Il presidente del Consiglio Mario Draghi intende optare per il gas africano, al fine di fermare la dipendenza dalla fornitura russa.
Mario Draghi intende dare un taglio alla dipendenza dal gas russo. Pertanto, il primo ministro ha rivelato di voler optare per il gas africano, al fine di terminare, definitivamente, l’approvvigionamento dalla Russia, anche se questa decisione ha provocato dello scetticismo in vari esponenti politici.
Mario Draghi, basta dipendenza dal gas russo: optiamo per quello africano
Nel corso di un panel, tenuto all’Università Bocconi, Mario Draghi ha affrontato la questione della dipendenza dell’Italia dal gas russo. Un tema che riguarda molti paesi dell’Unione Europea, che si sta cercando di affrontare vagliando le soluzioni migliori, dopo le ostilità create dalla Russia a seguito del suo attacco all’Ucraina.
“Abbiamo finalmente affrontato, in Italia, la nostra dipendenza energetica dalla Russia che ora rischia di diventare sottomissione piuttosto che dipendenza“, ha sottolineato il premier.
Daniele Franco, Ministro dell’Economia, ha, però, espresso scetticismo riguardo la decisione del Presidente del Consiglio, in quanto, secondo il suo punto di vista, “nel breve termine l’interruzione delle forniture di gas russo avrebbe un impatto drammatico“.
Il blocco delle esportazioni di grano ucraino
Un’altra annosa questione riguarda l’importazione di grano ucraino che, dallo scoppio della guerra tra il paese e la Russia ha avuto una battuta d’arresto, come è successo anche all’olio di girasole che, in tutta Europa, ha raggiunto prezzi elevati mai registrati prima: una bottiglia, infatti, arriva a costare anche sei euro.
Per far fronte a questo problema, Luigi Di Maio, afferma che “nei prossimi giorni promuoveremo tutte le iniziative affinché quel grano possa essere esportato dall’Ucraina. Chissà che proprio un accordo, un compromesso tra le parti sul Food security non possa costruire la strada per un compromesso tra le parti per arrivare alla pace”.
Sulla questione della pace, interviene anche Matteo Salvini della Lega che punta al dialogo e non all’invio di truppe: “Se ci fosse la necessità di votare nuovi interventi miliari, la mia posizione è per il ritorno alla diplomazia e al dialogo, perché più armi mandi, più si allontana possibilità di pace“, ha riferito il leader del Carroccio.