Il finale non è ancora stato scritto sulla Serie A, soprattutto su tutti gli obiettivi che ancora resistono e sono in cantiere, ma la 32esima giornata più di tutte le altre potrebbe essere quella della storia, sicuramente per il Napoli. I partenopei, infatti, hanno il primo match point e se lo giocano contro la Salernitana, in un derby campano ad alta tensione per una rivalità storica e per tutto quello che è successo negli ultimi giorni. Allo stesso tempo, però, serve che l’Inter batta o pareggi contro la Lazio a San Siro e questo, dal punto di vista tecnico è sicuramente il match più interessante. Senza offesa per un altro match di cartello del weekend, quello tra Roma e Milan allo stadio Olimpico: chi perde rischia di perdere il treno per la Champions League. A chiudere la giornata ci penseranno Bologna e Juventus con i bianconeri che hanno l’assoluta necessità di vincere per lasciarsi la crisi alle spalle.
Quando il gioco si fa duro, la capolista comincia a festeggiare. Sì, perché i riflettori non possono che essere puntati sul Napoli alle porte della 32esima giornata di Serie A e nonostante i grandi scontri diretti che il calendario ci ha regalato per questo turno e che conoscevamo da tempo. La prospettiva del terzo scudetto della storia dei campani, però, sta annullando anche questi, ma non del tutto. La corsa per la qualificazione alla prossima Champions League, in attesa delle coppe, sta vivendo giorni cruciali: tra Inter-Lazio e Roma-Milan, in un incrocio tutto tra Roma e Milano c’è chi resterà delusa e chi soprattutto si allontanerà definitivamente dall’obiettivo di una stagione intera. Da non sottovalutare la Juventus che, in attesa di capire quale sarà la decisione della Corte d’Appello Federale sulla penalizzazione, deve tornare a vincere e convincere contro il Bologna.
Arrivati alla 32esima giornata di Serie A, i destini sono pronti per essere scritti, gli atti decisivi anche e senza più guardarsi indietro per riparare quel che è stato o quello che sarebbe potuto essere. È così che il Napoli, quella forza atomica che quest’anno, almeno in Italia, è caduta solo tre volte e ha spazzato via qualsiasi compagine si ponesse sul suo cammino, è lì a sfiorare una coppa che manca da decenni. Un traguardo che merita certamente l’aggettivo storico, ma che, per entrare in bacheca, ha certamente bisogno di un piccolo favore da parte dell’Inter che dovrà fermare la Lazio.
La giornata, però, inizia con altro e con il match dei partenopei è stato spostato a domenica per ragioni di ordine pubblico. Lecce e Udinese si sfidano in momenti e obiettivi decisamente differenti e con la consapevolezza di avere una forza propulsiva sul campo che non può essere la stessa. I pugliesi arrivano da un momento di forma per nulla buona, con una serie di sconfitte e risultati negativi che farebbe impallidire chiunque. Ovviamente, dopo tante settimane a bocca asciutta, anche il vantaggio accumulato grazie a un inizio di stagione esaltante e in cui la squadra ha dimostrato fin da subito di avere una grinta e delle qualità ben precise.
Ora i pezzi forti del repertorio sembrano un po’ in crisi (o forse in calo fisico), mentre i difetti che già c’erano sono sempre più evidenti. L’intensità che aveva fatto la fortuna dei giallorossi non c’è più, neppure quella grinta che permetteva alla difesa di salvare la porta e ai centrocampisti di fare filtro e far ripartire l’azione. Elementi come Gabriel Strefezza e Federico Baschirotto, di cui vi abbiamo parlato in positivo per settimane, non riescono a brillare più come prima, ma sono gli ultimi che stanno abbandonando la nave, tentando comunque di giostrare le varie fasi di gioco con azioni individuali di rilievo.
Contro l’Udinese, però, servirà altro per farla franca, vista la condizione che i bianconeri hanno palesato nell’ultimo periodo. I friulani, infatti, nell’ultimo turno hanno schiantato la Cremonese e con un centrocampo capace di fare il bello e il cattivo tempo contro i lombardi, contro cui la pratica si era chiusa dopo solo un tempo. Davanti a Falcone comunque i padroni di casa si presenteranno sempre con la difesa a quattro formata Gendrey, Baschirotto, Umtiti e Gallo, senza grosse sorprese rispetto alle premesse e a quanto avvenuto nella maggior parte del 2023.
Marco Baroni, poi, potrebbe riproporre il trio di centrocampo con Blin sul centro-destra, Hjulmand da regista puro e Oudin sul centro-sinistra. In attacco, dovrebbero esserci dei grandi ritorni dal primo minuto con Strefezza che torna in campo dopo la panchina contro il Milan, Colombo che dovrebbe essere preferito come punta centrale e a sinistra Banda che ha messo in crisi i rossoneri con le sue accelerazioni, soprattutto nel primo tempo, e stavolta potrebbe essere preferito a Di Francesco. Il ballottaggio tra i due dovrebbe restare comunque aperto fino alla fine, esattamente come quello tra Colombo e Ceesay, ma con l’italiano che, a questo punto, sembra nettamente in vantaggio.
L’Udinese si avvicina, invece, al match come la squadra che non ha più così tanto da chiedere al campionato e a tutta la stagione. Conquistata la posizione della sicurezza e con la Conference League troppo lontana per sperarci, i friulani vanno a caccia di spettacolo e di nuove sicurezze per affrontare al meglio il prossimo anno, con qualche consapevolezza in più. Per questo, Andrea Sottil sembra avere le idee abbastanza chiare sulla squadra che scenderà in campo contro il Lecce. In porta è confermato Silvestri e davanti a lui la linea a tre con Becao, Bijol e Perez. Il centrocampo, invece, è a cinque più uno, dato che Pereyra agirà in posizione avanzata a ridosso di Beto. Da desta a sinistra solo certezze con Ehizibue, Lovric, Walace, Samardzic e Udogie, alle ultime partite con la maglia dei friulani prima del trasferimento al Tottenham. A proposito di Samardzic, in rete nell’ultimo turno, è ampiamente favorito per ripartire dal 1′, ma occhio anche alle candidature di Arslan e Thauvin che potrebbero avere un’altra occasione, ma anche con diverse caratteristiche tecniche.
Alle 20:45, poi, andrà in scena quella che, a inizio stagione, poteva avere il sapore della sfida salvezza, ma che ora lo è solo per lo Spezia di Leonardo Semplici, a solo un punto di distanza dalla zona retrocessione e quindi dal terzultimo posto dell’Hellas Verona. Non è un momento semplice, ovviamente, per i liguri, che non vincono una partita dalla serata magica di San Siro contro l’Inter. Da quel 10 marzo, quindi più di un mese fa, sono arrivati tre pareggi, l’ultimo nel derby contro la Sampdoria (che per altro è messa peggio dei conterranei) e due sconfitte, e neanche prima le cose erano andate così bene.
Giocare in casa, anche contro il Monza super tranquillo, ma anche super agguerrito – e ne sanno qualcosa sia i nerazzurri di Simone Inzaghi, sia la Fiorentina, per non citare che gli ultimi a essere caduti nella tela costruita ad arte da Raffaele Palladino – non è semplice. Non lo è perché, appunto, i brianzoli vogliono continuare a stupire nella loro prima stagione nel massimo campionato e soprattutto vogliono dimostrare di poter fare la voce grossa anche lontano dall’U-Power Stadium, ma anche perché l’Alberto Picco non ha portato granché fortuna agli aquilotti, che finora hanno collezionato otto pareggi e cinque sconfitte davanti al pubblico amico.
Da tenere d’occhio, tra le fila degli spezzini, c’è sicuramente Daniele Verde, che contro i blucerchiati è riuscito a salvare la squadra, permettendogli di portare a casa almeno un punto dallo stadio di Marassi, ed è anche l’uomo che più ha levato le castagne dal fuoco all’ex Cagliari, mettendo a segno tre gol nei primi 40 minuti di gioco. Dall’altra parte, invece, il capitano Matteo Pessina, uno dei migliori in campo contro l’Inter, e autore del gol (su rigore) che ha di fatto ribaltato il risultato contro i Viola di Vincenzo Italiano, consentendo al Monza di avvicinarsi ancora di più a un sogno chiamato Europa, in realtà molto difficile da realizzare per le tante squadre ammassate in quella posizione di classifica.
Quanto alle statistiche, poi, quelle non vanno a favore dei padroni di casa: gli ospiti, infatti, non hanno mai perso contro le ultime cinque del campionato (hanno piuttosto portato a casa quattro vittorie e un pareggio) e anche all’andata, quando da poco era arrivato sulla panchina del club di Silvio Berlusconi il giovane allenatore campano, ad avere la meglio erano stati proprio con la rete di Carlos Augusto (rivelatosi poi uno dei migliori esterni della Serie A) e Pablo Marì. Ed entrambi ci saranno anche al ritorno.
Per quanto riguarda le formazioni e l’assetto tattico, vedremo un 4-3-3 sfidarsi con un 3-4-2-1 e, quindi, per definizione una partita interessante, in cui bisognerà capire chi prevarrà tra gli esterni alti di Raffaele Palladino e le catene laterali dei bianconeri. Stavolta, i brianzoli dovrebbero tornare a schierare una prima punta pesante, di ruolo, dal primo minuto con Petagna che resta favorito su Gytkjaer per un posto. Questo porterà Palladino a scegliere tra Colpani e Caprari, con il primo che potrebbe avere un’altra grande occasione di mettere in evidenza il suo talento.
Nello Spezia, invece, i dubbi sono un po’ di più, già a partire da chi giocherà tra i pali. Dragowski, infatti, è in lizza con Zoet e alla fine potrebbe avere la meglio in uno scontro decisivo per la salvezza dei suoi. Ricordiamo, inoltre, che in attacco non ci sarà Nzola per infortunio e al suo posto Semplice dovrebbe scegliere una coppia leggera formata da Shomurodov e Gyasi. L’altro dubbio di formazione è certamente quello in mezzo al campo, con Agudelo in ballottaggio con Esposito per una sola maglia. Dopo il gol realizzato nell’ultimo turno, attenzione anche a Verde che potrebbe partire dal primo minuto come trequartista puro. I bianconeri si giocano tantissimo tra le mura amiche e, proprio per questo, non sono ammessi errori per chi entrerà anche a partita in corso. Che, a questo punto, recuperarli è sempre più difficile.
Con la decisione ufficiale di rinviare a domenica la partita tra Napoli e Salernitana, che potrebbe valere il terzo scudetto per i partenopei, il primo match ad andare in scena nel pomeriggio di sabato sarà quello ad alta classifica tra la Roma di José Mourinho e il Milan di Stefano Pioli, appaiate a 56 punti, e quindi una con un piede dentro la prossima edizione della Champions League, una con un piede fuori.
Certo, non è solo da questo scontro diretto che entrambe le squadre potranno giocarsi l’accesso alla coppa dalle grandi orecchie, e questo sia perché mancherebbero ancora tante partite decisive del nostro campionato, ma anche perché tutte e due si stanno giocando un’entrata in una finale europea: i rossoneri, si sa, se la vedranno contro i cugini dell’Inter in semifinale di Champions come vent’anni fa, i giallorossi, invece, dovranno superare l’ostacolo Bayer Leverkusen per arrivare alla Puskas Arena e magari ripetere le gesta dell’anno scorso, a Tirana, quando nei fatti è arrivato il primo trofeo internazionale.
Con la mente un po’ in Europa, e a quei palcoscenici così importanti, la sfida delle 18 sarà comunque importantissima, anche perché all’andata aveva dato il là a una crisi di risultati dei campioni d’Italia che era durata un bel po’, fino più o meno alla partita con la Lazio, sempre dell’Olimpico, in cui i biancocelesti ne rifilarono quattro al Milan.
È tutta un’altra cosa, ora, siamo onesti, lo è perché gli ospiti hanno perso punti fondamentali per la corsa al quarto posto e non vogliono più farlo, lo è perché si è riusciti a battere i partenopei nella doppia sfida degli ottavi del primo torneo Uefa, lo è perché, alla stessa maniera, anche gli uomini dello Special One hanno fatto dei passi falsi, lo è perché nella Roma ci sono assenze pesanti come quella di Chris Smalling, di Georginio Wijnaldum e forse di Paulo Dybala di cui tener conto. La Joya ha subito un bruttissimo colpo da Palomino nell’ultimo turno, ma i controlli hanno escluso qualsiasi tipo di complicazione. Sicuramente la sua gestione dovrà essere oculata, anche per via dei tanti impegni che attendono la Roma nelle prossime settimane. Infatti, con ogni probabilità l’argentino finirà in panchina in favore di Stephan El Shaarawy che, invece, dovrebbe iniziare la partita al fianco di Lorenzo Pellegrini e alle spalle di uno tra Andrea Belotti e Tammy Abraham. La difesa, invece, è praticamente obbligata per José Mourinho e vedrà la linea a tre composta da Mancini, Kumbulla e Ibanez.
La risposta del Milan è molto meno complicata. È vero, anche i rossoneri stanno vivendo un periodo congestionato e ricco di impegni in calendario, ma non hanno grossi infortuni, almeno nei titolarissimi, e in settimana è arrivata un’altra ottima notizia: il recupero di Olivier Giroud dopo il problema accusato in Champions League. Il francese sarà, quindi, stabilmente al centro dell’attacco e, per il resto, Stefano Pioli dovrebbe confermare in toto la formazione che ha superato il Napoli nel doppio confronto europeo.
Al centro della difesa, infatti, dovrebbe tornare Simon Kjaer, con Pierre Kalulu inizialmente in panchina, tra Davide Calabria e Fikayo Tomori, mentre a sinistra è inamovibile Theo Hernandez. La sorpresa più grande potrebbe arrivare in mezzo al campo, dove Ismael Bennacer potrebbe essere schierato ancora da finto trequartista, davanti a Sandro Tonali e Rade Krunic. Neanche a dirlo, sono certi del posto Brahim Diaz e Rafael Leao, due che nell’ultimo periodo sono tornati ad altissimi livelli e vogliono confermarsi in un big match che vale una stagione e un bel pezzo della qualificazione alla prossima Champions League.
Il sabato, però, non finisce qui, perché alle 20.45 c’è un altro scontro interessante e, anche in questo caso, con vista sull’Europa. L’Atalanta, infatti, va a Torino a caccia di tre punti che sarebbero fondamentali per proseguire la rincorsa verso il quarto posto e con le altre che sono pronte a sfidarsi tra di loro: qualcuno perderà per forza delle unità fondamentali o che potrebbero rivelarsi tali da qui alla fine della stagione. Entrambe le squadre stanno parecchio bene, comunque, e l’hanno dimostrato certamente nell’ultimo turno di Serie A. I bergamaschi, infatti, nel posticipo del lunedì hanno avuto la meglio di una Roma stanca con una prestazione totale, convincente e che ha finalmente permesso di recuperare ai ragazzi di Gian Piero Gasperini quella verve realizzativa che è fondamentale per raggiungere i grandi obiettivi. Al Torino, però, forse è andata ancora meglio: i granata hanno vinto contro la Lazio, una delle squadre più in forma del campionato, grazie a un tiro dalla distanza di Ilic, ma con una partita interpretata alla perfezione dal punto di vista tattico.
Probabilmente (e non esageriamo) la sfida diretta per entrambe potrebbe essere anche più difficile. Nerazzurri e torinesi giocano in maniera simile, tutte e due con la difesa a tre e con gli esterni a tutta fascia che sono chiamati a una fase di spinta costante, ma anche a prestare particolare attenzione alla fase difensiva. È chiaro che entrambe dovranno vincere quanti più duelli possibile e lavorare bene con i trequartisti per entrare nelle maglie chiuse della retroguardia avversaria, ma non sarà facile prevalere con continuità in quelle zone del campo.
Le ultime vittorie, però, per entrambe non sono che rondini che non fanno primavera, o meglio che hanno bisogno di continuità per capire da che parte si vuole andare.
Con il dubbio dei punti che effettivamente potrà avere la Juventus a fine campionato (non tanto su quelli che guadagnerà, ma quelli che potrebbe perdere per le penalizzazioni sul caso plusvalenze e sulla manovra stipendi), sia ai granata, sia ai bergamaschi potrebbe far comodo conquistarne qualcuno in più degli altri per provare a tornare in Europa, e nella fattispecie almeno per la Conference League.
La distanza tra le due squadre, ora, è di dieci punti, con gli ospiti nettamente in vantaggio, e già (quasi) sicuri di essere di nuovo dentro il calderone delle competizioni Uefa (anche se, in realtà, tutto dipenderà da come andranno le italiane in semifinale e chi vincerà la Coppa Italia tra Inter e Fiorentina, oltre che dalle decisioni della giustizia sportiva per i bianconeri), ma proprio da questa partita potrebbe partire la rimonta e addirittura il sorpasso del Torino o della conferma se si parla dell’Atalanta, che è a due punti dall’Inter e non ha ancora recuperato Ademola Lookman, il suo capocannoniere e in passato volenteroso di levare lo scettro di bomber della Serie A al suo connazionale, che è ancora alle prese con un infortunio muscolare.
Qualche dubbio di formazione, quindi, ancora permane per tutte e due le squadre, anche se la maggior parte delle scelte sembrano già fatte. Partiamo dal Torino che, di fronte al solito Milinkovic-Savic, potrebbe dare un’opportunità a Gravillon dal primo minuto al posto di Djidji. A completare il pacchetto difensivo, ci sono anche Schuurs e Buongiorno, ormai inavomibili, come lo sono Ricci e Ilic in mezzo al campo quando stanno bene. Rodriguez potrebbe essere avanzato a sinistra, da esterno puro, dall’altra parte, invece, ci sarà regolarmente Singo. Poche novità in attacco rispetto alle ultime uscite con Vlasic e Radonjic che agiranno alle spalle di Sanabria, unica punta e sempre più epicentro che fa girare l’intera manovra offensiva di Juric.
L’Atalanta, invece, come vi abbiamo detto, dovrà ancora fare a meno di Lookman e, quindi, confermerà con ogni probabilità uno Zapata in crescita al centro dell’attacco. Anche stavolta, al suo fianco dovrebbe esserci Hojlund con Muriel inizialmente in panchina. Gasperini potrebbe continuare la rotazione dei suoi portieri con Sportiello pronto a occupare un posto da titolare e con Musso out. Per il resto, sono poche le sorprese: Ederson potrebbe tornare a sedersi in panchina e con Mario Pasalic pronto a strappare un posto da titolare dopo il gol realizzato contro la Roma. La difesa è quella titolare con Djimsiti, Toloi e Scalvini, mentre a centrocampo agiranno Zappacosta, Koopmeiners, de Roon e Maehle. Di sicuro ci aspettiamo tanto da quest’anticipo serale, soprattutto due prestazioni in linea con le ultime e che potrebbero dare vita a uno scontro parecchio equilibrato.
Dopo un sabato che si preannuncia comunque scoppiettante, tocca a una domenica che potrebbe regalare emozioni uniche ai protagonisti in campo. Si parte alle 12.30 con un confronto già decisivo per la corsa alla prossima Champions League, quello tra Inter e Lazio. I nerazzurri sembrano essersi finalmente lasciati alle spalle la crisi di gioco e di prestazioni vissuta in Serie A, dopo una cavalcata meravigliosa in Champions League che ha portato all’eliminazione del Benfica e alla conquista della semifinale contro il Milan. E non solo, perché intanto la Beneamata è tornata anche a vincere in campionato, dove i milanesi si sono disfatti dell’Empoli con un tondo 3-0 e hanno anche mandato a casa la Juventus in Coppa Italia conquistando una straordinaria finale e permettendosi di difendere il titolo conquistato lo scorso anno.
Allo stesso tempo, c’è da fare appello alla gestione delle energie in un calendario che per i nerazzurri è il peggiore in assoluto. Anche per questo motivo, Simone Inzaghi si è trovato a lasciare per strada tanti punti fondamentali e contro avversari sulla carta più deboli. È clamoroso pensare che l’Inter arrivi tra le sconfitte consecutive in Serie A tra le mura amiche e senza riuscire a realizzare neppure un gol. Un trend che deve assolutamente essere cancellato, ma non sarà affatto facile farlo con una Lazio che sa il fatto suo e si è meritata di essere la seconda forza del campionato.
La sconfitta contro il Torino non deve ingannare sul reale valore dei biancocelesti che si sono guadagnati il distacco che hanno sull’attuale concorrenza per un posto in Champions League e l’hanno fatto sulla via del gioco, ma anche blindando una difesa che solo un anno fa concedeva molto di più e, invece, ora è diventata un baluardo difficile da superare, soprattutto con le penetrazioni centrali. Certo, nelle fasi decisive della stagione e con un solo impegno a settimana, ai ragazzi di Maurizio Sarri è richiesto il massimo impegno nella partita di domenica per tentare di strappare il massimo in quel di San Siro e dopo il successo conquistato all’andata contro l’Inter.
Entrambi gli allenatori hanno qualche dubbio di formazione, ma i nerazzurri un po’ di più, appunto per una questione di riposo e rotazioni. In porta ci sarà ancora André Onana, mentre nella linea difensiva non dovrebbero esserci novità con Matteo Darmian, Francesco Acerbi e Alessandro Bastoni chiamati a fermare alcuni degli attaccanti migliori del campionato. La linea di centrocampo è ancora quella a cinque con Dumfries in crescita e presente a destra e Dimarco sul lato opposto. Le vere novità arrivano in mezzo al campo, dato che Barella e Calhanoglu potrebbero riposare, visti i piccoli acciacchi patiti in Coppa Italia, e al loro posto dovrebbero esserci Gagliardini e Brozovic. In attacco, dopo aver vissuto la semifinale contro la Juventus in panchina, tornerà Romelu Lukaku al centro dell’attacco e al suo fianco è aperto il ballottaggio tra Lautaro Martinez e Edin Dzeko, ma con l’argentino che resta ancora favorito.
La risposta della Lazio è non stravolgere per nulla un’identità che fino a questo momento ha pagato dei dividenti altissimi. I biancocelesti partiranno ovviamente con Ivan Provedel tra i pali e in difesa non sono previste sorprese, dato che giocheranno Marusic, Casale, Romagnoli e Hysaj. Qualche piccola possibilità ce l’ha Patric al posto dell’ex difensore del Verona, ma è comunque sfavorito. Il centrocampo è quello delle grandi occasioni e con Milinkovic-Savic, Cataldi e Luis Alberto che sono sicuri di un posto in campo. Dalle retrovie potrebbe rispuntare Vecino, da grande ex, ma al momento sembra improbabile. Il vero ballottaggio per Sarri è in attacco, dato che Zaccagni e Felipe Anderson sono certi di una maglia, ma l’ultimo posto se lo giocano Immobile e Pedro. Il capitano, però, sembra del tutto recuperato e potrebbe essere lui a strappare la titolarità.
Tanto della sfida tra Napoli e Salernitana, in realtà, si giocherà proprio nella sfida tra Inter e Lazio a San Siro. Infatti, lo ribadiamo, se i nerazzurri dovessero fermare i biancocelesti, allora i partenopei avrebbero la grande occasione di alzare al cielo il terzo scudetto della loro storia e farlo dopo un derby campano ad alta intensità e in cui la vittoria comunque non sarà regalata. Luciano Spalletti e i suoi ragazzi vanno a caccia, quindi, di un successo storico e che si sono ampiamente meritati in una stagione praticamente perfetta in Serie A e in cui il gioco degli azzurri è risultato in assoluto tra i migliori in Europa.
Gli attacchi laterali, la magnifica forma di Khvicha Kvaratskhelia e Victor Osimhen e la solidità della difesa hanno trovato la loro massima espressione in un centrocampo capace di fare filtro alla grande davanti alla retroguardia campana e poi di costruire le azioni come fanno le grandi squadra, cioè con la palla a terra e la testa alta per innescare gli attaccanti. Un arcobaleno meraviglioso di gioco e passione, di quelli che ci vogliono anni per costruirli e che domenica 30 aprile potrebbe arrivare alla sua massima concretizzazione sul campo, quella che manda in estasi i tifosi.
Si tratta comunque solo del primo dei tanti match point che i napoletani potrebbero avere a disposizione per scatenare una festa senza precedenti o quasi, per il terzo scudetto di una storia che parla al presente, ma anche al futuro per chi ha tutta l’intenzione di costruire un ciclo vincente e in cui al centro c’è sempre il bel gioco. È irreale comunque pensare che una Salernitana in ottima forma e che bloccato Inter, Milan e Juventus si faccia da parte senza combattere fino all’ultimo momento. È una questione di rivalità, di metterci la faccia, ma anche di tifosi, quelli dei granata che non potranno essere allo stadio se vivono in regione. E questo esclude la maggior parte di loro creando anche parecchie polemiche.
Polemiche che, come avviene quasi sempre, verranno messe a tacere dai verdetti del campo e che vanno accettati per far sì di non uscirne ridimensionati. Passando alla parte più tattica, e quindi tecnica, non ci sono grossi dubbi sulla formazione titolare che sceglierà Spalletti per affrontare questa sfida: in porta ci sarà ancora Alex Meret e davanti a lui il quartetto composto da capitan Giovanni Di Lorenzo, Amir Rrahmani, Kim e Olivera. Anche in mediana, non sono previste sorprese con Stanislav Lobotka e Zambo Anguissa che costituiranno il duo a protezione della retroguardia e chiamato a impostare l’azione. Anche la trequarti è quella titolare con Hirving Lozano, Piotr Zielinski e Khvicha Kvaratskhelia che ispireranno la potenza fisica e la qualità del miglior bomber del campionato: Victor Osimhen.
La risposta della Salernitana arriverà con l’ormai consueta difesa a tre che Paulo Sousa ha sposato e facendo crescere la maggior parte degli interpreti granata. Ochoa è chiamato a occupare il suo posto tra i pali e a un’altra grande prestazione, stavolta in un derby. I tre centrali che difenderanno la sua porta saranno Daniliuc, Gyomber e Pirola, che sta attraversando un ottimo momento di forma. Coulibaly e Vilhena, in questo momento tra i più positivi dell’intera rosa, non si toccano in mezzo al campo, mentre sugli esterni toccherà con ogni probabilità a Mazzocchi e Bradaric, rispettivamente a destra e a sinistra. Sulla trequarti, ci sarà Antonio Candreva, sempre di più il fulcro delle giocate di Sousa e davanti Kastanos e Dia. Piatek, però, sgomita per una maglia da titolare e non è detto che alla fine non abbia la meglio; di sicuro almeno una parte di gara la farà e spera che non accada nel pieno della festa azzurra.
Alla stessa ora e, quindi, alle ore 15.00 di domenica tocca a un altro scontro diretto niente male nella corsa per non retrocedere. Anche se le attenzioni saranno concentrate soprattutto sulla parte alta della classifica, Cremonese e Verona si giocano una grossa fetta di quello che sarà il prossimo anno e non hanno più intenzione di sbagliare dopo un girone d’andata che per loro ha regalato ben poche soddisfazioni. In realtà, ad arrivare con il vento in poppa a questa partita sono proprio gli scaligeri che, a furia di vittorie nelle ultimissime giornate, si sono guadagnati la possibilità di farcela ancora e hanno avvicinato in maniera forse decisiva sia Spezia, sia Lecce, ora chiamati a una reazione di cuore ancor più che di nervi.
Anche la Cremonese, però, dopo le ultime due sconfitte, una in Coppa Italia e una in campionato, vuole reagire e regalarsi ancora una stagione dall’alto tasso emozionale, che poi passa anche dalla tecnica. Per riuscire a superare l’ostacolo Verona, la squadra di Stefano Ballardini schiererà la formazione migliori. Carnesecchi tornerà titolare tra i pali dopo il turno di riposo contro la Fiorentina, e davanti a lui toccherà a Ghiglione, Chiriches, Vasquez e Valeri formare la linea a quattro. Il centrocampo è il connubio di quantità e qualità per riuscire a controbilanciare un uomo offensivo in più rispetto all’assetto a tre: oltre a Castagnetti, ci saranno infatti Meité e Galdames. Il trequartista sarà ancora Pickel che sta sempre di più diventando un uomo di fiducia per Ballardini, mentre la coppia d’attacco sarà formata da Dessers e Okereke. In realtà, attenzione anche alla possibilità che alla fine il tecnico italiano scelga Felix Afena-Gyan e non l’ex Feyenoord, esattamente come successo in Coppa Italia, ma non dovrebbe andare così.
La risposta del Verona è all’insegna della fisicità e della grinta. Infatti, Marco Zaffaroni non ha alcuna intenzione di mollare una difesa a tre che comunque sta portando risultati importanti, soprattutto contro dirette concorrenti per la salvezza. Davanti a Montipò, la cerniera a tre sarà composta da Magnani, Hien e Dawidowicz, mentre sugli esterni torneranno certamente ad agire Depaoli e Doig, dato che Faraoni è squalificato. Le maggiori speranze dei veneti, però, sono affidate soprattutto ai trequartisti con Verdi che ha già dimostrato nell’ultimo turno di aver recuperato la forma migliore e di poter essere decisivo, ma è al rientro anche Lazovic, uno che per lunghi tratti ha trascinato la manovra offensiva dei suoi. Saranno importanti anche le sponde e la fisicità di Djuric, uno capace di creare spazio tra le linee per i compagni e risultare praticamente imprendibile sulle prime palle. Zaffaroni spera che basti e deve bastare per alimentare i sogni salvezza di un Verona che all’improvviso sembravano spenti e che, invece, ora sono sempre più vicini a tramutarsi in realtà. Ma servirà qualche sforzo ancora.
La terza partita in programma alle ore 15.00 non ha tantissimo da chiedere a questo campionato per nessuna delle due, ma proprio per questo potrebbe regalare un bello spettacolo di gol e occasioni. Il Sassuolo sfida l’Empoli tra le mura amiche senza particolari necessità, ma anche con la voglia di ritrovare quell’alchimia e quelle qualità offensive che hanno caratterizzato il 2023 e che hanno spinto i neroverdi fuori dalla zona calda degli ultimi posti in classifica e hanno trasferito le possibilità verso altri obiettivi, ma ormai era troppo tardi.
Per l’Empoli vale un po’ lo stesso discorso, ma al contrario. I toscani, infatti, hanno macinato la maggior parte dei punti nella prima parte dell’anno per poi spegnersi dal 2023 in poi. Ma comunque in una zona di sicurezza per essere sicuri di non farsi troppo male a maggio. Siamo comunque certi che Paolo Zanetti farà di tutto per tentare di conquistare punti pesanti per allontanare ulteriormente il terz’ultimo posto e anche per tentare di allentare la tensione di un finale di stagione che, invece, rischia di travolgere molti club negli ultimi posti.
Tre ore dopo, una Fiorentina che ha appena conquistato un posto in finale di Coppa Italia, dove affronterà l’Inter, se la dovrà vedere in casa con la Sampdoria per alimentare le ultimissime speranze di agguantare un posto in Europa anche l’anno prossimo. Vincenzo Italiano – ne siamo sicuri – farà valere ancora una volta quelle rotazioni che sono ormai obbligate, visto il calendario che avrà la Viola da qui a fine anno e, quindi, di grosse certezze non ce ne sono, soprattutto due giorni prima della gara.
Una sicurezza, invece, è che la Sampdoria cercherà di vendere ancora cara la pelle, dopo una stagione balorda e che ha regalato ben poche gioie ai blucerchiati. I liguri hanno perso tutti gli ultimi scontri diretti e sono ora relegati all’ultimo posto in classifica, senza grosse speranze di riuscire a recuperare. Anche perché il clima non è affatto dei migliori con una contestazione societaria che resta ancora nel vivo e con un dissenso crescente verso la proprietà che l’anno prossimo dovrà guidare la squadra a una Serie B dignitosa.
Per quanto riguarda le formazioni, è probabile che Italiano faccia ancora qualche cambio in campionato, anche perché tra turno infrasettimanale e Coppa Italia bisogna far fronte a tanti impegni e ruotare il più possibile le energie. Davanti a Terracciano, dovrebbero essere confermate le corsie esterne con Dodò e Biraghi, mentre al centro ci saranno Martinez Quarta e Igor. Amrabat, dopo il riposo contro la Cremonese, tornerà certamente tra i titolari al fianco di Mandragora. L’attacco è il reparto dove ci sono meno certezze, ma difficilmente un Cabral in questo stato di forma non sarà in campo dal primo minuto. Ai suoi lati, invece, potrebbe essere confermato Nico Gonzalez che potrebbe tornare titolare anche in campionato e dall’altro lato Sottil che ha sempre fatto bene quando è stato chiamato in causa dopo l’infortunio. Occhio a Barak, mina vagante pronta a inserirsi alle spalle della difesa.
Per la Sampdoria, invece, non dovrebbero esserci grandi novità, se non quelle relative l’attacco. Infatti, davanti a Ravaglia, agirà la solita difesa a tre composta da Murillo, Gunter e Amione, mentre sugli esterni sono pronti Zanoli e Augello, che nelle ultime settimane hanno offerto delle prestazioni decisamente convincenti. In mezzo al campo, invece, dovrebbe tornare Winks e al suo fianco Rincon. Vi dicevamo dell’attacco: Stankovic sembra orientato a schierare il solo Gabbiadini al centro dell’attacco con Leris e Sabiri. In realtà, anche Cuisance sembra avere delle possibilità di essere schierato sulla trequarti e lo stesso vale per Djuricic: sono possibilità che andranno vagliate fino alla fine, mentre Lammers in questo momento parte dietro a tutti gli altri, pagando una mancanza di cinismo davanti la porta che non ha rispetto le attese dal suo arrivo alla Sampdoria. Le ultime chiamate probabilmente erano arrivate tempo fa, ma ora l’orgoglio è al primo posto per cercare di non deludere tifosi che, al momento, sono ancora imbufaliti con la proprietà.
La partita del Franchi farà da viatico alla partita che chiude la 32esima giornata, quella prima del turno infrasettimanale e che, quindi, non prevede monday night. Il Bologna ospita la Juventus, in una partita fondamentale per la Vecchia Signora. Le ultime prestazioni dei bianconeri non sono state affatto convincenti, hanno fatto riemergere malumori che sembravano antichi e che, invece, si sono dimostrati tremendamente attuali, soprattutto nelle forti critiche che la maggior parte dei tifosi sta riservando al suo allenatore. Massimiliano Allegri è sulla graticola, ma non per la società, che continuamente fa trapelare fiducia nell’operato del tecnico livornese.
L’ex Milan dovrebbe ruotare ancora gli uomini in attacco e stavolta dovrebbe schierare una sola punta con Arkadiusz Milik che prenderà il posto che di solito è occupato da Dusan Vlahovic. Alle sue spalle, cercherà di inserirsi Fabio Miretti con Nicolò Fagioli, invece, confermato nel ruolo di mezzala pura. I cambi che l’allenatore opererà su una squadra provata dai tanti impegni non sono comunque finiti qui rispetto alla Coppa Italia: davanti a Wojciech Szczesny, infatti, la difesa a tre sarà composta da Gatti, Bremer e Danilo, con il brasiliano al rientro dal primo minuto. Stesso discorso per Cuadrado che non poteva esserci contro l’Inter perché squalificato e che ora si riapproprierà della fascia destra al posto di Mattia De Sciglio. Sulla parte opposta, invece, è confermata la presenza di Filip Kostic, ormai un fedelissimo di Allegri. Esattamente come Adrien Rabiot e Manuel Locatelli che ci saranno anche contro il Bologna e sono chiamati agli straordinari per permettere alla Juventus di tornare alla vittoria. Un capitolo a parte lo merita sicuramente Vlahovic: il serbo ancora non è al massimo della forma, ma potrebbe comunque giocare uno spezzone di partita.
Il Bologna è pronto a rispondere, dopo che nelle ultime settimane la squadra è calata di condizioni. I felsinei ripartiranno dalle certezze e, quindi, da Skorupski tra i pali, mentre in difesa sono confermati i titolari con Posch e Kyriakopoulos sulle fasce e Soumaoro e Lucumì al centro, che dovranno reggere l’urto dell’attacco bianconero. Il centrocampo sarà quello che ha fatto le fortune degli emiliani nell’ultimo periodo con Schouten e Dominguez in mediana e Ferguson in posizione un po’ più avanzata, pronto a far male alla retroguardia avversaria con i suoi inserimenti.
L’attacco è sicuramente la nota dolente per Thiago Motta e per i suoi ragazzi. Marko Arnautovic, infatti, non è ancora a disposizione e lo stesso vale per Nicola Sansone, proprio quando era diventato il perno dell’attacco leggero dei rossoblù. In avanti, quindi, toccherà a Zirkzee tentare di fare male alla Vecchia Signora insieme a Musa Barrow che quest’anno ha aumentato in maniera significativa il rendimento con il suo Bologna. Chi avrà la meglio? Entrambe le squadre hanno denunciato qualche mancanza nella condizione atletica e mentale e vogliono rialzarsi e hanno diverse assenze in attacco. Chi ha più necessità di reagire è sicuramente la squadra di Allegri che potrebbe essere motivata da un colpo del genere in trasferta.
Come ben sapete, tutte le partite della 32esima giornata, come il resto della Serie A, sono visibili su DAZN, in tv e in streaming, attraverso l’apposita app. Ogni settimana, però, tre partite del campionato italiano sono trasmesse anche da Sky e, in questo caso, si tratta di Spezia-Monza di venerdì 28 aprile, Torino-Atalanta di sabato 29 aprile e Inter-Lazio di domenica 30 aprile. Per chi volesse seguire gli eventi in diretta streaming c’è la possibilità di ricorrere a Sky Go.
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