Si scrive ‘va bene’ o ‘vabbene’? La risposta a questa domanda è semplicissima: si scrive ‘va bene’, punto e basta, è l’unica forma corretta e accettata in quanto non si tratta di una parola singola, ma di un verbo ‘va’ a cui si somma un avverbio ‘bene’. Se non ci credete date un’occhiata anche al correttore: vedrete che vi sottolinea come errore ‘vabbene’, mentre vi dà come unica opzione corretta ‘va bene’. Bene, potreste pensare che a questo punto la questione sia finita qui e invece no.
Se provate a pronunciare a voce alta la locuzione ‘va bene’, soprattutto se siete toscani o del Sud Italia, vi renderete conto che, foneticamente parlando, la pronuncia assomiglia di più a ‘vabbene’ che non a un ben scandito ‘va bene’. Si tratta di un ennesimo caso di raddoppiamento fonosintattico, in questo caso in uso gergale nella lingua parlata, mentre assolutamente sbagliato nella lingua scritta.
Le parole che normalmente possono causare un raddoppiamento fonosintattico sono diverse, di solito fra di loro troviamo spesso monosillabi forti come ‘Va’, cioè la terza persona singolare del verbo irregolare ‘Andare’. Come anticipavo, i toscani o chi segue i dialetti dell’Italia centro-meridionale, tenderà a raddoppiare la ‘b’, pronunciano la locuzione come ‘vabbene’. Tecnicamente la pronuncia è corretta dal punto di vista fonetico, visto che l’italiano odierno deriva dal volgare fiorentino dell’Ottocento, tuttavia a livello ortografico può e deve essere accettata solamente la forma ‘va bene’.
Tuttavia non dovrebbe essere così facile sbagliarsi. Prendiamo ad esempio i veneti: loro di solito fanno l’opposto, tolgono le doppie, però sanno benissimo che la parola ‘Gondoletta’ si scrive così e non ‘Gondoleta’, anche se poi lo pronunciano nella seconda maniera. La stessa cosa in teoria dovrebbe valere per ‘va bene’, ma per qualche motivo non è così.