il loro bel da fare per tenere a bada un calciatore così. Uno di quelli che vede la porta come pochi e abbina il fiuto per il gol a una potenza fisica straripante. La partita d’andata aveva regalato gol, emozioni e un 3-4 impossibile da togliere dalla testa, anche per via di due difese non proprio irreprensibili. Ora, in ogni caso, ci si aspetta solo un risultato dall’Inter: la vittoria. E proprio per questo l’incrocio di San Siro si preannuncia particolarmente pericoloso, una trappola che Inzaghi e i suoi devono essere bravi a scansare.

Da una faccia all’altra dell’Italia, dopo l’Inter tocca alla sua rivale storica: la Juventus. I bianconeri, al contrario dei nerazzurri, arrivano con il vento in poppa in Serie A e in generale in questo momento della stagione, come spesso capita alle squadre di Massimiliano Allegri. Il tecnico livornese ha sistemato diverse cose dal punto di vista tattico, anche perché ha recuperato uomini fondamentali per il suo scacchiere offensivo. Dusan Vlahovic sembra rispettare finalmente le attese, anche se non segna ancora in bianconero rispetto a quanto fa con la Serbia. E poi Angel Di Maria, quella magia dalla trequarti in su di cui l’allenatore avrebbe voluto beneficiare fin da inizio anno e che, invece, è stata relegata solo a strappi dagli infortuni e da qualche passo falso di troppo. Certo, ancora Federico Chiesa e Paul Pogba non danno quella continuità fisica che ci si aspettava, ma questo è un caso a parte e sono anche diversi tra loro.

Ciò che pesa di più sulla testa dei bianconeri non sono, di certo, le questioni di campo, anche perché pure il percorso in Europa League rischia di essere bellissimo, ma quelle giudiziarie. Nelle ultime ore, poco prima della ripresa delle ostilità, i media stanno esponendo in prima pagina tutti i rischi che corre la Juventus nei processi che avverranno nelle prossime settimane, in attesa del giudizio del CONI del 19 aprile. Intanto, l’udienza preliminare si è chiusa con un nulla di fatto, ma restare fuori dalle coppe europee è un’evidenza che non è affatto remota e con cui dirigenza, allenatore e calciatori devono fare i conti. Potrebbe pesare molto anche sui conti della società e, quindi, sulle prossime sessioni di calciomercato, anche per questioni di ambizioni.

Massimiliano Allegri seduto in panchina durante una partita della Juventus – Nanopress.it

Contro il Verona, in ogni caso, non ci aspettiamo grosse insidie per i bianconeri, anche se all’andata le cose erano andate bene, ma non benissimo. Gli scaligeri, infatti, hanno dimostrato di essere una squadra solida, compatta e capace di far male a tutti se al massimo della forma. In Veneto era servita tanta forza mentale e anche una buona dose di fortuna alla squadra di Allegri per spuntarla. E ora come andrà? Le certezze rinnovate dell’una, unite alle difficoltà dell’altra, sembrano dar vita a un pronostico scontato. Ma il pallone è rotonda, come diceva un vecchio detto, e sarebbe ingiusto sparare sentenze prima del tempo.

Passiamo, quindi, a domenica dove le partite interessanti non finiscono, anzi probabilmente si arriva al più bello. All’ora di pranzo, ci aspetta, infatti, il match tra Bologna e Udinese, un incrocio che già ora vale molto più per lo spettacolo e per gli amanti della tattica, molto più che per finalità di classifica. Entrambe, infatti, anche se in momenti diversi, hanno vissuto i loro periodi migliori in questa stagione, in cui sono riusciti a macinare un ottimo bottino di punti e portarsi in una zona tranquilla, proprio il posto giusto per restare invischiati nella lotta per retrocedere, ma neppure per ambire all’Europa. I due club, infatti, sono distanti solo un punto e già questo basta per capire che i valori tecnici non sono poi così distanti.

Andando a fondo, si capisce senza troppa difficoltà che neanche le filosofie dei due allenatori sono opposte. Certo, Thiago Motta sta dimostrando in questa stagione di rappresentare una delle novità più calde del nostro calcio. L’ex centrocampista di Inter e PSG, che ha vinto tantissimo da calciatore, ha la mentalità giusta, quella richiesta nel 2023. Il suo Bologna ha ritmo, si schiera a quattro, ma interpreta il modulo in maniera iper-moderna con inserimenti continui dei centrocampisti e le catene sugli esterni che permettono anche al braccetto di difesa di avanzare e creare lo spazio, abbassando gli avversari. Insomma, le squadre offensive ci piacciono e il Bologna è tra queste, anche con qualche risultato eccellente, come la vittoria ai danni dell’Inter che, per molti, sarebbe dovuto essere una sentenza sul lavoro di Inzaghi.

La brutta notizia per Thiago Motta è sicuramente l’assenza di Marko Arnautovic, uno che, soprattutto a inizio stagione, ha dimostrato quanto possa essere importante per il gioco dei rossoblù e per la loro fase offensiva, anche per i tanti gol realizzati, ma che poi è scomparso a causa dei tanti problemi fisici. Per questo, al centro dell’attacco ci sarà ancora Musa Barrow, più mobile, ma anche con molto meno peso all’interno dei centrali avversari.

Dall’altra parte, attenzione a un Udinese che sembra aver ritrovato la verve di inizio stagione e nuovi equilibri difensivi. Nelle ultime quattro partite, infatti, sono arrivati quattro risultati consecutive e gli ultimi due sono state vittorie pesanti. I bianconeri, rispetto ai loro contendenti, sono schierati con la difesa a tre e con un atteggiamento molto più abbottonato. La grossa mancanza, di certo, nell’assetto di Andrea Sottil è quel Gerard Deulofeu capace di svariare su tutto il fronte d’attacco e creare continuamente pericoli per i suoi avversari. Ancora per un po’ non sarà a disposizione e Florian Thauvin non è riuscito a dare l’apporto che ci si aspettava in termini di fantasia.

Sicuramente il rientro di Roberto Pereyra ha già dato un’importante iniezione di fiducia e di tecnica alla squadra e poi tanto dipende dalla condizione di Beto lì davanti. Se il bomber dimostrerà di dare continuità da qui a fine anno, allora i bianconeri potrebbero ulteriormente cambiare marcia, altrimenti si rassegneranno a una metà classifica comunque più che dignitosa e che sa di progetto per il futuro.

Da qui in poi, c’è da trovare scuse e abbracciare il divano e le pantofole per non perdersi neanche un’emozione della domenica di calcio. Alle ore 15.00, infatti, tocca alla Lazio seconda in classifica e in un match affatto facile, forse tra i più interessanti tatticamente di tutto il campionato. I biancocelesti, infatti, sfideranno il Monza in Lombardia e la squadra di Raffaele Palladino non ha alcuna intenzione di fare sconti. I ragazzi di Maurizio Sarri sono stati eliminati da tutte le altre coppe, quindi da qui a fine anno potranno concentrarsi unicamente sul campionato e sul secondo posto che attualmente occupano. Un bel vantaggio rispetto a tutte le altre che intanto dovranno barcamenarsi tra Champions, Europa e Conference League, ma anche con la Coppa Italia, per quanto riguarda Inter e Juventus.

In più, la squadra della Capitale arriva da una vittoria fondamentale nel derby contro la Roma, il secondo su due in stagione e senza subire neanche un gol. Conoscete un’iniezione di fiducia migliore per continuare a vincere? Noi onestamente no. Anche perché era una stracittadina carica di significato che ha permesso di distanziare i giallorossi in classifica e mettere un gradino in più nei crismi della favorita. E poi c’è Sarri, il suo gioco e i campioni che sviluppa: il tecnico ex Napoli è stato bravissimo a plasmare la Lazio a sua immagine e somiglianza con Mattia Zaccagni in forma strepitosa e poi Pedro e Felipe Anderson pronti continuamente a fare male. Domenica dovrebbe tornare in campo anche Ciro Immobile dopo l’infortunio, almeno per uno spezzone di partita.

E se la Lazio non vuole sbagliare in Brianza, lo stesso si può dire degli uomini di Palladino. I rossi non fanno distinzioni: l’obiettivo è sempre andare al massimo, giocare un calcio organizzato, ma offensivo, e permettere agli esterni di esprimersi al meglio nella metà campo avversaria. Su tutti Carlos Augusto, sempre più bravo a garantire corsa, assist e gol sulla sinistra. In avanti, poi, attenzione ad Andrea Petagna, un attaccante forse sottovalutato, ma che in tanti avrebbero voluto anche in Nazionale. Il suo gioco spalle alla porta è fondamentale per innescare gli inserimenti dei laterali e soprattutto per liberare da seconde punte due come Gianluca Caprari e Patrick Ciurria che sono capaci di far male anche dalla distanza.

Insomma, dovranno essere bravi i due difensori centrali della Lazio, Andrea Romagnoli e Nicolò Casale, a blindare ancora una volta la porta di Ivan Provedel, ma se la partita dovesse aprirsi fin dall’inizio allora potremmo vedere un gran numero di gol. E non aspettiamo altro.

Alle 15.00, però, non vanno in scena solo Monza e Lazio. Sì, perché si gioca anche lo scontro salvezza tra Spezia e Salernitana, con la tensione talmente alta che si potrà affettare con il coltello. Entrambe non stanno vivendo un momento di forma esaltante, ma in maniera decisamente diversa. I campani, infatti, arrivano da tre pareggi consecutivi, di cui uno contro il Milan e uno contro il Bologna (comunque una delle squadre più in forma dell’intera Serie A). L’arrivo di Paulo Sousa sembra aver dato una nuova identità e nuovi principi di gioco a una squadra che ha faticato tanto in questa stagione, nonostante tutti i ringraziamenti a Davide Nicola. La Salernitana fa una fatica maledetta a trovare continuità, ora cerca di portare più uomini in attacco e sulla trequarti, tentando di sfruttare le qualità al tiro e all’assist di Antonio Candreva, ma spesso si trova rinchiusa in fase difensiva, senza la capacità di dominare e orchestrare il gioco per tutta la partita.

La nota più lieta è sicuramente rappresentata da alcuni dei talenti che Sousa ha a disposizione e che continuano a esprimere un calcio di alto livello. Il primo, e forse il più importante, della lista è Boulaye Dia, un attaccante che ha avuto un impatto devastante sul nostro campionato e che riesce a far male alle difese che si trova davanti con un concentrato strepitoso di potenza fisica, fiuto per il gol e velocità. È sicuramente lui l’uomo che lo Spezia deve tenere d’occhio, anche perché i bianconeri sono indietro di tre punti rispetto alla diretta avversaria e partono, quindi, con uno svantaggio considerevole. La corsa, però, è sul Verona terz’ultimo, non dimentichiamolo e, quindi, anche un pareggio alla fine potrebbe stare bene a entrambe, per allungare un altro pochino nel caso in cui i gialloblù dovessero perdere contro la Juventus.

Passando ai liguri, invece, ci si aspetta sicuramente maggiore efficacia offensiva. Se i gol subiti sono in media con quelli delle squadre che lottano per non retrocedere, lo stesso non si può dire di quelli realizzati che sono solo 23, contro i 31 della Salernitana, per esempio. Il problema dei bianconeri sono le fonti di gol. M’Bala Nzola sembra sempre più spesso predicare nel deserto ed entra praticamente in tutte le azioni da rete dei suoi. Una dipendenza che sta mettendo in luce le qualità di uno dei migliori bomber del campionato, ma che non basta a stare ancora tranquilli. Anche perché stavolta la punta non potrà esserci per squalifica e, per forza di cose, lo Spezia è chiamato a una prestazione corale per far male ai campani. Il pericolo di uscirne sconfitti è alto e per questo potrebbe dominare la paura: onestamente, speriamo di no, soprattutto per una questione di spettacolo.

Alle 18.00, il nervosismo, la grinta e l’ambizione della Roma torna in campo, questa volta contro la Sampdoria. Il derby ha lasciato degli strascichi non indifferenti nella squadra della Capitale. Le polemiche e gli sfottò contro la Lazio si sono tradotti nel peso delle squalifiche. Mourinho, infatti, dovrà fare a meno di Bryan Cristante, Gianluca Mancini, Marash Kumbulla e Roger Ibanez, motivo per cui, almeno in difesa, le scelte saranno obbligate. Si rivedrà Zeki Celik in posizione più arretrata e anche Diego Llorente, non proprio due dei più schierati dallo Special One in questa stagione. Nel cuore della retroguardia resta, invece, la certezza costituita da Chris Smalling, anche quest’anno uno dei più brillanti dei suoi. Sicuramente il più solido.

Paulo Dybala esulta dopo il gol al Sassuolo in campionato – Nanopress.it

Le buone notizie, invece, arrivano in attacco per il tecnico ex Inter e Porto. Beh, Paulo Dybala, nonostante le voci su un problema fisico accusato in settimana, sarà della partita e partirà dal primo minuto. Stesso discorso vale per Lorenzo Pellegrini, che ha anche giocato da titolare in Nazionale contro l’Inghilterra, autore anche di un grande assist per la rete di Mateo Retegui. L’unico vero ballottaggio di formazione è quello relativo la punta centrale, visto che non c’è ancora certezza su chi verrà scelto tra Tammy Abraham e Andrea Belotti, anche se l’inglese è favorito.

Di certo, la macchina di Mourinho ora non può più incagliarsi in campionato. I giallorossi sono distanti solo un punto dal quarto posto occupato dal Milan, ma hanno perso le due ultime partite giocate: un campanello d’allarme che è iniziato a suonare soprattutto a cavallo degli impegni europei, ma ora disegnano una classifica pericolosa e che bisogna rimpolpare al più presto.

Non sarà sicuramente una passeggiata di salute contro la Sampdoria, anche se non è la migliore Sampdoria. I blucerchiati hanno messo in fila una serie importanti di risultati deludenti per tutta la stagione, ma con la vittoria dell’ultimo turno sono riusciti a scorgere almeno un bagliore di luce. Qualche reazione la sta dando anche l’attacco, di gran lunga il peggiore della Serie A con solo sedici gol realizzati, ma che è riuscito a gonfiare la rete due volte contro la Juventus. Di certo, molte delle speranze offensive di Dejan Stankovic sono affidate a Manolo Gabbiadini, sicuramente il miglior giocatore in rosa per qualità.

L’allenatore serbo, però, deve fare i conti con tante assenze. Si parte dalla porta, visto l’infortunio di Emil Audero, pesante anche per il gruppo. Poi la lista è lunga: Conti, De Luca, Pussetto ma anche Nuytinck che aveva dato buone risposte nelle ultime partite, ma che non ci sarà, perché squalificato. La Samp deve aggrapparsi alle ultime energie mentali e fisiche per centrare un obiettivo salvezza che sarebbe un miracolo a questo punto della stagione. La Roma, però, non ha meno motivazioni e, proprio per questo, potremmo vedere un match bloccato, arcigno e con tanta cattiveria agonistica, soprattutto se i giallorossi non dovessero riuscire a sbloccare subito la partita.

Ed eccoci arrivati allo scontro più pesante della giornata, quello che da sempre chiamiamo big match o forse i nostri nonni partita di cartello, ma poco importa. Napoli e Milan si sfidano per le ambizioni di classifica, sì, ma anche per conoscersi meglio, come fa chi si dovrà scontrare per qualcosa di molto più importante poco dopo. In questo caso, neanche a farlo a posta, il calendario ci ha giocato proprio un bel tranello, perché l’arrivo di una partita del genere a pochi passi dal doppio confronto tutto italiano di Champions League sembra uno scherzo del destino non indifferente.

Chi arriva meglio all’incrocio delle 20.45 è sicuramente la squadra di Luciano Spalletti, neanche a dirlo. La questione scudetto sembra ormai archiviata per i partenopei e con largo anticipo: a inizio anno, probabilmente non l’avrebbe pronosticato nessuno, ma ora tutti sembrano dimenticarlo. Un vantaggio non scontato, dato che solo Inter e Lazio sono riusciti a mettere veramente in difficoltà i campani quest’anno sotto il profilo del gioco. La sosta per le Nazionali sembrava essere passata liscia per il tecnico di Certaldo, ma in realtà, proprio oggi, è arrivata la notizia dell’infortunio di Victor Osimhen, per cui il tecnico non ha la possibilità di schierare la miglior formazione possibile contro i rossoneri e trema anche in vista della Champions League. Il centravanti dei partenopei, dopo le fatiche con la nazionale nigeriana, ha infatti riportato una lesione distrattiva all’adduttore della gamba sinistra. Davanti, non dubitate in questo caso, ci sarà sempre Khvicha Kvaratskhelia, il miglior giocatore per rendimento dell’intero campionato, proprio insieme al nigeriano, e che non ha alcuna intenzione di fare sconti anche alla squadra di Stefano Pioli. Né ora, né nel prossimo futuro.

Victor Osimhen ha riportato un infortunio muscolare e non ci sarà contro il Milan – Nanopress.it

Per il Milan, la situazione è decisamente diversa e soprattutto il momento. È vero, il risultato conseguito in Champions League è stato strepitoso, ma in campionato le cose non vanno bene. Al momento, dopo lo scudetto di solo un anno fa, il Diavolo è al quarto posto e con il rischio concreto di perderlo questa giornata se non dovesse fare bottino pieno. In più, in difesa i problemi sono sempre più forti, vista l’assenza per infortunio di Pierre Kalulu, elemento essenziale per schierare la retroguardia a tre che a febbraio ha dato buoni risultati a Pioli. Già a marzo, però, si è rivisto quel Milan sbiascicato, farraginoso, con poche idee dal centrocampo in su e una difesa fragile. Il ko contro l’Udinese è stata l’immagine di tutti i problemi della squadra che, quindi, dovrebbe tornare all’antico e rispolverare Davide Calabria come terzino destro e Simon Kjaer come centrale nella difesa a quattro. Le grosse risposte, però, si aspettano dall’attacco e in particolare da Rafael Leao.

Il portoghese ha fallito un rigore in Nazionale e non sembra vivere il suo momento di forma migliore, per nulla. Nel 2023 si è visto poco o nulla del calciatore capace di asfaltare qualsiasi avversario gli si ponesse davanti sulla sua fascia sinistra, in combo con Theo Hernandez. Pesano il rinnovo di contratto che non è ancora arrivato, una condizione mentale e fisica non eccellente, ma ora è necessaria una reazione per dimostrare di essere al livello dei migliori. Anche per avvertirli che in Champions League non sarà la passeggiata che si aspettano.

Se la domenica si chiude con il botto, ci sono comunque due partite di lunedì che vale la pena seguire. Alle 18.30, infatti, si gioca Empoli-Lecce, un match tra grandi deluse, almeno in questa fase della stagione. Infatti, entrambe si erano conquistate il diritto ad avere una salvezza tranquilla, ma poi hanno dovuto fare i conti con una mancanza di forma, probabilmente anche di motivazioni, che li ha fatti ripiombare in una posizione non troppo sicura, anche se sono avanti di otto e nove punti dal Verona. In ogni caso, anche per questioni di orgoglio sportivo e voglia di reazione, chi delle due dovesse fare bottino pieno avrebbe la spinta da qui a fine anno, l’altra sarà costretta a leccarsi le ferite e fare qualcosa di più. Un peccato, perché entrambe quest’anno sono riuscite a mettere in evidenza un gran bel calcio.

L’Empoli, infatti, esattamente rispetto a quanto avveniva un anno fa, ha dato il meglio nella prima parte dell’anno mettendo in evidenza campioncini praticamente in tutti i reparti. Ormai è quasi superfluo sottolineare quanto sia bravo Guglielmo Vicario, un portiere giovane, italiano e che ora mezza Europa ha sottolineato sul suo taccuino, anche se stavolta non sarà della partita. L’ha fatto anche l’Inter, visto che si parla dell’estremo difensore per sostituire André Onana, in caso di partenza dell’ex Ajax. Lo stesso discorso lo si può fare con talenti come Tommaso Baldanzi e Fabiano Parisi, il secondo più in odore di big, ma che hanno la spregiudicatezza e le qualità per riuscire a far male a tutti. Il Lecce dovrà stare attento soprattutto a loro, mentre dal punto di vista tattico le due squadre sono schierate quasi in maniera speculare, cambiano solo i movimenti dei tre uomini offensivi.

Dall’altra parte, nonostante in molti siano evidentemente calati in questa parte di stagione, non si può dare al Lecce del morto che cammina, anzi. Probabilmente la pausa per le Nazionali era proprio ciò che serviva ai pugliesi per ritrovarsi e ritrovare soprattutto quella fantasia offensiva che ha trascinato per lunghi tratti quest’anno. Gabriel Strefezza nelle ultime uscite proprio non è riuscito a entrare in partita, dopo mesi in cui ha fatto il bello e il cattivo tempo sulla trequarti. E realizzando anche un bottino di gol notevole per i suoi. Davanti, invece, sarà data con ogni probabilità un’altra speranza a Lorenzo Colombo. La punta, giovane e di belle speranze su cui il Milan tiene i suoi occhi ben puntati, però, deve dimostrare di poter dare anche un certo peso in zona gol che forse è il fondamentale che più gli è mancato quest’anno. A ranghi pieni comunque la possibilità di scelta non manca al Lecce e chissà che Federico Baschirotto non possa tornare a regalare gioie anche in attacco, dopo le tante cose belle che è riuscito a fare quest’anno. Lui è insostituibile.

Il programma della 28esima giornata si chiude, quindi, di lunedì sera con un’altra partita estremamente interessante per il gioco, ma non per la classifica. Sassuolo e Torino si sfidano, perché è bello così: è bello confrontare due filosofie di calcio diverse e vedere chi ne esce vincitore e chi avrà soddisfatto di più il pubblico. I padroni di casa sono sicuramente in un buon momento di condizione, probabilmente il migliore della stagione fino a questo momento. Il merito è soprattutto dell’attacco: Domenico Berardi è sicuramente l’uomo fondamentale per cambiare il passo offensivo della squadra e anche per dare i colpi giusti, quelli che servono per andare in gol. L’esterno d’attacco, dopo i tanti problemi fisici patiti quest’anno, ora è tornato in forma smagliante e capace di portare regolarmente in dote gol e assist. Poi, dall’altra parte, c’è anche un Armand Laurientè che si sta rivelando eccezionale nel dribbling uno contro uno e anche nel fiuto con il gol. Insomma, un cocktail ben mixato che ora sta pian piano ritrovando il miglior Andrea Pinamonti, l’unico tassello che manca per far tornare l’attacco letale come un anno fa, anche senza Gianluca Scamacca e Giacomo Raspadori.

Il 4-3-3 del Sassuolo, però, deve fare i conti con la difesa a tre e il sistema tattico di Ivan Juric. Il tecnico granata ha dato un’impronta ben precisa ai suoi da anni ed è quella che permette ai piemontesi di non sfigurare praticamente con nessuno nell’arco della stagione. Gli uomini del Torino coprono alla grande tutte le linee di passaggio, si mettono in mezzo e senza portare troppa gente nella propria area di rigore. Insomma, non proprio un gioco da ragazzi per i neroverdi, soprattutto se i tre in mezzo di Alessio Dionisi dovessero restare imbrigliati tra le maglie granata.

Ciò che sbilancia, almeno sulla carta, questa partita è sicuramente il fattore legato agli infortuni e alle assenze. Se nel caso dei padroni di casa, è Muldur l’unico assente (e non è una novità), la lista di Juric è molto più lunga. Non ci saranno per infortunio Ola Aina, Ilic, Zima, Berisha, Miranchuk e Karamoh e gli ultimi due erano stati importantissimi nell’ultimo periodo per creare occasioni da gol o andare direttamente in gol, soprattutto il trequartista che ha dato certamente più continuità durante tutto il corso dell’anno rispetto all’ex attaccante dell’Inter.

Ci aspettiamo sicuramente una partita aperta e in cui entrambe cercheranno di dare tutto per raggiungere l’obiettivo, ma in cui i granata cercheranno di concedere il meno possibile dietro per poi affidarsi ad Antonio Sanabria. La punta ha dimostrato grandi miglioramenti nel corso dell’anno, passando dall’essere un attaccante di manovra niente male a un bomber quasi infallibile e che ha aumentato di tanto i suoi numeri realizzativi. L’attacco del Sassuolo dovrà fare i conti anche con Perr Schuurs, un giovane difensore che è già in odore di Nazionale olandese e che ha mostrato in questa stagione tante qualità nella gestione della partita e dei suoi momenti, con grande intelligenza tattica e fisicità. Vedremo se anche in questo caso ci regalerà altre perle e tornerà a occupare le prime pagine dei quotidiani di calciomercato. Ma quello, in realtà, è successo anche negli ultimi giorni. Sassuolo-Torino comunque è il dolce a cui non si può dire no, e chissà se sarà davvero buono come ci si aspetta.

Dove vedere tutti i match della 28esima giornata di Serie A: da Inter-Fiorentina a Napoli-Milan

La piattaforma di streaming DAZN ha in esclusiva tutta la Serie A – Nanopress.it

Il programma, quindi, è ricco e per tutti i gusti e perderselo quasi non è ammissibile per i veri appassionati. Proprio per questo, di seguito facciamo il punto su dove vedere tutte le partite e illustrandovi quali sono i match che andranno in onda su Sky. La giornata numero 28 si svilupperà nei giorni tra il 1 aprile e il 3. Come ogni settimana, tutte le partite saranno visibili sulla piattaforma di streaming DAZN, mentre sono tre le gare che andranno in onda tramite la società di telecomunicazioni fondata da Rupert Murdoch. Si tratta di Juventus-Verona, in programma sabato sera alle 20.45, e poi Bologna-Udinese, che si giocherà domenica alle 12.30, e Sassuolo-Torino che chiuderà il programma del turno lunedì sera alle 20.45. Vi ricordiamo, infine, che le partite trasmesse in esclusiva su Dazn saranno disponibile anche sul canale Zona Dazn di Sky, un servizio che da tempo viene riservato agli abbonati. Per chi volesse seguire le dirette streaming, invece, basterà collegarsi al sito ufficiale di Dazn da app mobile, ma anche su SkyGo e NowTV, nel caso in cui si preferisse questo tipo di servizio.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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