Il nuovo Dpcm, firmato il 18 ottobre dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, prevede una serie di restrizioni, per contenere la nuova ondata di contagi. Interviene sugli orari dei bar, fissa per i ristoranti un massimo di 6 persone al tavolo e ai titolari di palestre lancia un ultimatum: entro 7 giorni dovranno adeguare gli impianti ai protocolli di sicurezza, fissati dal Comitato tecnico scientifico. Altrimenti verrà imposta la chiusura generalizzata.
“E’ prevalso il buon senso. Nelle prossime ore, con i rappresentanti del settore, studieremo ulteriori misure di sicurezza per una maggiore tranquillità di tutti e scongiurare possibili chiusure“, spiega il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora. E aggiunge: “Nessuna evidenza scientifica denuncia focolai in relazione all’allenamento individuale nei luoghi controllati“.
Fra sette giorni, se le regole di distanziamento e igiene non saranno rispettate anche nelle aree comuni, le palestre verranno chiuse. Ad annunciarlo è il premier Giuseppe Conte durante la conferenza stampa per presentare il nuovo Dpcm.
Per il momento, resta dunque consentita “l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere svolte presso palestre, piscine, centri e circoli sportivi, pubblici e privati, ovvero presso altre strutture ove si svolgono attività dirette al benessere dell’individuo attraverso l’esercizio fisico, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento“.
Nel dettaglio, le linee guida per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative sono state aggiornate lo scorso 8 ottobre 2020 dalla conferenza delle Regioni. Ecco, dunque, cosa dovranno fare le palestre per rimanere aperte.
Come accade per molti esercizi pubblici, per accedere alle palestre sarà obbligatoria la prenotazione. Chi entra sarà registrato (nome, cognome, indirizzo, telefono e numero del documento di identità), in modo che, qualora un utente risultasse positivo al coronavirus, sarebbe a quel punto possibile risalire a tutti coloro che sono entrati a contatto con l’utente. Nelle palestre gli elenchi delle presenze saranno conservati per due settimane.
Fondamentale è ovviamente la corretta igienizzazione degli spazi. Spogliatoi, servizi igienici e docce dovranno essere igienizzati di frequente e organizzati in modo da garantire il distanziamento sociale tra gli sportivi. Sarà possibile prevedere postazioni d’uso alternate o separate da apposite barriere. Anche i macchinari all’interno delle palestre dovranno essere necessariamente distanziati e disinfettati dopo ogni utilizzo.
All’ingresso potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura > 37,5 °C. Chi fa esercizio non potrà muoversi a meno di due metri dalle altre persone, avendo cura di disinfettare le mani con gli igienizzanti messi a disposizione dalla struttura.
Spesso nelle palestre sono organizzati corsi di gruppo, che, in ottemperanza alle nuove misure, saranno consentiti soltanto nel caso in cui la grandezza dell’ambiente risulti sufficiente a garantire il distanziamento. Sarà vietato condividere accappatoi, asciugamani o bottigliette dell’acqua. E gli indumenti non potranno essere appesi alle panche, ma custoditi negli armadietti.
In ragione dell’affollamento, è necessario verificare l’efficacia degli impianti di ricambio dell’aria, secondo le normative vigenti. L’affollamento deve essere dunque correlato alle portate effettive di aria esterna. Per gli impianti di condizionamento, si deve, se possibile, escludere totalmente la funzione di ricircolo dell’aria. Se tecnicamente possibile, va aumentata la capacità filtrante del ricircolo, sostituendo i filtri esistenti con filtri di classe superiore.
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