A meno di un mese dal Natale il Governo è al lavoro per elaborare un nuovo piano anti Covid per le festività. Il Dpcm in scadenza il 3 novembre dovrà essere rimpiazzato da un nuovo decreto che delineerà le regole che gli italiani dovranno rispettare per feste e cenoni. Il timore è quello di una terza ondata a gennaio, come accaduto dopo il “via libera” dell’estate scorsa.
Tra le ipotesi al vaglio per gli spostamenti tra Regioni dovranno essere limitati ai ricongiungimenti tra parenti stretti e saranno introdotti maggiori controlli per chi trascorrerà il periodo all’estero.
Oggi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte incontrerà i capi delegazione di maggioranza per delineare un piano anti-assembramenti durante lo shopping e le nuove misure economiche a sostegno delle attività legate al turismo invernale (che dovrà anche attendere le indicazioni di Bruxelles sugli impianti di sci, con la Germania che ne chiede la chiusura fino al 10 gennaio).
Intanto, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e il ministro per la Salute Roberto Speranza incontreranno Domenico Arcuri e Angelo Borrelli insieme gli enti locali (Anci e Regioni).
Spostamenti tra Regioni solo per i ricongiungimenti
Uno dei temi più sentiti dagli italiani, in vista delle vacanze natalizie, è quello del ricongiungimento con i familiari. Il coordinatore del Cts Agostino Miozzo ha spiegato che “I movimenti della popolazione sono un fattore di grave rischio, vanno mantenute le misure restrittive”.
Della stessa opinione sembra essere il ministro Boccia: “Se apriamo senza limiti le perdite di dicembre in vite umane ce le ritroveremo a febbraio: questo significherebbe essere entrati nella terza ondata ed è nostro dovere evitarla”.
Per il Governo, quindi, delle misure restrittive sono “inevitabili”, che sarebbe però difficile controllare nel caso in cui tutta Italia rientrasse nella zona di rischio gialla.
Un compromesso sarebbe quello di limitare spostamenti permettendo di raggiungere parenti stretti e congiunti (genitori e i partner conviventi), oltre a quelli per muoversi verso la propria residenza o domicilio, come già consentito fare.
Feste, cenoni e coprifuoco a Capodanno
Nel Dpcm potremmo anche vedere riproposta la formula della “forte raccomandazione” sul tema del cenone, che non sarebbe quindi vietato o limitato in alcun modo, purché si evitino incontri con persone che non fanno parte dello stretto nucleo familiare. Stesso discorso per l’utilizzo di sistemi di protezione individuale, (mascherina e distanziamento) anche in casa.
Le feste nei locali pubblici, così come tra le mura private, resteranno vietate. Sul coprifuoco per le sere di Natale e Capodanno il dibattito è aperto: c’è chi lo vorrebbe estendere fino alle 24, chi lo anticiperebbe alle 21.
La corsa ai regali di Natale
Il nuovo Dpcm, pare, darà il via libera all’apertura dei negozi. Lo shopping natalizio quindi si farà, ma prevedendo una fascia oraria estesa per l’apertura degli esercizi.
Dovranno essere potenziati i controlli per evitare code e assembramenti nelle vie dello shopping, anche attraverso il contingentamento degli ingressi.
Settimana bianca e sostegno economico
Il premier Conte ha già parlato dei controlli per chi trascorrerà le festività all’estero per fare poi rientro in Italia: “Ci stiamo premurando per evitare che ci siano trasferimenti transfrontalieri, evitando che chi vada all’estero possa rientrare senza nessun controllo”. La scelta è tra il tampone o l’isolamento obbligatori per chi rientra.
Per chi invece volesse trascorrere le vacanze sulla neve, governo sta collaborando con gli altri Stati europei a un accordo per tenere chiusi gli impianti da sci fino a gennaio. E il ministro Speranza sta aggiornando la lista dei Paesi a rischio (che ora comprende già Belgio, Francia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Spagna, Regno Unito).
Per tutte le attività che ruotano attorno al turismo invernale, invece, il minsitro Boccia ha chiarito che “saranno assicurati i ristori così come sono stati garantiti per le attività che già oggi sono chiuse”. Non si esclude una partenza posticipata per gli impianti sciistici, così come accaduto agli stabilimenti balneari, a gennaio.