Ancora indecisione intorno alle restrizioni natalizie: non c’è ancora l’ufficialità, ma Giuseppe Conte sarebbe intenzionato a emanare un Dpcm Natale e mettere tutta Italia in zona rossa nelle giornate calde delle festività.
Ancora indecisione intorno alle restrizioni natalizie: non c’è ancora l’ufficialità, ma Giuseppe Conte sarebbe intenzionato a emanare un Dpcm Natale. Se l’Italia sarà dichiarata in zona rossa nelle giornate calde delle festività o per le due settimane che vanno dal 24 dicembre al 6 gennaio ancora è da valutare.
Dopo il passaggio in zona gialla di molte regioni e la riapertura delle attività, è probabile che ci sarà un’inversione di marcia: il timore di un aumento di contagi e decessi è diffuso.
Il Comitato Tecnico-Scientifico sottolinea la necessità delle chiusure, non dando però indicazioni precise. Il premier ha già però annunciato che c’è un piano per le festività: ascoltando i suggerimenti del comitato, saranno introdotte ulteriori misure. Il problema sta nel mettere d’accordo le fazioni politiche pro o contro la zona rossa diffusa: Italia Viva non vuole assolutamente chiusure e lockdown, mentre Boccia ha dichiarato “Dal 23-24-25 in poi le valutazioni che faremo porteranno l’Italia a essere di un colore unico, più intenso è il colore e più restrizioni ci sono“, anche in vista dei prossimi tre mesi, e durante la trasmissione Di Martedì dice un no categorico a cenoni e assembramenti. Con il ministro degli Affari regionali anche Speranza, che invita a chiudere il più possibile, e Franceschini.
Conte incontrerà domani i governatori per chiudere il piano vaccini e per discutere delle feste. Le zone più critiche sono Veneto, Puglia e Sardegna, dove i casi nell’ultimo periodo sono aumentati e l’indice rt rimane alto.
Un passo indietro dopo aver allentato le maglie: il governo sembra intenzionato a tornare al rigore dopo il week end di riapertura di molte regioni, tra cui la Lombardia. Addirittura, l’area rigorista del governo chiede che sia imposta una sorta di lockdown dal 24 dicembre al 6 gennaio, con ovviamente negozi e ristoranti chiusi. Boccia ha spiegato che loro hanno il “dovere di salvare vite“, ma il rischio è che commercianti e ristoratori protestino duramente vista la parziale riapertura anche nei giorni festivi.
Si oppongono fermamente il partito di Renzi e parte del M5S, che chiedono l’Italia arancione nei pre-festivi e rossa solo nei festivi, con le attività chiuse a intermittenza.
In questo contesto di scontro tra chi chiede chiusure immediate e chi teme per l’economia, si insinua anche la questione scuola: potrebbe essere che gli alunni inizino le vacanze il 21 e non il 23 dicembre e il 7 gennaio non ci sia un ritorno in presenza delle scuole superiori. Infatti, fanno sapere dal governo che finché l’indice rt non scenderà, la scuola non riaprirà nella sua totalità.
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